Melamente assorto

UN CATTIVO MINISTRO


Roberto Maroni: "Cattivi contro i clandestini" - Dal Corriere della Sera del 2 febbraio 2008.«Prima l'hanno minacciato con un frustino, poi un poliziotto l'ha colpito al volto con un pugno, infine l'hanno costretto a “sedersi” dentro una pozzanghera e a cantare una canzone». Vittima delle violenze sarebbe Giuliano Adzovic, un operatore dell'Arci di origine montenegrina che lavora all'interno del campo di Tor de' Cenci. Tutto sarebbe avvenuto intorno alle nove del mattino di martedì scorso, ventiquattrore dopo l'arrivo della Folgore all'interno del campo. Lo denuncia Marco Birrozzi, responsabile del progetto
di scolarizzazione di Arci Solidarietà, ai microfoni di Radio Popolare Roma. «Giuliano – racconta Birrozzi – è stato fermato all'entrata del campo da un militare della Folgore, dopo il controllo dei documenti sembrava che il suo nome non risultasse nell'elenco del censimento e quindi il parà ha chiamato due poliziotti. A questo punto gli agenti gli hanno detto di allontanarsi dall'entrata del campo e di attraversare la Pontina. Il nostro operatore, nonostante insensatezza della richiesta, ha obbedito. Poi – prosegue il responsabile di Arci Solidarietà – un terzo agente si è avvicinato e l'ha minacciato: “Devi fare quello che ti diciamo noi sennò ti picchiamo”. Quando Giuliano ha chiesto spiegazioni l'agente è andato in macchina, ha preso dei guanti e l'ha colpito con un pugno sul volto». Il racconto di Birrozzi prosegue: «Giuliano ha iniziato a urlare, l'agente che l'ha colpito l'ha condotto all'interno di una volante trascinandolo per un dito... gli hanno preso la mano, divaricato le dita, storto un pollice e portato nella macchina colpendolo con dei calci. Giuliano ha iniziato a piangere e i poliziotti gli hanno detto di smetterla perchè sennò avrebbero messo nell'auto l'unità cinofila presente nel campo». «Giuliano è rimasto nell'auto per circa venti minuti, poi gli agenti l'hanno riportato all'entrata del campo». «Qui – denuncia sempre Marco Birrozzi – i poliziotti l'hanno costretto sotto la minaccia di un frustino a “sedersi” dentro una pozzanghera. Lui ha protestato ma alla fine si è seduto; poi hanno chiesto a Giuliano di cantare... di cantare una canzone, sennò l'avrebbero colpito con il frustino. Il nostro operatore si è rifiutato ma gli agenti hanno insistito suggerendogli di cantare “tanti auguri a te”; alla fine è stato costretto a fare anche questa cosa, a cantare seduto nella pozzanghera». Tutto sarebbe finito solo con l'arrivo di altri operatori dell'Arci nel campo di Tor de' Cenci: «Quando hanno visto Giuliano piangere hanno cercato il responsabile delle operazioni individuandolo poi in un vicequestore. Solo a quel punto hanno ottenuto la liberazione del nostro operatore». «La vicenda – conclude Birrozzi – non è finita subito: nel corso della giornata i poliziotti hanno nuovamente minacciato Giuliano chiedendogli di non farsi vedere in giro per il campo e di non raccontare a nessuno quello che era accaduto, altrimenti gli avrebbero spaccato la testa». Da Radio Popolare - Qui scarica il file audio.