Melamente assorto

L'ipocrita invasione dei Mac-compatibili


L'ennesima e ormai stanca riedizione (la cinquantesima) dello spot solo per zeloti del genere PC VS Mac, e questa indiscrezione riportata dal sito di ItaliaMac, mi offrono l'occasione di tornare a scrivere di uno spinoso tema che ho gia' avuto modo di affrontare in passato: la lenta ma inesorabile trasformazione di Mac OS X in un front end di Windows verso la quale Steve Jobs, a mo' di novello Caronte, sta traghettando l'intera comunita' degli utenti Mac. A parte l'evidente autogol di voler prendere per i fondelli il concorrente (che non si chiama "PC" e quindi non e' un hardware, ma "Windows" ossia un software) accusandolo di spendere troppo in pubblicita' DA uno spot pubblicitario, vado ad elencare le ragioni per le quali continuo a sostenere questa (per alcuni inverosimile al pari di quella della scomparsa della FireWire, per altri oltraggiosa) tesi.1) Il Macintosh non e' piu' IL Macintosh, ma ne e' ormai la bella copia, l'imitazione. Dal punto di vista hardware il Mac e', dopo la svolta Intel, in tutto e per tutto assimilabile ad un normalissimo PC (IBM compatibile, si diceva una volta; Intel compatibile si dice oggi); processore, chipset e scheda madre Intel, hard disk, masterizzatori, schede video e display sono esattamente i medesimi. Cio' che conta, al di la' delle soluzioni estetiche e di qualche dettaglio, ovvero la componentistica, e' identico a quanto viene usato per assemblare i PC che normalmente si trovano in commercio.2) I driver e le "versioni per Mac" di moltissimi software continuano a diminuire. Sempre piu' frequentemente, ed a livelli sempre piu' alti, gli sviluppatori evitano, o  rimandano alle calende greche, l'ottimizzazione e addirittura lo sviluppo dei drivers per le schede
"punta di diamante" del mercato professionale. Un esempio lampante di questa devastante tendenza e' quello offerto da Nvidia e da Adobe. Lascia senza parole il caso della scheda Nvidia Quadro CX e di Photoshop CS4 32/64bit. Dalla sinergia per le alte prestazioni, sviluppata tra le due compagnie, il Mac viene del tutto escluso. E si arriva a riconsolarsi con il paradosso e l'assurdita' controproducente di scrivere "orgogliosamente" che i nuovi MacBook Pro sono i computer portatili sui quali girano piu' velocemente i giochi piu' belli sul mercato: quelli che esistono solo per Windows (a tanto puo' portare lo zelotismo piu' sfrenato). Eppure la grafica era IL settore ad esclusivo appannaggio di Apple, da sempre. Oggi i professionisti del mondo "immagine e fotocomposizione" che usano Mac, si trovano di fatto improvvisamente esclusi dal mondo della grafica ad altissime prestazioni, pur avendo acquistato, in buona fede credendo di essersi aggiudicati il "top del top", un Mac Pro. Tra l'altro con notevole esborso di denaro.3) Bootcamp, i virtualizzatori e la pervasivita' di Windows. Qui c'e' ben poco da dire; i dati di fatto parlano di per loro. Su ogni Mac, dalla svolta Intel in poi, inserita nel sistema operativo viene fornita la possibilita' di installare Windows nativamente (il che rende l'evidenza accecante che di Mac non si tratta piu', ma di "Mac compatibile"). In piu' esiste la possibilita' di usare i cosiddetti "virtualizzatori", i quali consentono (pagando un sostanzioso prezzo in termini di prestazioni, pero') di usare Windows comodamente sulla scrivania del proprio Mac, senza dover riavviare. Questa situazione a cosa porta? Ovviamente al diffondersi di Windows a macchia d'olio dentro i Macintosh, per supplire alla cronica mancanza di software su OS X. Tanto che si parla, a ragione, del boom dei virtualizzatori. Dai giochi, alle utility, ai programmi professionali, l'offerta di software che Windows e' in grado di proporre, sventagliandola come una mitragliata contro lo sbigottito utente Mac, e'  semplicemente impressionante. Dunque oggi (ovvero da due anni e mezzo a questa parte) il Mac OS X e' per la prima volta messo di fronte al suo concorrente diretto: Windows. I due mondi sono immediatamente paragonabili sulla stessa macchina. In tempo reale.
Ed ora chiedetevi: che interesse puo' mai continuare ad avere una compagnia nell'ottimizzare software o scrivere driver su un sistema che copre il 3% del mercato mondiale? Che  spinta potra' mai avere lo sviluppatore ad effettuare il "porting" su Macintosh di quella tal applicazione, nel momento in cui, con un semplice click, e' possibile, per l'utente Mac passare da OS X a Windows senza colpo ferire? Su quanti utenti-compratori pensera' di poter contare? Chiaro: nessuno. E fin qui pero', tutto normale: libero mercato. Io sono per l'interoperabilita' dei sistemi. Sono per la completa liberta' di scelta dell'utente (o consumatore, se preferite definirlo cosi'). Il problema di Apple e' che la sua versione di interoperabilita' corrisponde ad una scelta suicida, perche' e' una interoperabilita' si, ma a senso unico; e' ne' piu' ne' meno che una forma di protezionismo. E come tutti i protezionismi, e' destinato a perdere. Mentre infatti e' possibile installare liberamente Windows sul proprio Mac, Steve Jobs impedisce che sia fatto il reciproco. Vale a dire che OS X, pur essendo un sistema operativo scritto per piattaforma "Intel compatibile" (cioe' per girare su svariati tipi di processori e schede Intel), non puo' essere installato su "Intel compatibili" che non siano di marca Apple. Steve Jobs con questa mossa, e' vero, salva Apple dallo scontro diretto, immediato e potenzialmente distruttivo con il colosso Microsoft, ma solo per diluirlo in una lenta e dolorosissima (sopratutto, per l'utente, dal punto di vista economico), quanto inevitabile assimilazione. Una "mutazione" progressiva e inarrestabile, quanto prevedibile. A mio parere, infatti, Steve Jobs sa bene tutto questo; e cio' costituisce una sua precisa scelta strategica. Non e' un caso che due anni e mezzo fa abbia cancellato il termine "Computers" dal nome della compagnia che ha praticamente "inventato" il computer come lo concepiamo oggi. Per questa serie di motivi ho scritto in passato, e lo ripeto oggi che, se non muta qualcosa nelle strategie di Cupertino, Apple Mac OS X e' destinato col tempo a diventare nulla piu' che un front end, una "skin" di Microsoft Windows.