Melamente assorto

PALLE NUMERATE


Anche oggi, come ogni inizio mese, ci tocca subire la somministrazione forzata via sondino adsl-gastrico del bollettino sulle quote di mercato informatico di Net-Applications, complici i siti Mac-centrici vari che si precipitano ogni volta sulle agognate percentuali, manco fossero quelle dei loro estratti conto bancari. Stavolta pero' i titoli difettano di quella fan-faronaggine che li contraddistingue solitamente, dato che ahiloro, a Febbraio il Mac pare proprio
essere andato male. Menzione a parte merita il titolo zambelliano di SetteBit: "Sia Leopard che Tiger aumentano la loro presenza, sono quelle molto vecchie che diminuiscono e rovinano il totale ad Apple". Vince il primo premio per lo zelotismo DOC e, direi, per l'impeccabile perizia nell'uso della lingua italiana. Ma torniamo alle cose "serie". Insomma, numeri e ancora numeri. Fluttuazioni dello zeroqualcosa in su e fluttuazioni dello zeroqualcosa in giu'. Microvittorie e microsconfitte mensilmente aggiornate con precisione che ha del maniacale. Insomma un susseguirsi di alti e bassi che piu' che altro confonde le idee, peraltro gia' poco chiare di per loro, dei malcapitati utenti Mac che, per avventura, volessero  capire realmente, e una volta per tutte, quanto e' grande la loro nicchia e quanti sono, dopo 25 anni, i "sopravvissuti" della mela nel mondo. Ebbene, snobbato e silenziato da tutti i siti da me abitualmente frequentati (ma non credo di sbagliare se dico: da tutti tout court), la settimana scorsa, Ars Technica, uno dei piu' autorevoli siti tecnici a livello internazionale che si occupa di Macintosh, ha pubblicato un articolo proprio sull'argomento quota di mercato di OS X e del Mac intitolato: "Cerchiamo di capirci qualcosa".
E cosa dice questo illuminato quanto censurato parere? Udite, udite, le stesse identiche cose che avevo avuto modo di scrivere io il mese prima, nel criticare duramente la "Macabala" dei numeri di Net Applications e le susseguenti fan-fare numeriche strombazzate sui vari Macity, SetteBit, ItaliaMac e chi piu' ne ha, piu' ne metta. Non voglio farla troppo lunga: in sintesi la questione e' che e' scorretto misurare le quote di mercato dei sistemi operativi attraverso i contatti via internet. Anzi, cio' e' del tutto fuorviante e conduce ad errate analisi e conclusioni. Quello che fa fede, e sempre fede fara', con buona pace degli stormi di Maczeloti che si aggirano per la rete blaterando di percentuali fantascientifiche, sono le cifre dei computer effettivamente venduti attorno al globo. E questi numeri mostrano che la massima oscillazione della quota di mercato, dal ritorno ufficiale di Steve Jobs in Apple  nel '97,  e' di un solo, misero punto percentuale. Da dodici anni piu' o meno oscilliamo dal due virgola qualcosa al tre virgola qualcosa. Non ci siamo mai mossi di li' da allora.
Il resto e' allucinazione indotta da spot e zelotismo,  o chatteria  fidelizzata da stanza "club prive'", riservata alle sole "teste di Mac"; che magari, per il fatto di essere ridotti ad una nicchia sparuta, si sente pure "elite". Il resto e numereria senza alcun senso o nesso con la realta' dei fatti; creata per rimbalzare cifre di bocca in bocca e fabbricare altra "carne" da spot. Gente che si bea guardando il nuovo  fiammante episodio di "Get a Mac" sul sito USA di mamma Apple o che non toglie la plastichina dall'iPhone per non graffiare il vetrino del display. Pronta a spendere tanti soldi in piu' per credere di avere un prodotto davvero "differente" e la certezza di appartenere alla comunita' dei "migliori". Pronta a credere che davvero "le percentuali di Windows stanno calando" e che "un giorno avremo la nostra rivincita su Microsoft", finalmente. Palle numerate, insomma.