Melamente assorto

Il Bingo dello zelota


Non me ne voglia l'interessato, ma questo e' un "archetipo". Questo e' il tipico esempio
(ove ancora ce ne fosse bisogno) di come si fa informazione quando, accecati dal "tifo", si mette la sordina al senso critico. Ben presto anche il senso della realta' dichiara forfait, ed ecco che saltano fuori a tradirci i celeberrimi e temutissimi (dai giornalisti) lapsus freudiani e si comincia letteralmente a dare i numeri. In realta' i lapsus dovrebbero essere la nostra salvezza, perche' ci riportano (o almento tentano di farlo) con i piedi per terra, evitandoci errori piu' gravi. Ma a volte c'e' a chi non basta nemmeno questa sorta di campanello d'allarme. Nella fattispecie, l'intrepido articolista, riportando e linkando l'ennesima indagine di mercato sul "dispositivo telefonante" di Apple, ha maramaldescamente attribuito le statistiche -previste- di vendita di tutto il comparto smartphone al solo iPhone. Ecco quindi saltar fuori la traduzione stravolta con conseguente fantaffermazione del nostro immaginifico melozelota di turno, Fabio M. Zambelli (la M. sta per mela, immagino): "Lo studio della londinese ABI Research indica in 218 milioni di iPhone il livello di vendite per il 2007
e in 426 milioni di unità entro il 2012" (nota a margine: 218 milioni venduti in 5 mesi e solo 426 in 5 anni?). 218 milioni?! Ma quando, dove? Se perfino l'iPod, in tutte le sue varianti, ha venduto (dati di marzo del 2007) "solo" 100 milioni di pezzi. E costa molto meno. Ed e' sul mercato da 6 (sei) anni. Per Zambelli pero', e' plausibile che l'iPhone possa vendere oltre il doppio dei pezzi in soli 5 mesi. Ma come si puo' scrivere una castroneria del genere senza accorgersene? Non e' che ci volesse tanto, poi; bastava leggere e tradurre: "the smartphone market segment will grow from 218 million units in 2007 to 426 million units in 2012". Non so, forse sono io troppo esigente. Si tratta di una semplice "svista", in fondo. D'altra parte e' pur vero, lo ammetto, che il "Bingo dello zelota" e' un gioco in cui, come in quello classico, le palle hanno un ruolo essenziale.