Melamente assorto

LA RIVOLTA DEGLI iNDIGNAVOS


"Un paio di giorni fa, un articolo articolo del New York Times ha denunciato le strategie legali con cui Cupertino riesce a risparmiare miliardi di dollari di tasse l’anno. Per farla breve, fatte le dovute somme, si scopre che su 34,2 miliardi di dollari di profitti, Apple ha riconosciuto ai vari governi 3,3 miliardi di dollari in tasse: praticamente un’aliquota media reale da sogno del 9,8% tutto incluso. Al clamore sollevato da questa notizia, Apple ha risposto ricordando la “quantità enorme di tasse” che versa ai governi locali, statali e federali, cui si aggiungono i 500.000 posti di lavoro creati solo negli Stati Uniti. Per carità si tratta di iniziative lodevolissime, ma la beneficenza c’entra poco con la questione; e volendo infierire, si potrebbe anche aggiungere che 47.000 posti a tempo indeterminato su 500.000 sembrano un po’ pochi. Ma non è neanche questo il vero problema. Non si può prendersela con Apple solo perché insegue a suo vantaggio le scorciatoie che il legislatore le offre; l’indignazione alla notizia, in altre parole, deve essere scaturita da ragioni di opportunità e delicatezza, soprattutto in un periodo storico in cui le nuove generazioni si trovano senza tutele e con un debito gigantesco da ripagare che neppure hanno creato. Insomma, l’indignazione è comprensibile, ma non è ad Apple che deve essere indirizzata." - Melablog. Palle per polli. Come quella che "Apple fa la carita'". Come quella che Apple "non evade ". Come quella che solo il 13,9% dei suoi profitti e' stato generato negli USA. Tutti sappiamo bene o facciamo finta di non saperlo, che l'immane impalcatura per non pagare il sacrosanto dovuto (ovvero restituire parte dei multimiliardari introiti alla gente comune) di Apple si regge fondamentalmente su una singola, unica menzogna: quella che riversa (per esempio) gli introiti della vendita di una canzone ad un cliente residente negli States, dritta in Lussemburgo, facendola figurare come vendita avvenuta all'estero. Una mendacio reso possibile dalla natura digitale della merce che Apple distribuisce, ma che sarebbe impensabile altrimenti. Difatti il problema di Apple (ma Apple e' solo la piu' grossa tra le svariate multinazionali che evadono le tasse con menzogne del genere) ora e' di "scudare " (ripulire) questa immane massa di denaro "lordo", cosi' da farne finire un altro po' nelle gia' stracolme tasche dei manager ultramiliardari eredi di Steve Jobs. Ed ecco che grazie alle lobbies alimentate col denaro accumulato in virtu' di quelle stesse bugie, si cerca di ricattare l'amministrazione Obama con un aut-aut: o ci tagli drammaticamente le aliquote, oppure lasceremo tutti i soldi all'estero. E il cerchio dello sporco gioco di Apple si chiude in bellezza. Ma non ditelo al fandignavo Appleboy, che poi ci resta male.