Pensateci bene: in fondo che senso ha verificare come funziona un telefono vecchio gia' di dieci mesi? E a chi importa di chiedersi se davvero valeva quel prezzo che spesso ancora si deve finire di pagare? Per non parlare di quelle vere e proprie vestigia tecnologiche chiamate iPhone 3G e 3GS; con un anno, un anno e mezzo, se non addirittura (orrore e dannazione) due, sul groppone, per carita'. Obsoletume senza valore, ormai. Meglio eccitarsi con l'immaginazione e con i rumors, sul domani, sul futuro. Niente di meglio di un sano onanismo tecno-mediatico sul prossimo iPhone 5: parliamone, scriviamone, discutiamone, fantastichiamone, disegnamolo ed erotizziamoci a fondo con lo psicodildo di Steve Jobs prossimo venturo. Perche'? Ma per meglio dimenticare, no? Perche' sappiamo bene che il presente concreto, l'oggetto reale in se', non potra' mai e poi mai essere all'altezza delle nostre enormi aspettative indotte; delle attese per il nuovo "magico e rivoluzionario dispositivo" (in realta' null'altro che un simbolo, un marchio) che ci hanno insegnato, keynote dopo keynote, spot dopo spot, passaparola dopo passaparola, bugia dopo bugia, a desiderare. Ha ragione, insomma, il nostro "caro" Premier, quando dice: "Meglio non guardare indietro. Se no, c'è il rischio di sentirsi stanchi". O gabbati.
EFFETTO OROSCOPO
Pensateci bene: in fondo che senso ha verificare come funziona un telefono vecchio gia' di dieci mesi? E a chi importa di chiedersi se davvero valeva quel prezzo che spesso ancora si deve finire di pagare? Per non parlare di quelle vere e proprie vestigia tecnologiche chiamate iPhone 3G e 3GS; con un anno, un anno e mezzo, se non addirittura (orrore e dannazione) due, sul groppone, per carita'. Obsoletume senza valore, ormai. Meglio eccitarsi con l'immaginazione e con i rumors, sul domani, sul futuro. Niente di meglio di un sano onanismo tecno-mediatico sul prossimo iPhone 5: parliamone, scriviamone, discutiamone, fantastichiamone, disegnamolo ed erotizziamoci a fondo con lo psicodildo di Steve Jobs prossimo venturo. Perche'? Ma per meglio dimenticare, no? Perche' sappiamo bene che il presente concreto, l'oggetto reale in se', non potra' mai e poi mai essere all'altezza delle nostre enormi aspettative indotte; delle attese per il nuovo "magico e rivoluzionario dispositivo" (in realta' null'altro che un simbolo, un marchio) che ci hanno insegnato, keynote dopo keynote, spot dopo spot, passaparola dopo passaparola, bugia dopo bugia, a desiderare. Ha ragione, insomma, il nostro "caro" Premier, quando dice: "Meglio non guardare indietro. Se no, c'è il rischio di sentirsi stanchi". O gabbati.
