Melamente assorto

Sacrificata famiglia


"Nella capanna di Dorina e di Kristinel, il suo figlio bambino, faceva un freddo da non potersi raccontar la notte di Natale. Né un bue né un asinello nella pineta di Ostia. Vento e pioggia, invece, e gelo nelle ossa, e deserto di pastori e di re magi. La mattina presto il padre è uscito di casa che era ancora buio perché anche nel giorno di festa doveva andare
all'Infernetto - sì, al piccolo inferno - in cerca di qualcuno a cui chiedere lavoro. Quando Kristinel ha cominciato a piangere in questa brutta casa nuova fatta di teli di plastica - era più bella la vecchia, certo, quella lasciata solo da tre giorni per venire in Italia a trovare papà per Natale, era più calda e c'erano i suoi giochi - la madre ha preso l'alcol per accendere il braciere: un piatto di ferro al centro di quell'unica stanza, una fiamma per scaldarsi. Qualcosa è successo. Forse il bambino ha urtato il piatto. Forse l'alcol ha bagnato i teli del letto. La vampata ha mangiato tutto in un attimo.  Anche Dorina e Kristinel. I vicini di baracca non li hanno neppure sentiti gridare. «Al bimbo avevamo regalato ieri una pistola di plastica», racconta un'anziana, «erano venuti a passare le feste col padre sarebbero ripartiti presto». Erano le otto di mattina. A mezzogiorno, quando è arrivato il sindaco, ha detto che «sgominerà la piaga degli accampamenti abusivi», che «la tragedia dipende dal modo rozzo che questa gente usa per scaldarsi». In effetti potrebbero usare un sofisticato impianto a metano piuttosto che il rozzo piatto di alcol. Una piaga, questa gente che finisce per bruciare. Bisogna eliminarli. Qualcuno, come il sindaco ha potuto osservare, si elimina da solo. Dorina e Kristinel per esempio non disturberanno più. Avevano 35 anni in due. Una madre, suo figlio e una capanna di stracci, a Natale." - Concita De Gregorio