Melamente assorto

FALLI MENTI


"Denunciata da Apple una società cinese per l’uso del nome EPAD  - In Cina Apple ha già in corso una battaglia legale con Proview per l’utilizzo del nome iPad. Quest’ultima società è da tempo sull'orlo del fallimento  e sta provando ogni genere di azione per tentare di spillare soldi a Cupertino, arrivando anche a chiedere il blocco delle vendite del tablet di Apple.  Il tribunale di Shanghai ha qualche settimana addietro stabilito che le vendite di iPad non devono essere bloccate. Durante la sentenza, i legali della Mela hanno attaccato duramente la società che sostiene di possedere ancora il marchio iPad per la Cina dichiarando che "Proview non ha prodotti, né clienti, né mercato, né fornitori. Non ha niente". Si tratterebbe, secondo gli avvocati di Apple, di una scatola vuota, tenuta in piedi per risanare con la mossa della denuncia una parte degli immensi debiti accumulati (per i legali di Proview, Cupertino dovrebbe pagare 400 milioni di dollari)." - Macity. Accantonando per una volta il ridicolo gangsterismo legaloide della fattispecie "EPAD", direi che e' giunta l'ora di spazzare via una volta per tutte questa scostumata argomentazione -presentata da Apple e subito copincollata dalla canea fanboiante dei siti Applecoronati- del: "siccome Proview e' una compagnia in passivo, allora i suoi brevetti e marchi registrati possono essere rubati da Apple". Rammento infatti agli smemorati spara-panzane made in Cupertino, che nel 1996 Apple fu a sua volta in crisi nera e sull'orlo del fallimento. Tuttavia nessuno allora (tantomeno in seguito) immagino', anche solo come ipotesi scolastica, di attribuirne i marchi e brevetti sol per questo motivo a Microsoft, per dire (Microsoft che invece la salvo' sul precipizio). O di impedirle di ripianare i debiti attraverso la riscossione delle proprie royalties. E poi, per dirla tutta, meglio una sola, minuscola "scatola vuota" che si batte contro la multinazionale piu' ricca del globo, di centomila scatole craniche piene delle stessa identiche cazzate.