"Sto leggendo per la terza volta la Anedda. Ho come l'impressione di entrare in una stanza in penombra, accecato dal sole. Lentamente le pupille si allargano e a fatica, distinguo le forme degli oggetti. A volte ho l'impulso di chiudere il libro, per paura che leggere i suoi dolori riscuota i miei".
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"Sto leggendo per la terza volta la Anedda. Ho come l'impressione di entrare in una stanza in penombra, accecato dal sole. Lentamente le pupille si allargano e a fatica, distinguo le forme degli oggetti. A volte ho l'impulso di chiudere il libro, per paura che leggere i suoi dolori riscuota i miei".