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ROMA - La modalità utilizzata dall'Agenzia per diffondere i dati delle dichiarazioni dei redditi "è illegittima". E' quanto afferma l'Autorità Garante per la privacy che ha concluso l'istruttoria avviata sulla diffusione, tramite il sito web dell'Agenzia delle entrate, dei dati
relativi alle dichiarazioni dei redditi. La decisione dell'Agenzia, si legge nella motivazione, "contrasta con la normativa in materia". Il primo responsabile sembra essere proprio il direttore dell'Agenzia delle entrate (dpr 600-1973) a cui "spetta solo il compito di fissare annualmente le modalità di formazione degli elenchi delle dichiarazioni dei redditi, non le modalità della loro pubblicazione, che rimangono prerogativa del legislatore". Il Garante per la Privacy osserva che l'immissione in rete generalizzata e non protetta dei dati di tutti i contribuenti italiani (non sono stati previsti "filtri" per la consultazione on line) da parte dell'Agenzia delle entrate ha comportato una serie di conseguenze. "La centralizzazione della consultazione a livello nazionale - osserva il Garante - ha consentito, in poche ore, a numerosissimi utenti, non solo in Italia ma in ogni parte del mondo, di accedere a innumerevoli dati, di estrarne copia, di formare archivi, modificare ed elaborare i dati stessi, di creare liste di profilazione e immettere ulteriormente dati in circolazione, ponendo a rischio la loro stessa esattezza". Il Garante ha stabilito, infine, di contestare all'Agenzia delle entrate, con separato provvedimento, "l'assenza di un'idonea informativa ai contribuenti riguardo alla forma adottata per la diffusione dei loro dati, anche al fine di determinare la relativa sanzione amministrativa" - Da Repubblica