"Il disumano Steve Jobs - L'arroganza e l'insensibilità sono i tratti principali del suo carattere raccontati nella biografia uscita in tutto il mondo. Dopo la morte di Jobs, poi, Isaacson ha raccontato che la volontà di Jobs era stata di lasciare il racconto della sua vita per i suoi figli, che aveva spesso trascurato per il suo lavoro. Ma la lettura che i giovani Jobs si troveranno di fronte non sarà facilissima da digerire, sempre che non siano già preparatissimi a un racconto così spietato del carattere di loro padre. Il libro è infatti una insistente descrizione dei ripetuti egoismi, infantilismi, arroganze, insensibilità di Jobs, alternata a una celebrazione della grandezza straordinaria delle sue intuizioni, della sua volontà e dell’impresa rivoluzionaria che ha costruito. In oltre seicento pagine di efficace e attenta divulgazione delle successive scelte tecnologiche ma soprattutto di scontri umani, tensioni, drammi, caratteri, e amicizie infrante e rivalità acerrime (e i protagonisti si mettono a piangere un sacco, nei momenti più tesi e drammatici, malgrado siano ormai uomini fatti). Due grandi filoni tornano: Jobs era un uomo che pensava che le regole non lo riguardassero, e che praticava una “distorsione della realtà” per ingannare se stesso e gli altri. Le molte testimonianze raccolte da Isaacson hanno un tratto comune: praticamente tutte raccontano cose umanamente orribili di Jobs e dei suoi atteggiamenti con gli altri, anche con le persone più care e leali. Prima o poi, ha deluso o tradito quasi tutti: la differenza è tra chi reagisce dicendo “Steve è fatto così” e chi non gliela perdona." - Luca Sofri, da Il Post. E pensare che fu proprio Luca Sofri, quale fanboy della prima ora, a tenere a battesimo il celebre saggio filosofico di Antonio Dini: "Emozione Apple". Come cambiano le prospettive, eh? A dirla tutta queste "rivelazioni" a me non rivelano un'emerita mazza. Da quando ho aperto questo blog non ho fatto quasi altro che definire i comportamenti di Steve Jobs con aggettivi quali: "protervo", "prepotente", "arrogante" e, soprattutto: "mendace". Ma evidentemente il Reality Distortion Field ha presa su alcuni piu' che su altri. Certo, non avere il salame sugli occhi a volte aiuta; e magari un'oncia di autocritica piu' mezza scusa ai lettori per la massiccia somministrazione articoli leccalecca su Steve Jobs un giorno si e l'altro pure operata dai fanboys annidati, non ci starebbero malissimo, giu' dalle parti del Post. Comunque sia, dico benvenuto anche a Luca Sofri e gli preannuncio che non e' finita qui. Su Santo Steve, col tempo, ne scopriremo eccome, di altarini.
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"Il disumano Steve Jobs - L'arroganza e l'insensibilità sono i tratti principali del suo carattere raccontati nella biografia uscita in tutto il mondo. Dopo la morte di Jobs, poi, Isaacson ha raccontato che la volontà di Jobs era stata di lasciare il racconto della sua vita per i suoi figli, che aveva spesso trascurato per il suo lavoro. Ma la lettura che i giovani Jobs si troveranno di fronte non sarà facilissima da digerire, sempre che non siano già preparatissimi a un racconto così spietato del carattere di loro padre. Il libro è infatti una insistente descrizione dei ripetuti egoismi, infantilismi, arroganze, insensibilità di Jobs, alternata a una celebrazione della grandezza straordinaria delle sue intuizioni, della sua volontà e dell’impresa rivoluzionaria che ha costruito. In oltre seicento pagine di efficace e attenta divulgazione delle successive scelte tecnologiche ma soprattutto di scontri umani, tensioni, drammi, caratteri, e amicizie infrante e rivalità acerrime (e i protagonisti si mettono a piangere un sacco, nei momenti più tesi e drammatici, malgrado siano ormai uomini fatti). Due grandi filoni tornano: Jobs era un uomo che pensava che le regole non lo riguardassero, e che praticava una “distorsione della realtà” per ingannare se stesso e gli altri. Le molte testimonianze raccolte da Isaacson hanno un tratto comune: praticamente tutte raccontano cose umanamente orribili di Jobs e dei suoi atteggiamenti con gli altri, anche con le persone più care e leali. Prima o poi, ha deluso o tradito quasi tutti: la differenza è tra chi reagisce dicendo “Steve è fatto così” e chi non gliela perdona." - Luca Sofri, da Il Post. E pensare che fu proprio Luca Sofri, quale fanboy della prima ora, a tenere a battesimo il celebre saggio filosofico di Antonio Dini: "Emozione Apple". Come cambiano le prospettive, eh? A dirla tutta queste "rivelazioni" a me non rivelano un'emerita mazza. Da quando ho aperto questo blog non ho fatto quasi altro che definire i comportamenti di Steve Jobs con aggettivi quali: "protervo", "prepotente", "arrogante" e, soprattutto: "mendace". Ma evidentemente il Reality Distortion Field ha presa su alcuni piu' che su altri. Certo, non avere il salame sugli occhi a volte aiuta; e magari un'oncia di autocritica piu' mezza scusa ai lettori per la massiccia somministrazione articoli leccalecca su Steve Jobs un giorno si e l'altro pure operata dai fanboys annidati, non ci starebbero malissimo, giu' dalle parti del Post. Comunque sia, dico benvenuto anche a Luca Sofri e gli preannuncio che non e' finita qui. Su Santo Steve, col tempo, ne scopriremo eccome, di altarini.