Melamente assorto

CULO DI


Due parole (perche' altro al momento non merita, trattandosi di poco piu' che una dimostrativa) su iCloud. In sistesi si tratta, al pari dei suoi omologhi lanciati da altre compagnie (Google, ecc), del tentativo (con ottime prospettive di successo) di trasformare in merce il contenuto dei nostri hard disk e dunque delle nostre vite digitali; ma non basta. In sostanza, questa progressiva introduzione di biberon, sonde, sondini e tubi digitali parenterali wireless all'interno della nostra giornata, implica svariate conseguenze, la piu' nefasta delle quali e' che presto ci troveremo sempre meno padroni assoluti della nostra vita e del nostro tempo, ma trasformati in una sorta di terminali di acquisto e consumo per conto di Apple, Google, FB e compagnia socialmente lucrante. Se ci pensate, alla fine, iCloud e' solo un altro modo, piu' articolato certo, per perfezionare, potenziare e portare a termine il progetto pianificato e brevettato da Apple per il tracciamento dell'utente, scoperto quasi per caso solo poche settimane or sono. In altre parole, i ruoli si invertono: le multinazionali del digitale, attraverso hardware sempre piu' sofisticati (ma non perfezionati, attenzione) socialmente ed esteticamente attraenti tanto quanto inutili, non ci offriranno una quantita' maggiore di informazioni, ma ne preleveranno da noi, e in misura esponenzialmente crescente, in modo da analizzarle, riorganizzarle, reimpacchettarle e rivendercele a prezzo piu' che ragionevole. E non sto parlandi semplicemente di "dati sensibili"; qui siamo ben oltre, ormai. Il mezzo per ottenere questa mercificazione di ogni aspetto della nostra giornata, e' il sequestro delle nostre piu' elementari capacita' di socializzazione e di percezione del mondo attraverso i sensi, sostituiti sempre piu' rapidamente da protesi hardware, irte di sensori e da software di riconoscimento, tracciamento e profilazione sempre piu' accurati, oltre che di incremento della realta'. Protesi pronte a intercettare, interpretare, potenziare (si fa per dire), utilizzare e sostituire ogni nostra singola capacita' di valutazione e interazione -del e con- l'ambiente circostante. Sostituzione della realta' percepita per via naturale, dunque, con una realta' fittizia, rigenerata dagli iFoni e dagli iPaddi; ri-prodotta, ri-condizionata e ri-costruita dalle multinazionali dell'Information Tecnology. A noi, da bravi terminali, non resta che ri-percepirla e ri-comprarla. La foto qui sotto e' un commento perfetto a tutto questo: l'uomo spaventosamente ricco e potente rappresentato nell'immagine, che vive grazie ad organi trapiantati e cure sofisticatissime, eppure ancora gravenemente e visibilmente malato, che nonostante questo continua a consumare il proprio corpo da anni alla fiamma di una volonta' quasi sovrumana di accumulare denaro del quale non ha bisogno e che non riuscira' mai a godere, forse una ragione per ridere ce l'ha, dopotutto. Perche' il culo del titolo, l'anagramma di "iCloud", non e' il suo.