Melamente assorto

Il vizio del lupo


A un rio medesimo, da la sete spinti,L'Agnello e 'l Lupo eran venuti. Il LupoAl fonte più vicin; da lunge assai,Bevea l'Agnello; allor che ingorda famePunse il ladron a ricercar tal rissa.Perchè l'acqua, a lui dice, osi turbarmi?L'Agnel tremante: intorbidar poss'ioL'onda, che dal tuo labbro al mio trascorre?Quegli vinto dal ver: ma tu soggiugne,Fin da sei mesi con acerbi mottiM'oltraggiasti: io non era allora nato,L'Agnel risponde: affè, riprende il Lupo,Che villania il padre tuo mi disse.Così l'addenta, e ne fa ingiusto scempio.La favoletta per coloro è scritta,Che con falsi pretesti i buoni opprimono.FedroPechino: "Le Olimpiadi sono ostaggio del Dalai Lama"