Melamente assorto

EXIT


"Non avremmo mai voluto dare questa notizia, ma il triste giorno è arrivato: in nottata Steve Jobs ha deciso di dimettersi da amministratore delegato di Apple." - Da SetteBit. Come si dice: tanto tuono' che piovve. Del resto, quest'esito, seppure in modo truculento ed esagerato (come vuole la tradizione dei tabloid), era stato pronosticato gia' a Febbraio, con tanto di foto dal National Inquirer. I fanboys naturalmente l'hanno negato allo spasimo, fino ad avallare il piu' spudorato mendacio e la negazione dell'evidenza. Hanno chiamato "avvoltoio", "fetido", "mascalzone", "uccello del malaugurio", "pseudogiornalista", e altre gentilezze, chi semplicemente si limitava (seppure con brutalita') a metterli di fronte alla realta' dei fatti; realta' che ora impatta brutalmente sui loro nasi. I fatti sono quelli che conoscevamo tutti fin troppo bene: Steve Jobs e' molto malato e probabilmente, purtroppo, non gli resta molto da vivere. Tanto malato che ora, alla fine, e' costretto suo malgrado ad uscire di scena. E se neppure un tumore al pancreas e un trapianto di fegato erano stati sufficienti a convincerlo a schiodare dalla poltrona di CEO, possiamo stare certi che stavolta si tratta di qualcosa di piu' serio ancora. Comunque sia, oggi esce di scena l'uomo che ha trasformato Apple da compagnia innovativa dotata di una visione alternativa ed eccentrica -attenta ai bisogni dei clienti e paladina della correttezza nei loro confronti, oltre che in quelli dei lavoratori- a macchina-monstre mainstream, macinasoldi, bugiarda quanto modaiola; e con tanto di velleita' totalitarie. Un Godzilla multinazionale che mangia sempre piu' grana per defecare ancora piu' spazzatura elettronica altamente obsolescente quanto inquinante, fabbricata in regime di sfruttamento neoschiavistico, per arricchire oscenamente un uomo il cui destino tutto il denaro del mondo non puo' piu' cambiare. E allora se l'uscita di scena di Steve Jobs e' un male, forse e' vero che non tutto il male vien per nuocere.