Melamente assorto

Quelli che hanno capito tutto


"Oggi niente di nuovo", scriveva nel suo diario Luigi XVI il 14 luglio del 1789, il giorno della presa della Bastiglia. Ed e' appunto di smentite, o meglio di autosmentite, che voglio scrivere stasera. Parliamo di sistemi hardware chiusi e aperti. In altre parole del blindatissimo Apple iPhone contrapposto agli apertissimi telefoni della serie "N" Nokia. Col solito escamotage di citare "analisti" scelti ad hoc, volta per volta a seconda delle esigenze del momento, scrive infatti oggi il buon Riccardo Campaci di Macity: "la strategia di chiusura di Apple è pienamente conforme alla filosofia sottendente la commercializzazione del cellulare. Apple non vuole creare un dispositivo paragonabile ad un mini computer portatile o un palmare; vuole lanciare un cellulare affidabile e averne pieno controllo". Ma.. ma.. come? L'iPhone non e' un minicomputer?? Ma allora come si spiega quello che orgogliosamente scriveva il vate informatico di Macity, Antonio Dini, da me doverosamente citato, appena due mesi fa: "Capite qual è il punto che qui nelle afose stanze della redazione di Macity abbiamo capito? L'iPhone è un computere. È concettualmente come un portatile molto piccolo e con una sua versione particolare del sistema operativo."? Delle due l'una: o si sbagliano Campaci ed il suo super analista ad hoc, oppure e' Antonio Dini che ha preso un granchio di dimensioni monumentali (a voi l'arduo compito di indovinare la mia idea). A Roma diciamo: "A rega', ma fate pace cor cervello". Dal canto nostro, in attesa che Dini, Campaci e tutta la redazione di Macity si chiariscano sul senso e sull'ontologia del dispositivo telefonante ideato in quel di Cupertino, forse possiamo modestamente suggerire qualche parzialissima soluzione. Tutte rigorosamente aggiornabili, ovviamente..