Melamente assorto

RINCULI TERMONUCLEARI


"Le parole di Steve Jobs contro Android potrebbero danneggiare Apple. L’ex CEO di Apple era convinto che Eric Schmidt, attuale presidente di Google, aveva portato informazioni su iOS in Google per permettere la creazione di Android quando era nel consiglio di amministrazione di Apple. In questo furto di idee sarebbe implicato anche Andy Rubin, creatore di Android, che fu anche ingegnere in Apple. Per Steve Jobs queste due persone si allearono per costruire un sistema concorrente ad iOS osservando cosa accadeva all’interno di Apple. Questa sorta di tradimento portò a un sentimento di disprezzo verso l’OS di Google." - Melamorsicata. Ancora nessun fanboy -men che meno gli azzeccagarbugli di Cupertino che farfugliano di non si sa bene che "emotivita' della giuria" (e infatti il giudice ha saggiamente respinto l'istanza)- e' riuscito a spiegare perche' mai le parole di Steve Jobs dovrebbero danneggiare Apple. E del resto pare impresa almeno ardua, visto che -al contrario- quelle del defunto iCEO paiono obiettivamente accuse piuttosto precise; gravi almeno quanto circostanziate, direi. Dunque perche' mai esse dovrebbero rappresentare un danno per la compagnia? Visto che nessun para-sito della mela lo spiega, cerco di farlo io. I casi sono due, naturalmente: a) Steve Jobs ha detto la verita' (ossia Google ha "rubato" Android ad Apple) oppure b) Steve Jobs ha mentito (ossia Google non ha "rubato" Android ad Apple). Ebbene solo e soltanto in uno dei due casi Apple potrebbe venir danneggiata da quelle gravi accuse (ricordo che Steve Jobs ha scelto di pronunciarle nella sua biografia autorizzata, non al bar davanti a un bicchiere o a cena tra amici): nel caso in cui venisse accertato che esse attestavano il falso. Il contraccolpo negativo certo danneggerebbe l'immagine di Jobs in modo pesante e di conseguenza colpirebbe duramente quella di Apple stessa. La multinazionale californiana infatti ormai basa gran parte del suo successo sulla propria immagine -che e' tutt'uno con quella del suo fondatore- piuttosto che su quello dei suoi prodotti. Di piu': gli uni sono divenuti ormai funzione dell'altra, e non piu' viceversa come un tempo o come dovrebbe essere (tanto e' vero che i migliori prodotti Apple -per definizione- sono sempre quelli che debbono ancora uscire, cioe' quelli che non esistono). Apple basa il suo successo esplosivo sul desiderio dell'oggetto in se', per cio' che esso rappresenta, non per quello che fa o per cio' a cui serve. A volte anzi il successo arriva a dispetto dei conclamati difetti tecnici del prodotto (es Antennagate o Siri). Esso si basa ormai quasi totalmente sul brand-appeal e sulla mitopoiesi geniofeticista del culto della personalita' jobbiana. Per questo un danno all'immagine di Jobs e' fuori discussione, per Apple. A Cupertino ovviamente si conosce da sempre la verita' -ovvero che Android e' nato prima di iOS e che Google l'ha acquistato gia' pronto nel 2005, quando iPhone era ancora neppure un rumor- Proprio per questo Apple oggi ha bisogno di zittire Steve Jobs ad ogni costo.