Chi bazzica da tanto tempo come me i computer, pur non essendo programmatore, ha avuto spesso modo d'imbattersi nella struttura di controllo alternativa per antonomasia: "if-then", ovvero "se-allora". In effetti la forma mentis di coloro che hanno a che vedere con l'informatica non puo' esulare da questa elementare condizione, anche al di la' dello stretto utile programmatorio. Da qualche tempo pero', Apple sembra aver trovato (o forse "reinventato", chissa') una nuova e assai piu' efficace formula, che consente di cambiare radicalmente modo di ragionare e di gestire i problemi in informatica: "if-try", equivalente in italiano di "se-prova". Un esempio lampante e' il modo in cui Cupertino gestisce gli endemici e tutt'ora irrisolti problemi di sincronizzazione di iTunes 9 con iPhone e iPod Touch. Che il problema si presenti su Windows o su Mac, non fa alcuna differenza: i termini piu' ricorrenti nel testo dei documenti di supporto di Apple alla risoluzione dei problemi sono "if" e "try": "se" e "tenta". Il tratto ormai caratteristico di questa pratica e' che essa non si fornisce una soluzione univoca, certificata e definitiva al problema; piuttosto si descrive una serie di procedure che progressivamente appaiono avere sempre meno di tecnico e sempre piu' di caotico e illogico (se non casuale), per venire a capo del difetto. E la conferma di tutto cio' e' che il documento finisce quasi regolarmente con la preposizione: "se il problema persiste, provate a reistallare". Come su uno avesse bisogno di andare sul sito di supporto per pensare di reinstallare iTunes; oppure "tentate con un diverso computer ben conosciuto" (different well known computer), come se ognuno di noi avesse a portata di mano un negozio di PC compiacente o un paio di amici disposti a farsi incasinare la macchina dai folli esperimenti del dr. Steve Jobs da Cupertino. Senza contare che uno magari non muore dalla voglia di riversare tutto il contenuto del suo telefono dentro a computer altrui. Insomma, parafrasando un antico detto latino: "Il problema e' certo", mentre la soluzione... beh...
PROBLEMI E SE-LUZIONI
Chi bazzica da tanto tempo come me i computer, pur non essendo programmatore, ha avuto spesso modo d'imbattersi nella struttura di controllo alternativa per antonomasia: "if-then", ovvero "se-allora". In effetti la forma mentis di coloro che hanno a che vedere con l'informatica non puo' esulare da questa elementare condizione, anche al di la' dello stretto utile programmatorio. Da qualche tempo pero', Apple sembra aver trovato (o forse "reinventato", chissa') una nuova e assai piu' efficace formula, che consente di cambiare radicalmente modo di ragionare e di gestire i problemi in informatica: "if-try", equivalente in italiano di "se-prova". Un esempio lampante e' il modo in cui Cupertino gestisce gli endemici e tutt'ora irrisolti problemi di sincronizzazione di iTunes 9 con iPhone e iPod Touch. Che il problema si presenti su Windows o su Mac, non fa alcuna differenza: i termini piu' ricorrenti nel testo dei documenti di supporto di Apple alla risoluzione dei problemi sono "if" e "try": "se" e "tenta". Il tratto ormai caratteristico di questa pratica e' che essa non si fornisce una soluzione univoca, certificata e definitiva al problema; piuttosto si descrive una serie di procedure che progressivamente appaiono avere sempre meno di tecnico e sempre piu' di caotico e illogico (se non casuale), per venire a capo del difetto. E la conferma di tutto cio' e' che il documento finisce quasi regolarmente con la preposizione: "se il problema persiste, provate a reistallare". Come su uno avesse bisogno di andare sul sito di supporto per pensare di reinstallare iTunes; oppure "tentate con un diverso computer ben conosciuto" (different well known computer), come se ognuno di noi avesse a portata di mano un negozio di PC compiacente o un paio di amici disposti a farsi incasinare la macchina dai folli esperimenti del dr. Steve Jobs da Cupertino. Senza contare che uno magari non muore dalla voglia di riversare tutto il contenuto del suo telefono dentro a computer altrui. Insomma, parafrasando un antico detto latino: "Il problema e' certo", mentre la soluzione... beh...
