Melamente assorto

THINK DIFFERENT RENT


"Niente lavoro minorile: Apple caccia un fornitore cinese - Negli anni scorsi erano uscite numerose notizie di abusi, suicidi, violenze e intollerabili condizioni di lavoro da parte delle persone cinesi impiegate nella produzione di apparecchiature elettroniche in conto terzi, soprattutto per Apple. L'opinione pubblica ha fatto una discreta pressione soprattutto sull'azienda americana (non sono note iniziative sistematiche da parte delle associazioni contro gli altri produttori di tecnologia che lavorano con Foxconn e il resto della gigantesca galassia di produttori di apparecchi elettronici) sino a che Apple non ha messo in piedi una campagna di riorganizzazione attorno a valori etici e impegni concreti del suo lavoro con i terzisti asiatici. I buoni frutti di questa meritevole campagna stampa, che aveva procurato un discreto clamore e critiche serrate soprattutto ad Apple, adesso stanno arrivando." - Antonio Dini, 28 gennaio 2013 "La domanda che molti si stanno ponendo in America, mentre devono decidere se sia più civile boicottare i prodotti Apple oppure no, è in realtà semplice: sarebbe meglio per gli operai cinesi se le fabbriche di Foxconn chiudessero e loro dovessero tornare in campagna? E soprattutto, se Apple smettesse di produrre iPhone e iPad, Foxconn chiuderebbe i battenti o troverebbe altri clienti e altri prodotti da realizzare?" - Antonio Dini, 22 febbraio 2012 Rotti ad ogni cambiamento di rotta, costoro -che fino all'altro ieri hanno taciuto nella migliore delle ipotesi, stendendo la soffice e calda coltre del loro compiacente silenzio sulle malefatte di Apple- oggi si ergono in tutta la loro statura a pubblici patrocinatori dei diritti dei lavoratori cinesi sfruttati da Cupertino, non meno che degli sviluppatori e clienti angariati e vilipesi dalla sue arcigna censura. Cosi' Antonio Dini, come potete leggere; cosi' Massimo Mantellini, solo di poco piu' sobrio ed elegante nei modi quanto degno emulo nella sostanza. Noi, quelli dal pensiero che non muta in sincronia con quello del committente -io, MelaMarcia e pochi altri-  che invece la "meritevole campagna stampa" (a proposito: dice niente il nome Mike Daisey?) nel nostro piccolo l'abbiamo iniziata; noi che non abbiamo mai cambiato idea, che abbiamo sbraitato invano queste cose per anni, pigliandoci gli sputazzi e le accuse di Applehaterismo se non di mercenarismo in favore della concorrenza (nel migliore dei casi ci accusavano di "esagerazione"), noi oggi restiamo a guardare. Anche se davanti certi spettacoli, e non parlo di Daisey, sarebbe meglio non farlo.