Melamente assorto

UCCELLACCI E UCCELLINI


"La storia clinica di Steve Jobs" - Da SetteBit. Si sa che gli uccellacci gracchiano, mentre gli uccellini cinguettano allegramente. Ed oggi in particolare, il giorno appresso le dimissioni di Steve Jobs da CEO di Apple, l'aria trasuda del canto dei fanboys. Irriducibili o pentiti, non fa gran differenza; il canto e' concorde e sincrono: "e quanto sei bravo Steve Jobs", "e quanto sei genio Steve Jobs", "e quanto ti siamo grati Steve Jobs", "e come faremo ora a cambiarci le mutande da soli Steve Jobs" (addirittura Antonio Dini, abituato com'e' ai piu' lussureggianti voli della fantasia, si spinge a blaterare di "condizioni di salute non cattive"). Purtroppo neppure Fabio Zambelli fa eccezione; al contrario, stavolta si distingue per l'alto tasso di zelotismo che oggi lo porta a falsificare spudoratamente la "storia clinica" del suo beniamino multimilionario. Nella cronologia del declino fisico dell'ex CEO di Apple pubblicata su SetteBit, infatti, Zambelli (che con tutto cio' continuo a considerare il piu' onesto fanboy Apple italiano) salta a pie' pari il capitolo del vergognoso mendacio jobbiano. Ovvero cancella la lunga fase durante la quale i gravissimi problemi di salute del boss di Cupertino furono coperti e anzi negati recisamente dai vari portavoce dell'azienda. In quell'occasione Apple somministro' all'opinione pubblica, ai clienti e agli investitori vere e proprie bugie, parlando di "malanno di stagione" e panzane simili. Zambelli oggi insabbia agilmente queste informazioni, che pure lui stesso ebbe a pubblicare, insultando coloro che, da autentici e onesti informatori, le rendevano pubbliche. Oggi quelle informazioni da "uccellacci del malaugurio" si rivelano cio' che erano: semplicemente la verita'; ma Zambelli non si scusa, non fa ammenda per i suoi errori e i suoi eccessi di zelo, tutt'altro: copre e nasconde quella verita'. E poi, imbarazzi personali a parte, occorre dirlo: ora e' il tempo delle agiografie e dei panegirici; non sta bene, non e' "educato", ricordare le numerose e gigantesche balle sparate dal "genio" piu' refrattario ai cambi d'abito del mondo. Caro Zambelli, Aristotele diceva: "Amicus Plato, sed magis amica veritas". Vale a dire che ci vuole anzitutto un'oncia di senso critico, e magari perfino mezzo grammo di coraggio, per esporre i fatti come sono. Insomma, se vuoi informare davvero, devi imparare a fare l'uccellaccio e piantarla una buona volta di cinguettare all'unisono con gli altri. Altrimenti e' inevitabile: invece di raccontare "la storia", finirai -come gli altri- per raccontare storie. O peggio ancora, a fare il cantastorie.