Melamente assorto

GLOBALE VILLAGGIO


"Fantozzi non è morto. La notizia del decesso di Paolo Villaggio, rapidamente diffusa su Facebook nel pomeriggio di sabato, era una bufala. (...) Condividere è ormai una azione casuale e senza grandi responsabilità e se gli utenti mostrano in molti casi di non saper pesare le parole in rete (a differenza di quanto probabilmente farebbero altrove), la vaghezza è ulteriormente stimolata dalla piattaforma stessa: per esempio Facebook ci propone il link “condividi” subito al di sotto di una riga e mezzo di preview di un articolo che ancora non abbiamo letto. Prima condividi – sembrano dirci – poi, eventualmente, leggi. In ogni caso, al di là delle furbizie della piattaforma, il problema centrale risiede altrove e siamo evidentemente noi stessi. Il fatto è che, come sempre accade, a grandi opzioni corrispondono altrettanto grandi responsabilità. Internet è oggi una piattaforma di pubblicazione che si è fatta improvvisamente adulta e che richiederebbe ai propri utilizzatori analoga raggiunta maturità." - Massimo Mantellini. Al sermone-pistolotto socionettiano domenicale di Massimo Mantellini manca decisamente qualcosa, questa settimana. Perche' se e' vero che spesso si spacciano bufale per notizie autentiche, e' altrettanto vero che a volte notizie autentiche vengono spacciate per bufale. Ovviamente, in questi rari casi, Dio scampi il predicatore di turno dalla responsabilita' -e liberi- dal dovere di scendere per un secondo dal pulpito della sacra parola digitale di-vulgata per correggersi ed ammettere l'errore conclamato di aver definito chi si limitava a documentare la triste realta' dei fatti -smentendo con cio' stesso le innumerevoli voci di chi inventava panzane su miracolosi avvistamenti- "merda" e "squalo". Di conseguenza lo liberi altresi' dalla responsabilita' di fare un'oncia di autocritica e di analisi sulla genesi e sullo sviluppo di tali macroscopiche cantonate. Si chiama " rettifica", se non ricordo male.