Melamente assorto

La Pietra dello scandalo non e' mai Pietro


Su Facebook (che come avrete capito dal badge a destra, frequento ormai almeno altrettanto rispetto a questo blog) e in giro per Digiland ormai sono quasi scomparse del
tutto, travolte dal susseguirsi degli eventi, le raffiche di contumelie, insulti e dietrologiche tessiture di oscuri moventi in offerta speciale a 3x2, scatenate dal giorno del suo comunicato Ansa denominato per semplicita' del "Ciarpame politico", contro la ormai divorzianda consorte del nostro Papi-Premier: Veronica Lario. Contumelie e dietrologie che, ahime' ho dovuto mio malgrado constatare, arrivavano impietose in particolare proprio dalle donne (non tutte, per fortuna). E, particolare per me assai piu' doloroso, in misura massiccia proprio dalle donne "progressiste", "femministe" e "di sinistra", dalle quali invece mi aspettavo (ingenuamente, mi dicono alcune) una difesa accorata e sincera. Da qualche settimana a questa parte, pero', qualcosa e' cambiato: non la si aggredisce piu' tanto con frasi della serie "ma doveva divorziare prima" o "ha il suo bell'interesse a fare tutto questo, come lo ha avuto a sposarlo"; adesso l'obiezione che arriva da piu' parti (femminili in particolare, ripeto) e' assai piu' sottile e meno diretta. In sostanza si dice: "e' ben triste e ingiusto che Berlusconi cada (se cadra') per il velina-gate e non, ad esempio, per il mafia-gate". E in effetti, a leggere di queste distinzioni (riassumendole: "e' piu' nobile indignarci per la mafia che per le escort di Berlusconi"), ormai sembra quasi che "velina" sia spregiativo
perfino come termine negativo. "Mafia" pare assai meno ignobile, e' vero: meno volgare, piu' "pregnante", in fondo. Se non fosse che la mafia gestisce parecchio anche la prostituzione e il traffico delle donne schiavizzate, e che le inchieste che hanno portato al caso "Grazioli-gate" partono da tangenti, appalti e co. Ma vabbe'.. questi sono dettagli che interessano solo noi puntigliosi. Dicevo insomma, che si afferma: "merita si, che cada Silvione con tutti i suoi filistei del centrodestra, ma non per questi "futili" motivi boccacceschi". Ebbene in realta', ancora una volta, ho l'impressione che sotto la soffice coltre del nobile rammarico benaltrista si celi, per l'appunto: ben altro. Oltreoceano certi comportamenti e collusioni genericamente intesi, tra sesso e potere, si connotano esattamente col termine "mobbing". E basta cercare sul dizionario inglese-italiano alla voce "mob" per rendersi subito conto che quelle frapposte tra "velinagate" e "mafiagate", in fondo, sono solo barriere di comodo. Siepi di foglie di fico erette solo per non dover concedere piena dignita' e coraggio di attrice politica a tutto tondo, a colei che ha sollevato il coperchio dell'immondo verminaio che ora scorgiamo appena (probabilmente c'e' ancora di peggio, da scoprire). Un pesantissimo coperchio di sarcofago che nessuno
aveva e avrebbe mai avuto il coraggio di alzare, e che anzi si lasciava ben fissato al suo posto. E allora resta, lo ripeto qui oltre che su Facebook da subito dopo l'uscita della Lario, da chiedersi il perche' di questa sorda ostilita' specialmente femminile, contro una donna che rompe il muro di omerta' (e tornano anche qui certe analogie) e osa lavare, da "svergognata", i panni sporchi di famiglia in pubblico e restituire una vicenda che voleva restare fatto privato alla sua vera e reale dimensione: quella pubblica. Non e' forse anche in questa sorta di "antipatia" e "inimicizia di genere", che riposa e si cela, immutato e apparentemente immutabile, un retaggio consolidato, antico e duro a morire come il sesso a pagamento di cui oggi nuovamente apprendiamo?