Melamente assorto

SIR PARSIFALS


Narra un'incredibile leggenda che in un paese lontano lontano vi fosse una multinazionale multimiliardaria che fabbricava, tra le altre cose, un telefono. Essa fu suo malgrado costretta -da una malvagia accolita di consumatori chiamata class action, ma soprattutto da un malvagio giudice- a risarcire tutti gli acquirenti (che lo avessero desiderato e che non avessero ovviamente gia' ricevuto nel frattempo soddisfazione) di quel certo telefono, per compensare i disagi causati da un "del tutto ininfluente" difetto di ricezione chiamato Antennagate. Narra poi una seconda e ancora piu' assurda leggenda che sempre in quel paese lontano lontano vi fosse un signore ultraricco e ultrapotente, seppure molto malato. Anzi per la verita' egli aveva assai poco da vivere, ma nessuno lo sapeva. Perche'? Perche' lui diceva di star bene, ecco perche'. In effetti qualcuno ogni tanto tentava di raccontare la verita', ma siccome il miliardario aveva mentito spudoratamente a tutti per anni, tutti credevano che egli fosse davvero in, se non eccellente, discreta salute. Quantomeno mostravano di crederlo. Poi un giorno un blasfemo e fetido giornalaccio pubblico' alcune immagini che lo ritraevano in pessime condizioni: condizioni da malato terminale. Ovviamente nemmeno a queste ultime la gente volle credere, tanto era stata bombardata di frottole. Non solo: aizzata da ulteriori menzogne, la folla ululo' che si trattava di fotomontaggi e di sporchi trucchi per infamare quel nobile e sempre sincero genio miliardario. I rei d'aver osato infamarlo chiamandolo "malato terminale" furono condannati seduta stante per ignominia e lesa maesta' plurima. Nonostante cio', poche settimane dopo il signore ultrapotente e ultraricco purtroppo mori'. Morale della favola? Nessuna, per carita': si tratta solo di leggende. In fondo sappiamo tutti che, in entrambi i casi, i fatti sono andati in modo del tutto diverso. E meno male che ancora oggi si trovano encomiabili pagine come questa -mai smentita ne' rettificata- a imperitura testimonianza del fatto che c'e' chi "non gira come una banderuola", ma tiene dritta la barra dell'onesta' intellettuale e della verita'. E come potrebbe essere diversamente? Un cavaliere non dice bugie: mai.