Melamente assorto

CLEPTOMANI DIGITALI


Ma questo post, in effetti, avrebbe potuto intitolarsi ugualmente: "l'ipocrisia del lessico". Il motivo e' presto detto. Si da' il caso che, dal momento che nel giro di pochi
giorni Apple ha ottenuto la promessa di vedersi pagare una penale di 2,7 milioni di dollari da Psystar (per furto ai danni di Apple) e  nel contempo l'ingiunzione di doverne a sua volta pagare ad Opti (per furto operato da Apple) una di ben 8 volte tanto, cioe' 21,7 milioni di dollari, mi siano capitati sotto gli occhi gli articoli scritti sui relativi argomenti, dalla redazione di Macity. Ebbene, messa da un canto l'enorme sproporzione nella quantita' dello spazio assegnato  ai due argomenti (cosi' a occhio, direi che il rapporto e' di circa 30 a 1 in favore degli articoli che parlano di Psystar) all'interno del summenzionato sito, m'e' venuto spontaneo di confrontarne la (con rispetto parlando) qualita'; ovverossia nella fattispecie: il lessico. Ecco una sorta di sinossi dei termini usati a raffronto delle tre societa':Psystar: "violato, sleale, poco ortodosso, scopiazzatura, hack, illegalmente, controversa societa', rubato".Apple: "inconsapevolmente infranto, violato non intenzionalmente".Opti: "Patent troll" (azienda profittatrice delle violazioni altrui dei propri brevetti).Dunque la morale di Macity e' questa: quando qualcuno viola un brevetto Apple, si tratta certamente di un volgare e pericoloso crimine da punire in modo rapido e severo; quando invece a rubare e' Apple, allora il peccato e' di certo veniale e il furto avviene, come dire, per "distrazione", in modo inconsapevole. Non basta: l'azienda vittima di tale furto (Opti) non e' altro che un "troll", un bieco profittatore della innocente purezza di Cupertino; una sorta di scaltra cacciatrice di dote in cerca, non di giustizia e di riparazione per il torto subito, ma solo di riempirsi il "laido" portafogli. Una vera e propria "doppia morale" e una doppia verita'. Come una sorta di salvacondotto etico, di quel certificato che il cleptomane porta sempre con se', il quale attesta che l'eventuale furto commesso non e' frutto di cupidigia, ma di malattia. Peccato, pero', che queste grossolane manipolazioni dei fatti non abbiano ancora convinto alcun giudice. Cosi' che ad Apple, per ora, non resta che pagare; come a Macity non rimane che continuare, al solito, ad alterare la realta'.