Melamente assorto

Voto 


Torna forse utile ricordare una serie di regole semplici, basilari, elementari, che regolano la vita democratica di qualsiasi paese abbia voglia di definirsi "libero". Leggendo in giro per blog, negli ultimi giorni, mi pare ce ne sia bisogno. In primis giova ricordare che il concetto di voto e' piuttosto semplice. Si tratta di "esprimere la propria volonta' in procedimenti elettivi o deliberativi". Dunque non si parla di "compito" o di "dovere" da assolvere; si parla di un "diritto" da esercitare. E' del tutto evidente, di conseguenza, che parlare di voto come "diritto-dovere" e' un'assoluta idiozia e un artificio retorico che di volta in volta viene usato per raccogliere consensi dai vari politici in lizza e dai loro sostenitori. Non votare ha la stessa identica legittimita' del farlo, e chi lo fa non puo' assolutamente considerarsi cittadino di "serie A" rispetto a chi decide di non esercitare questo suo diritto. Perche'? Semplicemente perche' avere il diritto di esprimere la propria volonta' porta incatenato necessariamente con se' il diritto di NON esprimerla. Altrimenti non si chiamerebbe scelta, ma IMPOSIZIONE. Secondo poi, non esistono affatto voto "giusto" e voto "sbagliato", ogni voto e' giusto, voto non espresso compreso. La ragione e' elementare: in un regime di liberta' e democrazia e di stato di diritto, nessuno detiene il monopolio della verita'. Terzo: dalle prime due consegue che quella del "voto utile" e' una emerita sciocchezza. Ogni voto e' utile, perche' qualsiasi espressione della volonta' popolare e' utile per definizione; non voto compreso. Chiariti questi concetti che definire "da scuola media" pare eufemistico, chiudo il post e mi preparo per andare a votare.