Melamente assorto

A VICENDA MENTI


"Foxconn: nessuna suggestione, le violazioni ci sono e gravi - Fair Labor Association (FLA) ha redatto il rapporto sulle condizioni dei lavoratori in Foxconn: confermati gli abusi sui lavoratori e le gravi violazioni sia in termini di compensazioni economiche che di orari. Tutte e tre le fabbriche visitate dalla FLA violano gli standard e le normative sugli orari di lavoro cinesi. FLA ammette che il lavoro supera le 60 ore settimanali per operaio, quando 49 ore settimanali è il limite legale della legislazione cinese. Ora Foxconn promette che dal primo luglio 2013 passerà dalle oltre 60 ore settimanali a 49 ore a settimana. Metà degli operai afferma di lavorare più di 11 ore per turno. Il 14% ha denunciato che il mancato o scorretto pagamento degli straordinari: basta fare 29 minuti invece di 30 per saltare il pagamento dello straordinario; oppure con 59 minuti invece di 60, viene pagata solo mezz’ora di straordinari invece di un’ora. Giovanissimi operai, dai 16 ai 17 anni, sono stati individuati in aree a rischio (esposizione a sostanze chimiche oppure a fattori fisici pericolosi come polveri di alluminio, rumori, vibrazioni e condizioni termiche)." - MelaMarcia, 30 Marzo 2012. "«Palesemente false ed offensive». Tim Cook bolla in questo modo le vicende sulle condizioni di lavorodi alcuni dei partner Apple negli stabilimenti cinesi, raccontate dal New York Times. La replica tempestiva al lunghissimo e dettagliato articolo arriva in una lettera inviata ai dipendenti Apple." - Macity, 27 Gennaio 2012. Ecco dunque come stanno le cose. Nonostante il fatto che Apple paghi FLA e che quindi sussista un monumentale conflitto d'interessi; nonostante il fatto che le ispezioni di FLA siano state annunciate con largo anticipo e che quindi Foxconn abbia avuto tutto il tempo di nascondere la polvere sotto il tappeto, il risultato e' piuttosto chiaro e un'oncia di verita' viene a galla, alla fine. Tim Cook -esattamente come il suo mendaCEO predecessore, Steve Jobs- ha mentito. Lui ha mentito e il New York Times ha scritto la verita'. E Mike Daisey il bestemmiatore -mediaticamente lapidato e liquidato da legioni di fanboiardi per conto e in nome di una multinazionale multimiliardaria i cui comprovati metodi neoschiavistici aveva osato attaccare- aveva ragione da vendere. E se oggi Apple afferma (per l'ennesima volta peraltro) di avere imboccato finalmente la strada del rispetto dei diritti umani e del lavoro piu' elementari, non lo si deve certo alla propaganda strombazzata dalla immensa canea di para-siti della mela che infesta la rete. Gente buona perlopiu' a fotocopiare i bugiardi comunicati stampa di Cupertino., oltre che a campare sulle sue spalle, ovviamente Se un miglioramento ci sara' (e sottolineo tre volte il "se"), sara' merito proprio dello sputazzato e sputtanato Daisey. Sara' di Sacom e del New York Times e di tutti quei siti che non hanno avuto tanti riguardi per "Sua Maesta' Stay foolish", quanti ne hanno avuti per l'ultima delle operaie cinesi intossicate per lucidare gli schermi dell'iGeggio di turno. Oltre che, molto piu' in piccolo, di oscuri blog di minoranza come MelaMarcia e quello che state leggendo.