Melamente assorto

L'APPLOSTOLO ANTONIO


"Quanto di più falso si potrebbe dire e scrivere riguardo a Steve Jobs? Ah, se bastasse urlare improperi ai dipendenti e fare qualche scenata, magari girando vestiti come hippie di mezza età, per creare Apple, l'azienda con la più grande capitalizzazione al mondo. Troppo facile spiegarla così, troppo facile liquidare così Steve Jobs. Walter Isaacson, il biografo di Jobs nonché illustre e titolato giornalista, l'ha fatto: sarà questo il peccato mortale che segnerà la sua carriera (salvo non riscriva una seconda edizione più appropriata della biografia ufficiale di Steve Jobs) perché ha voluto correre e semplicemente assemblare quel che pensava di aver registrato e capito di Jobs stesso. Quale sublime esempio di tracotanza e di presunzione, ma non dell'ammalato Jobs, bensì dello stesso Isaacson! [...] Lo studente svogliato, il ribelle che voleva mettere la bandiera da pirata sopra la palazzina dove lavorava il team che ha creato il primo Macintosh è stato un lavoratore indefesso, un uomo dalla visione straordinariamente precisa e dettagliata oltre che unica, una sorta di veggente. Ha disegnato buona parte del futuro, del nostro futuro, utilizzando la tecnologia come leva e facilitatore, ma non si è limitato (come fa la concorrenza coreana) a vomitare tonnellate di apparecchi luccicanti sul mercato. Ha lasciato un segno nella storia, una tacca nel nostro universo. [...] Allora per una volta, per un giorno, almeno nel giorno in cui si ricorda Steve Jobs a un anno dalla sua scomparsa, non ascoltate chi vi  ricorderà che era un tiranno e che i suoi dipendenti avevano il terrore di prendere l'ascensore con lui per paura di essere licenziati e magari perché puzzava dato che come hippie non si lavava neanche perché non credeva nel sapone. Non fatevi prendere in giro. Lasciamo ai mediocri e al loro tempo, alle loro invidie questi pensieri. Spostiamoci più in alto, dove si trovava Jobs." - Antonio Dini. Nessuno si e' salvato dalla gragnuola degli sputazzi d'inchiostro schizzati a trecentosessanta gradi da questo fantastico articolo -ierofanico piu' che agiografico- di Antonio Dini. Un tripudio di acuti insulti tenorili da restarci con le orecchie ronzanti per un bel po'. In questo delirio panico di jobbolatria ce n'e' per tutti, a cominciare dal povero Walter Isaacson -biografo ufficiale prescelto da Steve Jobs in persona- accusato pubblicamente dall'applostolo Dini di peccato mortale, falso e incompetenza oltre che definito "tracotante presuntuoso"- per finire a tutto il resto del mondo non credente nel genio visionario "disegnatore di futuri nonche' veggente taccatore d'universi". Non date ascolto a tutti quei "mediocri e invidiosi" (infedeli e miscredenti) che Steve Jobs lo hanno conosciuto personalmente e hanno lavorato al suo fianco magari per anni: lui solo, l'applostolo Antonio, conosce la verita'. Insomma non perdetevi la lettura integrale di questa autentica piece destinata a diventare, nei prossimi anni, un classico del comico-tecnogrottesco.