Melamente assorto

ARRESTATE TIM COOK


Ma dico, ve l'immaginate in Italia (o altrove) un amministratore delegato di operatore telefonico rifiutarsi di ottemperare all'ordine di una Procura Della Repubblica, negando l'accesso delle forze dell'ordine ai tabulati per un reato di mafia o terrorismo: cosa gli accadrebbe? Arrestato su due piedi, con ogni probabilita'. Questo soggetto qui, invece, si sente talmente potente da permettersi di violare la legge e sfidare apertamente il potere giudiziario, legislativo ed esecutivo USA. Costui, in nome e per conto della compagnia multinazionale multimiliardaria che presiede e dei denari che essa ha accumulato, in sostanza si arroga il diritto di costituire un potere altro e opposto, eversivo a tutti gli effetti, rispetto a quelli legali dello stato. Il fatto che sia tutta una pantomima, ovviamente, non diminuisce la gravita del fatto. iOS e' tutt'altro che inviolabile (come l'app-ocalisse Xcode Ghost o quella di iCloud, tra le tante altre, dimostrano) e Apple infatti e' perfettamente in grado di mettere se stessa nelle condizioni di recuperare e fornire i dati richiesti; anche e soprattutto per questo non puo' essere permesso un tale comportamento illegale ed eversivo da parte di Cupertino. La questione e' di principio ed essenziale: Apple deve obbedire come tutti gli altri alla legge. In altre parole, noi popoli non possiamo permettere che ad un interesse privato sia consentito di violare, di essere al di sopra della legge, sia pure con l'alibi della protezione della privacy. Nessuno ha chiesto ad Apple di fare il (finto) cane da guardia ai nostri dati: Apple non ha vinto alcuna elezione, ne' e' stata nominata da qualcuno a sua volta eletto. Apple si limiti a costruire i suoi iGeggi e lasci ai poteri dello stato costituzionalmente riconosciuti e legalmente in carica di esercitare le loro funzioni e prerogative: si chiama democrazia. E se Cook non ha intenzione di rispettare la legge io dico che e' arrivata l'ora di far scattare le manette, a Cupertino.