Melamente assorto

HE PATOS ZERO


In questo periodo fioccano le ricostruzioni e le "consecutio" sulla malattia e morte di Steve Jobs, ovviamente (se ne leggete qualcuna, segnalatemela, grazie). Se n'e' occupato Mantellini sul Post, l'altro giorno, (non sul suo blog-favo di ultrafanboys Apple, pero') cosi' come oggi se ne occupa Serpiko su Mente Critica. La tesi di Serpiko, ovvero che l'uscita di iPhone 4S sia stata pianificata a tavolino per coincidere con la morte dell'ex CEO di Apple, non mi sento di condividerla. Non certo perche' del tutto inverosimile, quanto perche' inconcepibile e mostruosa, almeno ai miei occhi. Ripubblico pero' la foto dell'articolo che illustra perfettamente un concetto che condivido appieno con Serpiko (e non con Mantellini), e del quale ho piu' volte parlato su questo blog.
Ma torniamo a Mantellini. Scrive nella sua ricostruzione:"Poi dopo qualche tempo qualcosa è andato storto. Qui le cose si complicano perché Jobs ha smesso di dare informazioni sul proprio stato di salute (tranne una cosa improbabile che Apple ha raccontato inizialmente sul dimagrimento legato ad una terapia antibiotica). La cosa più probabile è che, come capita in certi rari casi, il raro tumore neuroendocrino di Jobs fosse uno di quelli più maligni, capaci di metastatizzare a distanza (tipicamente al fegato). Qui, nella fortuna di non aver avuto un adenocarcinoma, Jobs è stato molto sfortunato. Probabilmente le metastasi epatiche, quando diagnosticate, erano troppe o troppo diffuse per poter essere asportate una ad una dal chirurgo, probabilmente a quel punto l’unica alternativa rimasta era quella della chemioterapia. Che in genere su questi tumori funziona poco ed ecco spiegato il graduale lento scadimento delle sue condizioni fisiche. Probabilmente."Tono semiscandalizzato fuori luogo a parte (non ha alcuna ragione di esistere, dato che Mantellini e' stato sempre uno dei piu' arcigni sostenitori del diritto alla privacy di Jobs: ora non gli e' permesso spacciarsi per quello che "era meglio la trasparenza"), qui ci sono alcune "inesattezze sfuggite" alla sua penna (ricordo che stiamo parlando di uno che possiede praticamente tutti i gadget Apple). Nulla cui non si possa rimediare, intendiamoci: basta sostituire il termine "cosa improbabile" con "menzogna spudorata" e il gioco e' fatto. La sua ricostruzione, pero', e' lacunosa anche riguardo il secondo vergognoso e piu' grave mendacio jobbiano: quello sul fantomatico "scompenso ormonale". Lo ricordo brevemente: nove giorni dopo il comunicato ufficiale di Steve Jobs del 5 Gennaio 2009, col quale il CEO di Apple rendeva noto ufficialmente (postumi dell'influenza permettendo) di soffrire di uno "scompenso ormonale" e, due dopo, di ritirarsi temporaneamente a causa, non di una grave malattia, ma della "curiosita' sul mio stato di salute" (facendo intendere che, in mancanza di tale curiosita', avrebbe potuto continuare tranquillamente a dirigere Apple), il 16 Gennaio 2009 Il Sole 24 Ore pubblicava un pezzo tratto da Bloomberg intitolato: "Apple, per Steve Jobs probabile un trapianto di fegato". Chiaro che mentre raccontava la fandonia dello "scompenso ormonale", Jobs faceva la spola lungo gli USA col Jet per procurarsi un fegato nuovo fiammante. Piccole inesattezze, intendiamoci. Difficile ricordare questi insignificanti dettagli per uno impegnato come Mantellini, immagino. Ma proseguiamo con la lettura:"L’ultimo passo del doloroso percorso è stato, sempre probabilmente, una pazzia. Il trapianto di fegato in genere non è una delle opzioni possibili per i pazienti neoplastici con metastasi epatiche, per la semplice ragione che è un intervento molto importante (e con molte implicazioni etiche sulla scarsità degli organi dei donatori) e generalmente del tutto inutile. Però Steve Jobs non era un paziente normale ed è possibile che quell’intervento gli abbia regalato qualche mese di vita in più (oltre che un fegato in meno per un altro paziente che invece sarebbe potuto guarire dalla sua malattia)."Ma senti, senti cosa abbiamo qui: Massimo Mantellini scopre oggi che Steve Jobs con ogni probabilita', grazie al suo denaro e potere, ha sottratto un fegato ad una persona che ne aveva diritto piu' di lui (e che di conseguenza e' morta). Una "pazzia", la definisce. Anche qui, non provate anche voi una curiosa sensazione di deja-vu? Beh, come dire: mezza verita' e' sempre meglio di niente, no? O peggio, di una bugia. Meglio mezza verita' che le omissioni, i paraculismi e le frottole di chi, per intenderci, come SetteBitAntonio Dini e Macity, Mela morsicata, Melablog e tanti, tanti altri, hanno fatto della negazione piu' ostinata di fronte perfino alla piu' palese evidenza, il vessillo di una professione di fede fanboiarda che rasenta per molti aspetti la patologia tipica del fanatismo religioso. In chiosa d'articolo Mantellini afferma che:"Spesso le malattie sono mostri misteriosi, il loro decorso è allergico al senno di poi, sono in grado di generare reazioni e comportamenti inaspettati."Per conto mio, almeno in questo caso, queste sono grosse balle. Riguardo la salute di Jobs e la gestione "differente" della verita', ho cominciato a sentire puzza di bruciato fin da meta' 2008 e l'ho subito scritto. E  non e' che sono paragnosta: le informazioni che avevo io le avevano tutti, figurarsi se non le aveva Mantellini. Mi spiace ma cio' che lui chiama "senno di poi" non mi riguarda. La pletora di link che ho incollato, se non la lettura del mio blog da tre anni a questa parte, sta a testimoniare che il mio e' stato "il senno di prima". Quindi qui non e' questione di tempistica del senno, caro Mantellini, ma di coraggio nel dire cosa si pensa, nel momento in cui lo si pensa. Al netto di ipocrisie, piaggerie e convenienze. E sappiamo tutti cosa diceva Don Abbondio del coraggio.