"Il giudice: Samsung non ha violato deliberatamente i brevetti Apple - [...] in buona sostanza, vengono meno le basi per accusare Samsung per la ragione che quest’ultima era sinceramente convinta della non-validità dei brevetti Apple; non-validità che però non era oggetto di dibattimento, e che quindi è ancora tutta da provare. E sulla questione, argomento chiuso. La Koh ha infatti negato un ulteriore appello come richiesto dalla società sudcoreana [...]" - Melablog Correggetemi se sbaglio: il giudice Lucy Koh ha sancito una volta per tutte la buonafade di Samsung, giusto? Beh, io dico che Lucy -ora che ha tutti gli occhi puntati addosso- ci sente eccome. E Lucy adesso balla al ritmo di una musica del tutto diversa dalla sua preferita. Si perche' questo ha tutto l'aspetto di un chiodo nella bara della sua precedente sentenza, quel pasticciaccio brutto da un miliardo di dollari affidato nelle mani di un presidente della giuria bancarottiere per debiti nei confronti di una societa' ora posseduta da uno dei due contendenti (il soccombente), per capirci. Un pasticciaccio che, come il precedente a suo nome, con questa decisione accelera ulteriormente la sua corsa sull'autostrada a dodici corsie verso la revisione in appello.
LUCY CAN DANCE
"Il giudice: Samsung non ha violato deliberatamente i brevetti Apple - [...] in buona sostanza, vengono meno le basi per accusare Samsung per la ragione che quest’ultima era sinceramente convinta della non-validità dei brevetti Apple; non-validità che però non era oggetto di dibattimento, e che quindi è ancora tutta da provare. E sulla questione, argomento chiuso. La Koh ha infatti negato un ulteriore appello come richiesto dalla società sudcoreana [...]" - Melablog Correggetemi se sbaglio: il giudice Lucy Koh ha sancito una volta per tutte la buonafade di Samsung, giusto? Beh, io dico che Lucy -ora che ha tutti gli occhi puntati addosso- ci sente eccome. E Lucy adesso balla al ritmo di una musica del tutto diversa dalla sua preferita. Si perche' questo ha tutto l'aspetto di un chiodo nella bara della sua precedente sentenza, quel pasticciaccio brutto da un miliardo di dollari affidato nelle mani di un presidente della giuria bancarottiere per debiti nei confronti di una societa' ora posseduta da uno dei due contendenti (il soccombente), per capirci. Un pasticciaccio che, come il precedente a suo nome, con questa decisione accelera ulteriormente la sua corsa sull'autostrada a dodici corsie verso la revisione in appello.
