Melamente assorto

CUORI DI TENEBRAND


"Gente che ama l'iPhone: ma com'è possibile? - Apple con il suo iPhone scodinzola dalle parti dei sentimenti più profondi: emozione, anzi amore. E l'amore che diventa romantico oppure passione oppure desiderio oppure anche odio, perché no. E persino amore religioso, come quello che si nutre per le immagini sacre e i simboli più profondi della civiltà. Comunque, sempre amore. Tanto amore. Troppo amore?" - Antonio Dini. "Di mattina mi sveglio, salto sotto la doccia, guardo il mio simbolo e questo mi da' la carica per tutta la giornata. E' per ricordarmi tutti i giorni quello che ho da fare: -Just do It, fallo e basta-" - Carmine Colettion, internet manager 24enne, sulla sua decisione di farsi tatuare lo swoosh della Nike sull'ombelico, Dicembre 1997" - Da "No Logo" di Naomi Klein. "La cosa che colpisce maggiormente nei prodotti di largo consumo - massimamente rappresentati dai dispositivi elettronici e dalle loro applicazioni - è che sono progettati perché piacciano immensamente. Dover piacere è proprio ciò che li definisce, a differenza di quei prodotti che sono semplicemente se stessi, che non sono creati necessariamente per piacere. (Penso ai motori dei jet, alle attrezzature di laboratorio, all’arte e alla letteratura seria). Se riferiamo queste considerazioni agli esseri umani, e immaginiamo una persona caratterizzata dal disperato desiderio di piacere, che cosa vediamo? Vediamo un individuo privo di integrità, senza un centro; nei casi patologici vediamo un narcisista che non riesce a tollerare la possibilità di non piacere, e di conseguenza rifiuta il contatto umano o ricorre a mezzi estremi, sacrificando la sua integrità, pur di piacere. Se dedichiamo la vita all’ esigenza di dover piacere e ci dotiamo a questo fine di una maschera affascinante, mostriamo di non credere che saremmo amati per quel che realmente siamo. Se riusciremo poi a piacere manipolando gli altri, sarà difficile, in qualche modo, non disprezzarli per aver creduto al nostro trucco." - Franzen Jonathan, da Il Corriere Della Sera. Il prototipo dell'Apple fanboy, autore del celeberrimo saggio di economia politica intitolato "Emozione Apple", con (udite udite) ricca prefazione di Aldo Grasso (quell'Aldo Grasso che oggi, a proposito degli Apple Store scrive di: "Isteria collettiva" e "raduni di fanatici"), l'ineffabile Antonio Dini, sembra quasi sorpreso di scoprire che improvvisamente altri provano il suo stesso pazzo, pazzo sentimento per l'iPhone e Apple Inc. Si, avete capito bene: lo stesso Antonio Dini che sottotitolava la sua "opera": "L'orgoglio di essere Mac. L'orgoglio di usare i computer di Apple, di avere un iPod, di far parte dell'élite". Il medesimo "esperto" di tecnologia che a proposito dell'iPhone recensiva: "La sensazione era quella di essere di fronte a un cambiamento di paradigma e non saper trovare le parole per spiegarlo, perché le parole sono fondamentali per capire i concetti e in questo caso c'era la sensazione che ancora non fossero state inventate".Proprio lo stesso "brillante" opinionista IT che, a proposito della leggibilita' dello schermo riflettente dell'iPad sentenziava:"Vi sfidiamo a fare altrettanto utilizzando un libro di carta sotto il sole a picco del mezzogiorno di New York o di qualsiasi altra parte del mondo".Esattamente lo stesso "quotato" editorialista economico che, a proposito di concorrenza tra Apple e Motorola, sfidando i limiti della comprensibilita' umana, proclamava: "Quelli di Motorola e della loro agenzia odora di attacco per invidia";Costui oggi, quasi perplesso, scrive: "Quel che sarebbe interessante capire è, secondo questa tesi, come mai sia accaduto questo strano fenomeno. Cosa ha fatto scattare questo meccanismo. Perché scoprire che si ama appassionatamente e senza pudore un marchio, una linea di prodotti, un oggetto, non è cosa necessariamente nuova. Ma svelare il modo in cui questa dedizione e passione nasce, la disciplina che la genera, la comunicazione che la innesca, la pianificazione volontaria o involontaria che la fa sorgere e sparge il contagio, ecco questo sarebbe davvero interessante da leggere e capire. Forse per replicarlo o forse per evitarlo, chi può dirlo. Ma è comunque la cosa da capire".Il tono e' quello di chi si sente a stento coinvolto nei fatti. Eppure e' stato proprio lui, Antonio Dini, coi suoi stucchevoli articoli-leccalecca al gusto "mela californiana" sul Sole24Ore e altrove, a contribuire alla diffusione nazionale del brainwashing forsennato jobbiano. Un brainwashing che si e' propagato come un virus dappertutto, suscitando quella febbre modaiola che oggi comincia a far storcere la bocca e il naso ai palati piu' sopraffini. La risposta che retoricamente cerca dappertutto, in realta' Dini la conosce gia' perfettamente ed e' riassunta a meraviglia in una frase che prendo in prestito da un celebre film: "Ma ancora una volta, a dire la verità, se cercate un colpevole non avete da far altro che guardarvi nello specchio".
Clicca sull'immagine dell'iPhone Guy a tuo rischio e pericolo"My best advice? Shut off your iPhone, order some good Champagne and find love and compassion the old-fashioned way." - Martin Lindstrom, author of “Brandwashed: Tricks Companies Use to Manipulate Our Minds and Persuade Us to Buy.”