Melamente assorto

VINCE NON SI CONVINCE


"La nouvelle vague Apple - Esame superato a pieni voti da Tim Cook e dai suoi: dopo mesi di difficoltà e di dubbi sulla tenuta dell’attuale formazione di Apple, rimaneggiata quattro mesi fa con l’esclusione di Scott Forstall, al primo importante appuntamento il gruppo convince e vince. [...] E Mac Pro assieme a iOS 7 sono i due esempi più eclatanti di questo fatto." - Antonio Dini, Macity 
Con la tronfia presentazione del suo nuovissimo Bidone Aspiratutto Pro 2013, Apple dimostra ancora una volta di aver perso completamente bussola, contatto e soprattutto ogni interesse con e per il mondo dei creativi e del lavoro ai piu' alti livelli. Una delle caratteristiche essenziali per definire un sistema adatto all'uso professionale e' infatti la sua espandibilita', flessibilita' modulare e aggiornabilita'; sottotitolato: du-ra-ta. Le macchine chiuse e supercostose come questa sorta di incrocio tra un cestino della carta straccia trendy e un portaombrelli per dandy, sono inutili almeno quanto rapidamente obsolescenti (e "obsolescenza" per un pro non significa altro che denaro e tempo buttati). Ancor piu' privo di senso e' lavorare di design spinto su una macchina che deve fare il mulo sotto la scrivania piuttosto che essere piazzata con la mela in bella vista per far colpo sul potenziale cliente che guarda dal vetro. Peraltro questo Mac Pro 2013 ha tutto l'aspetto del compitino a casa di uno studente di design al primo anno e con ogni evidenza rappresenta poco altro che un contentino per insufflare fiducia presso la sterminata plebe dei consumatori e degli investitori che ancora ripone fiducia in una Apple ormai simulacro gadgetto-modaiolo della grande azienda informatica d'avanguardia che fu. E se davvero a Cupertino ci si aspetta un massiccio ritorno dei professionisti grazie al dubbio appeal di questa sorta di scaldabagno d'autore (non lo credo), qualche delusioncina non tardera' ad arrivare.P.S. Antonio Dini "promuove" Apple? Visti i precedenti inquietanti, fossi in Tim Cook toccherei ferro. E chissa' se il tipo qui nella foto si chiama Vince.