Melamente assorto

Buon compleanno, Mac.. o qualcosa del genere


Non posso fare a meno di sorridere, leggendo l'articolo  di Antonio Dini, scritto in occasione del venticinquennale della nascita del Macintosh. Torna dopo una lunga assenza in effetti, l'autore del celebre saggio tecnico-informatico: "Emozione Apple". Un silenzio eloquente, seguito alla cocente delusione patita e lamentata al penultimo keynote, che pur vide (a differenza dell'ultimo) la presenza di Steve Jobs. E ricordiamo ancora i suoi articoli sulle luminose sorti dell'iPhone, definito senza mezzi termini "computer", nei
quali arrivava coraggiosamente a scommettere sui prossimi "exploit" software dello smartphone di Apple. Nell'autunno del 2007 scriveva infatti: "Sta arrivando nei negozi la versione 10.5 del sistema operativo di Apple. Questo vuol dire che potrebbe essere all'orizzonte anche la prossima, piccola rivoluzione per l'iPhone. Scommettiamo che arriveranno a breve tante funzioni nuove?" Ebbene siamo al 10.5.6 da un pezzo e di queste "funzioni nuove" non s'e' vista manco l'ombra. Quello che l'iPhone riesce a  fare piu' e meglio di tutto, oggi come oggi, a quanto pare e' scoreggiare con iFart e compagnia petante. Una vera rivoluzione tecnologica, non c'e' che dire. L'amara realta' e' che l'unico vero upgrade di iPhone e' stato il passaggio da 2 a 3G.  Tutti o quasi i rimanenti limiti, sono rimasti stabilmente al loro posto (a meno di non voler praticare il cosidetto "jailbreak", ovvero "crackarlo"). Quindi scommessa persa clamorosamente, bisogna ammetterlo caro Antonio; ma non disperare: ora che il Carnevale e' alle porte, la funzione "fart" ti tornera' senz'altro utile, vedrai. Ma torniamo all'articolo di oggi, perche' ne vale la pena. In esso si elencano sette successi e sette insuccessi di Apple; e fin qui niente di strano. La cosa sorprendente e' leggere il Dinipensiero sulle "sette cose fatte male". Secondo Dini Apple, nell'ordine: 1) Ha perso la sfida del mercato negli anni '90 (gli anni '90 sono stati decisivi, per le sorti del computer in generale). 2) Ha sbagliato a concedere in licenza il suo sistema operativo ai
fabbricanti di cloni Mac, sempre negli anni '90. 3) Ha mancato di rispondere adeguatamente all'uscita di Windows 95. 4) Ha sempre prezzi troppo elevati (ma subito aggiunge che non e' vero e che e' una leggenda). 5) Tratta male i suoi clienti (ma subito aggiunge che Apple fa bene a farlo). Ebbene  siamo di fronte, tanto per cambiare, al solito, abusato campionario delle sciocchezze zelotistiche dal Macfan d'annata; e ora spiego perche'. Primo: i punti uno, due e tre, sono in contraddizione tra loro, dato che, prima DOS e poi Windows, hanno sbaragliato gli altri sistemi operativi, negli anni '90, per una sola ed unica ragione sostanziale: aver concesso in licenza il proprio sistema a tutti i costruttori di PC. E questa e' la principale ragione per la quale il sistema operativo Mac OS (e ora OS X) e' stato pesantemente ed inesorabilmente sconfitto. Secondo: punti 4 e 5 sono esposti in modo contraddittorio dallo stesso Dini, ma e' utile come cartina di Tornasole, per dimostrare fino a che grado di fidelizzazione Apple sia riuscita a condurre i propri clienti. Terzo: siamo alle solite panzane. "Apple (ovvero il Mac, perche' non c'era altro all'epoca) si stava sfasciando e Steve Jobs e' un eroe perche' l'ha salvata dalla bancarotta". Dini contribuisce ancora una volta a spacciare la vulgata sulla "santita'" del CEO di Cupertino, quando tutti sappiamo che Apple fu salvata da Bill Gates che aveva bisogno di una foglia di fico per difendersi dalla condanna al processo in primo grado come monopolista (che avrebbe comportato lo smembramento in tre tronconi di Microsoft, con la vendita ad altri di due dei tre), e che Steve Jobs non ha fatto altro che consolidare il salvataggio, condannando pero' nel contempo il Macintosh ad una stentata sopravvivenza in una piccola "riserva indiana" garantita (Microsoft Office risulta installato sul 77%  dei Mac USA ancora oggi). Ma lascio volentieri la parola agli impietosi  numeri, ai quali nessuna leggenda, nessun RDF, nessuna storia dell'informatica condita alla mela-zelota, per quanto gustosa, puo' ragionevolmente opporsi senza risultare ridicola. E buon compleanno al caro, vecchio Macintosh. O meglio: a cio' che ne resta.
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