Melamente assorto

iPhone: Apple sta rubando?


I maggiori siti d'informazione per gli utenti Apple sono molto presi  in questi giorni, non c'e' che dire. Mentre infatti il buon Fabio Zambelli e' impegnato a raccomandarci i guanti per rispondere alle chiamate anche alle piu' basse temperature e la redazione di Macity ci spiega come seguire  il "grande" calcio, su uno schermo "grande" 3 pollici e mezzo, ItaliaMac ci racconta come trasformare un telefono da 500 euro (o giu' di li') in un telecomando da 10. Solo Tevac pare accorgersi di cio' che sta succedendo (mentre , come al solito Macity, col suo guanto di velluto, pensa unicamente a non far arrabbiare Apple), con dei leggeri soprassalti, sotto forma di articoletti che di solito riescono a raggiungere a stento i 10 commenti. La notizia, brutalmente riassunta, e' questa: mentre da una parte Apple stringe sempre piu' le maglie del suo App Store, impedendo ai piccoli programmatori di applicativi per iPhone di vendere qualsiasi software riproduca anche solo parzialmente una delle funzioni integrate nei software della casa madre ed eliminando cosi' ogni e qualsiasi possibilita' di concorrenza (con tutto cio' che notoriamente consegue al mantenimento di una situazione di monopolio), dall'altra viene accusata di rubare (cioe' copiare) le idee agli stessi piccoli sviluppatori per brevettarle e sfruttarle in seguito sempre sul medesimo App Store.  In sostanza Apple brevetterebbe le idee altrui (vi ricorda niente?). Verrebbe da dire: "Grande Fratello a chi?"; ma non e' questo il punto che volevo sottolineare. Il punto e' che non uno dei siti in lingua italiana maggiormente frequentati, di quelli che ho finora controllato, ha ritenuto di dare voce a questa notizia, mentre all'estero la stessa notizia e' in prima pagina sui siti piu' prestigiosi e seguiti. Italici zeloti piu' realisti del re, dunque, che forse per tema di perdere preziosi introiti pubblicitari, censurano cio' che non puo' certamente essere gradito ai piani alti di Cuperino. Non e' una novita', d'altronde; gia' era accaduto ai tempi della lettera di scuse di Steve Jobs ai primi acquirenti dell'iPhone (accompagnata da un buono sconto da 100 dollari) pubblicata sul sito Apple USA, a causa dello scandaloso ribasso di 200 dollari operato da Apple ad appena due mesi dal rilascio del celebre "dispositivo telefonante". Una lettera della quale i clienti-consumatori Apple non lettori di Repubblica non hanno mai saputo. E l'altra faccenda: come mai Jobs da diversi mesi ha l'aspetto di un sopravvissuto ai campi di sterminio? Niente, tutt'apposto. E' solo influenza. Poi si scopre ch'e' stato sotto i ferri, ma niente di che, per carita'; nessuno nota che pochi giorni prima aveva mentito, come faceva l'URSS ai tempi di Breznev. Insomma la morale e': meglio nascondere la polvere sotto il tappeto e dire "tutto bene, madama la marchesa"; ma sempre sorridendo, mi raccomando. L'importante e' continuare a sorridere.