Melamente assorto

COSI' FAN TUTTI I BOYS


"Secondo il Korea Daily, gli operai cinesi che producono gli iPad collettivamente guadagnano 8 dollari per iPad (pari all’1.6% del modello più economico di iPad), mentre gli operai delle fabbriche sud-coreane condividono 34 dollari per unità, ovvero il 6.8% del prezzo di vendita" - Mela Marcia.
Se nei giorni scorsi, in occasione dell'inizio delle ispezioni (niente affatto a sorpresa) della Fair Labour Association nelle fabbriche Apple delocalizzate in Cina, non mi sono unito al salmodiante coro ottimista e unanime di ringraziamento e di giubilo , in effetti un motivo c'e'. Si tratta sostanzialmente di rispondere ad un unico, semplice ma ineludibile interrogativo: come puo' definirsi "indipendente" un ente -come la FLA- cosi' generosamente irrorato dal denaro di quelle stesse multinazionali che e' al contempo incaricato di verificare e certificare? La risposta e' una sola, ovviamente: non puo'. E i prevedibili risultati di questo monumentale conflitto d'interessi gia' si vedono. Detto questo, pero', nasce un'altra domanda: a questo punto vale ancora (ammesso che l'abbia mai fatto) il mantra del cosi' fan tutti? In altre parole: e' ancora valido l'argomento preferito (e abusato) dai fanboys, ossia che -Apple non ha alcuna responsabilita' perche' Foxconn non e' Apple e Apple non e' Foxconn. Apple non puo' imporre a Foxconn la propria volonta', dato che Foxconn e' una compagnia assolutamente indipendente e autonoma, tanto e' vero che fabbrica per tutti i grandi della tecnologia-? Perche' se cosi' e', ovvero se cio' corrisponde realmente a verita', allora non si spiega assolutamente il fatto che Apple ora impone ispezioni da parte di un ente terzo (per finte che siano) presso gli impianti di un'azienda indipendente e potente come la Foxconn; e per di piu' in territorio non USA. Eh no che non si spiega. Certo, a questo punto gente abituata a "ragionare con la propria testa" (e non, invece, coi comunicati stampa di Cupertino -probabile anzi che a Cupertino ci si ispiri spudoratamente alla brillante prosa "puciana"-) del calibro di Domenico Galimberti sapranno certo dipanare al piu' presto questo intricato e increscioso garbuglio.