Melamente assorto

Ad ogni aggiornamento basta la sua pena


Giusto otto giorni fa m'era capitato di scrivere della spirale perversa in cui spesso si trovano presi molti utenti Mac, dovuta alla "sindrome da aggiornamento compulsivo indotto" (sviluppata per la prima volta da utenti Windows molti anni or sono). Gli effetti di tale patologia, portati alle loro estreme conseguenze (bisogno incontrollabile di aggiornare il sistema con conseguente assuefazione) e gli ormai sistematici danni che ne derivano, comportano inevitabilmente la necessita' e l'urgenza di somministrare l'unico antidoto efficace: il cosiddetto "downgrade". In altre parole (meno ironiche), scrivevo della pessima abitudine, da parte delle case madri, di pubblicare aggiornamenti di sistema non adeguatamente testati e verificati, e quindi di scaricare i tempi e i costi del beta-testing (cioe' del collaudo) sul malcapitato (e quindi doppiamente pagante) utente finale. Con tutti i danni e seccature che ovviamente per lui ne conseguono. Ancora una volta, puntualmente, Apple fa del suo meglio per confermare questa nefasta quanto ormai inveterata abitudine (piu' una tradizione, a questo punto), rilasciando un update del firmware per i MacBook Pro che provoca i problemi alla cui risoluzione avrebbe dovuto invece condurre. Da notare, tra i commenti all'articolo citato, che il tipico utente zelota appliano, posto di fronte alla ben documentata evidenza dell'errore, reagisce stizzito con affermazioni altamente improbabili, da Guinness dei primati, il cui grado di sincerita' e' certo immediatamente intuibile anche dal meno smaliziato dei lettori: "Sempre lamentele, lagne ecc. (...) Ho acquistato in 15 anni decine di Mac e non ho MAI avuto un problema che uno". Il "melebano" in questione si urta come fosse messa in dubbio -non- la perizia o l'attenzione di mamma Apple nel rilasciare gli aggiornamenti, ma quelle della sua vera madre nel preparare, non so, qualche gustoso manicaretto. Freud avrebbe avuto forse qualcosa da dire, in merito.In ogni caso voglio rassicurare costoro, sempre pronti ad alzare gli scudi per proteggere chi sa bene "ultras-fidelizzarli", usando i meccanismi ben noti alla marketing-psicologia da stadio: Apple (come tutte le altre potenti multinazionali del software) ha ben provveduto a tutelarsi da possibili inconvenienti di quel genere. Per rendersene conto basta leggere un documento che noi tutti, utenti della mela, abbiamo sottoscritto: la licenza d'uso di Mac OS X."8. Limitazioni della responsabilita' PER QUANTO NON ESPRESSAMENTE PROIBITO DALLA LEGGE, APPLE E' ESPRESSAMENTE SOLLEVATA DA OGNI RESPONSABILITA' PER QUALSIASI LESIONE PERSONALE O PER QUALSIASI DANNO, DIRETTO O INDIRETTO E DI OGNI GENERE E SPECIE, INCLUSI, MA SENZA LIMITAZIONI, I DANNI PER MANCATO GUADAGNO, PERDITA DI DATI, INTERRUZIONE DELL’ATTIVITA' O ALTRI DANNI O PERDITE COMMERCIALI, DERIVANTI O RELAZIONATI CON L’UTILIZZO O IL CATTIVO UTILIZZO DA PARTE VOSTRA DEL SOFTWARE APPLE, INDIPENDENTEMENTE DALLA LORO CAUSA E DALL’ORIGINE DELLA RESPONSABILITA' (ROTTURA DEL CONTRATTO, ATTO ILLECITO, O ALTRI), ANCHE NEL CASO CHE APPLE SIA STATA AVVERTITA DELLA POSSIBILITA' DI TALI DANNI. POICHE' ALCUNE GIURISDIZIONI NON AMMETTONO L’ESCLUSIONE O LA LIMITAZIONE DELLA RESPONSABILITA' PER LESIONI PERSONALI, O PER DANNI DIRETTI O INDIRETTI, LE ESCLUSIONI E LE LIMITAZIONI DI CUI SOPRA POTREBBERO NON ESSERE APPLICABILI. In nessun caso il limite di responsabilita' nei Vostri confronti a carico di Apple per la globalita' del danno (escluso quanto eventualmente previsto dalle leggi applicabili in materia di lesioni personali), potra' superare l’importo di cinquanta dollari (US$ 50). Le limitazioni di cui sopra saranno applicabili anche qualora il risarcimento citato sia carente dello scopo sostanziale".