Melamente assorto

VA DOVE TI PORTA IL CUORO


"Nel periodo in esame, Apple ha venduto 2,22 milioni di computer Macintosh®, che
rappresentano una diminuzione del 3% rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso. Nel periodo in esame, Apple ha venduto 11,01 milioni di iPod, che rappresentano una crescita del 3% rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso. Le vendite trimestrali di iPhone sono state di 3,79 milioni di unità, che rappresentano una crescita del 123% rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso". In queste poche righe estratte dal comunicato stampa di Cupertino e nel centratissimo titolo di ieri del pezzo di Fabrizio Frattini, su Macity: "Trimestre fiscale, i Mac sono solo il 36% del fatturato totale ", e' riassunto perfettamente tutto il senso (inteso come "direzione di marcia" ma anche come "verso di rotazione" e
"significato"), impresso da Steve Jobs ai destini di Apple da un bel po' di anni a questa parte. La multinazionale californiana si dedica anima e corpo sempre piu' alla vendita di gadget di tendenza: telefonini, lettori MP3, accessori e all'acquisizione di percentuali lucrate da opere d'ingegno e lavoro altrui (musica, film, apps per iPhone, contratti telefonici). Sempre meno, invece, al Mac e a tutto il suo indotto software e hardware, sopratutto a livello professionale, e a cio' che  e' e resta fondamentale per una prospettiva di medio e lungo periodo, ovvero il miglioramento e l'innovazione di cio' che ha fatto di Apple cio' che oggi e': il Mac OS. E questo senza contare il moltiplicarsi delle condanne subite e risarcimenti pagati per aver copiato
spudoratamente da altri: ieri l'ultima sentenza in ordine di tempo. Eppure una volta copiare era considerato peccato mortale da Jobs in primis, non e' cosi'? E ci si chiede com'e' possibile che accada tutto questo; che l'azienda californiana cambi il suo stesso DNA in questo modo radicale, senza che si manifesti neppure un sussulto d'indignazione o rimostranza da parte dei suoi utenti. Non  so se sia fattibile dare una risposta univoca; certo e' che per chi, al riparo da fidelismi zeloti e tifoserie contrapposte, riesce un poco a leggere gli eventi, questo "sorpasso" di fatturato (dal 46% al 36% del totale di Apple) tra Mac e il "resto", non costituisce affatto una sorpresa. Esso non rappresenta altro che l'ennesimo capitolo della triste saga della Caporetto informatica pianificata da tempo, dal re Mida di Palo Alto: il lungo addio a tutto cio' che noi utenti abbiamo conosciuto in questi 25 anni come "Macintosh".