Melamente assorto

Mischa


L’11 novembre di ogni anno, in Canada, è il Remembrance day, il giorno in cui il paese si ferma – alle 11 di mattina – in ricordo dei caduti canadesi in tutte le guerre. È una data molto sentita, tanto nel 2001, a due mesi esatti dall’attacco terroristico a New York e a Washington. Rick Ouston, il giornalista canadese che ha seguito di persona tutto il processo
di primo grado a Verona, sollevando nella sua città lo scandalo della presenza a Vancouver di un criminale di guerra, ha pensato che bisognasse fare qualcosa per ricordare questo scandalo nel giorno in cui si commemorano le vittime delle guerre. Rick ha scritto al nostro sito, e in pochi giorni abbiamo trovato la soluzione. Mary Rizzo, italo-americana che collaborava con noi come traduttrice, si è messa prontamente a disposizione. Insieme abbiamo riletto "Bortolo e l’ebreeta", di Egidio Meneghetti; Mary ha tradotto in inglese il testo; Rick Ouston ha accompagnato la traduzione con una lunga e dettagliata presentazione per i suoi lettori, ricordando il processo di Verona e la condanna inflitta a "Misha" per i suoi orrendi delitti. L’11 novembre 2001 la poesia tradotta da Mary Rizzo e i testi di corredo di Rick Ouston sono usciti con molta evidenza sul Vancouver Sun, provocando un certo scalpore. Ai parrocchiani della chiesa cattolica del suo quartiere, che hanno saputo che il parroco aveva destinato circa 2000 dollari per la difesa di Seifert in occasione del processo di appello, e che hanno visto l’ex criminale andare a messa tutte le domeniche come un qualunque pio immigrato, deve aver fatto un certo effetto leggere le parole di Meneghetti che raccontano della sadica ferocia di quel "Misha" di tanti anni fa, a cavalcioni sulla cassa nella quale aveva sbattuto il corpo ormai senza vita di una ragazzina ebrea che aveva violentato e seviziato, piantar chiodi nel legno cantando una litania blasfema contro la povera vittima innocente del suo sadismo. E quando Seifert è uscito dalla messa, per la prima volta qualcuno gli si è fatto incontro, urlandogli tutto il proprio sdegno per quei delitti orribili. Anche nel quartiere dove risiede da decenni di Commercial Street, dunque, il clima attorno al criminale nazista è cambiato. Da: Fondazione Memoria Della DeportazioneI capi d'imputazione:"La sera di un giorno imprecisato del febbraio 1945, nelle celle d’isolamento del lager, in concorso con il Cologna, con il Sein e con un italiano rimasto ignoto, portava un prigioniero non identificato nel gabinetto e lo torturava lungamente anche con il fuoco per indurlo a rivelare notizie, cagionandone la morte che sopravveniva la mattina del giorno successivo;in un giorno imprecisato ma comunque compreso fra l’8 gennaio e la fine di aprile 1945, nelle celle d’isolamento del lager, in concorso con il Sein uccideva una giovane prigioniera ebrea non identificata infierendo sul suo corpo con colli di bottiglie spezzati;in un giorno imprecisato verso la fine del mese di gennaio 1945, nella cella d’isolamento posta di fronte a quella contraddistinta dal numero 29, su ordine del Cologna e in concorso con il Sein uccideva una prigioniera di 17 anni, dopo averla torturata per cinque giorni con continue bastonature e versandole addosso secchi d’acqua gelida;in un giorno imprecisato ma comunque compreso fra il 20 gennaio ed il 25 marzo 1945, nelle celle d’isolamento del lager, in concorso con il Sein e il Cologna, uccideva un prigioniero non identificato che, scoperto a sottrarre generi alimentari e di conforto da un magazzino, era stato ristretto in cella, lasciandolo senza cibo per tre giorni e bastonandolo fino a cagionarne la morte;in un giorno imprecisato ma comunque compreso fra il 20 gennaio ed il 25 marzo 1945, nelle celle d’isolamento del lager, in concorso con il Sein , uccideva un prigioniero ebreo di circa 15 anni rimasto non identificato, lasciandolo morire di fame;fra la fine di febbraio e l’inizio di marzo 1945, in concorso con il Sein , nelle celle di isolamento del lager, da prima usava violenza carnale nei confronti di una giovane donna incinta non meglio identificata, indi le lanciava addosso secchi di acqua gelata per convincerla a rivelare notizie ed infine la uccideva;nella notte tra il 31 marzo (sabato santo) e il primo aprile (Pasqua) 1945, in concorso con il Sein , nelle celle di isolamento del lager, dopo aver inflitto violente bastonature al giovane prigioniero Pezzutti Bartolo, lo uccideva squarciandogli il ventre con un oggetto tagliente;nel marzo 1945, in concorso con Sein , Cologna ed altri militari tedeschi non identificati, sul piazzale del lager uccideva con pugni e calci un prigioniero che aveva tentato la fuga;fra la fine di marzo e l’inizio di aprile 1945, sul piazzale del lager, in concorso con Sein e Cologna, colpiva con calci due internati non identificati e poi li finiva con colpi di arma da fuoco;fra la fine di marzo e l’inizio di aprile 1945, nelle celle di isolamento del lager, in concorso con il Sein , uccideva un giovane prigioniero non identificato massacrandolo e poi ne introduceva il cadavere nella cella completamente buia nella quale era ristretta una internata la quale decedeva di lì a poco;fra la fine di gennaio e il mese di febbraio 1945, nelle celle di isolamento del lager, in concorso con il Sein , torturava lungamente un giovane prigioniero non identificato anche con l’infilargli le dita negli occhi, cagionandone la morte;fra il 1° e il 15 febbraio 1945, nelle celle di isolamento del lager, in concorso con il Sein , uccideva la prigioniera Leoni Giulia in Voghera, ebrea e la figlia di costei Voghera Augusta in Menasse, torturandole per circa due ore, versando loro addosso acqua gelida e infine strangolandole;il 1° aprile 1945 (giorno di Pasqua), nelle celle d’isolamento del lager, in concorso con il Sein, uccideva un giovane prigioniero non identificato dopo averlo torturato per circa 4 ore;in un giorno imprecisato dei mesi di febbraio o marzo 1945, nei locali dell’infermeria del lager, in concorso con il Sein , picchiava con un manganello un giovane italiano rimasto non identificato fino a fargli perdere coscienza e lo lasciava nell’infermeria dove il giovane decedeva per le ferite riportate;in un giorno imprecisato del dicembre 1944, e comunque poco prima del giorno 25, su ordine del responsabile della disciplina maresciallo Hans Haage e agendo in concorso materiale con il Sein , sul piazzale del lager, dopo aver legato alla recinzione del campo un prigioniero che aveva tentato la fuga, alla presenza di tutti gli altri prigionieri fatti appositamente schierare a titolo di ammonizione, lo colpiva selvaggiamente e lo lasciava legato alla recinzione, cagionandone la morte che sopraggiungeva entro la mattina del giorno successivo".La sentenza.Michel "Mischa" Seifert ha oggi 84 anni ed e' giunto in Italia questa mattina. Qui la testimonianza di Mike Buongiorno, sopravvissuto del campo di concentramento di Bolzano.