Melamente assorto

Omopovìa


Lasciatelo cantare. Seppellitelo pure di fischi (o meglio ancora, non sottoponetevi proprio all'annuale palla disumana di Sanremo), ma che dica cio' che ha da dire com'e' giusto. Non rispondete alla ridicola censura con altrettanto ridicole richieste di censura. Andiamo, un po' di sense of humor ragazzi. Poi, vi assicuro, Povia e' uno che si prende per il sedere da se'. Eccovi un esempio di alcuni degli stereotipi e banalita' che spaccia per perle di saggezza, distribuendoli senza ritegno e a piene mani, novello o redivivo Confucio.
Eccolo impartire qui, urbi et orbi, il primo ed immagino fondamentale dogma: "La vita non si gode, si vive". Un geniale motto in stile antiedonistico, per invitare tutti ad uno stile di vita piu' essenziale e ad un'etica del frugale.
Qui un'altra brillante e innovativa proposta: "Il percorso e' piu' importante del traguardo". Un concetto che, per quanto intensamente mi sforzi di ricordare, temo di non aver mai sentito in vita mia. Davvero originale.
Ed eccovi altre due perle distillate dal potente alambicco filosofico di Giuseppe Povia: "Qualunque cosa ti accada tu continua a sognare" (che per la verita', un lettore poco attento potrebbe scambiare a prima vista per un noto sfotto' in stile calcistico), e ancora: "Nessuno in fondo sa com'e' fatto un altro" (gia' vagheggiato tempo addietro, in effetti, dalla nota cantante Caterina Caselli col suo "Nessuno mi puo' giudicare", ma si trattera' senz'altro di criptomnesia) che immagino si riferisca ai giudizi espressi da Povia stesso sulla sessualita' delle persone gay: "Gay non si nasce, lo si diventa in base a chi frequenti. Anche io ho avuto una fase gay, è durata sette mesi e poi l'ho superata. E ho anche convertito due miei amici che credevano di essere gay e invece adesso sono sposati". Un perfetto esempio di come Giuseppe Povia sappia perfettamente predicare. Sul razzolare ci sta lavorando.Ed ora la ciliegina sulla torta, l'immagine che davvero vale piu' di mille parole (ovvero di mille cartelloni, nella fattispecie): Povia che pubblicizza l'iPhone. Un perfetto esempio, anche qui, di antiedonismo e frugalita' etica. Questo si che e' vivere la vita e non godersela. Ora si che il cerchio si chiude e finalmente tutto torna. Mi spiace davvero che la scritta sullo schermo del melafonino non sia ben leggibile, ma vi assicuro che c'e' scritto: "Lusso, godimento e vanita', mi fate tanto, tanto schifo".
Le foto sono di Liberato