Melamente assorto

APPARENTE MENTE


Forse non c'e' dispositivo che puo' illustrare meglio del mouse la distorsione mentale che regna in Apple da almeno una dozzina d'anni a questa parte. Perche' il mouse? Ma perche' e' evidente che Steve Jobs detesta il mouse (non parliamo del suo odio per le tastiere, poi). Dal suo ritorno in Apple, la societa' californiana non e' stata in grado di progettare e produrre un solo mouse decente. A partire dalla mancanza del tasto destro e della rotella, considerati "inutili" dal Napoleone in felpa nera, alla sfera affetta da sindrome "Swiffer" del famigerato Mighty Mouse, passando per il terrificante mouse "saponetta", perfettamente tondo e quindi impossibile da gestire con un minimo di comodita' a causa della totale assenza di feedback tattile, l'utente Mac che faceva uso intensivo del mouse e' stato regolarmente costretto a rivolgersi alle solite Logitech, Kensington, Macally. Oggi la storia si ripete con il Magic Mouse. Ho avuto modo di usarlo lungamente e la conclusione non puo' essere che una: e' evidente che per Steve Jobs conta sopra ogni cosa cio' che si vede, cio' che appare. Solo questo puo' spiegare l'idiozia di fabbricare un mouse che, al tatto, non fornisce alcuna informazione sul propro orientamento. Ed ecco, prima o poi, il malcapitato utente impegnato a raddrizzare un mouse ineluttabilmente afferrato al contrario. Il suo concetto di ordine, di equilibrio, di eleganza passa esclusivamente per la vista, non c'e' dubbio; e per la nozione obbligatoria di simmetria geometrica. A differenza dell'altro Steve, Wozniak, egli non riesce a comprendere, o meglio ad accettare, che il corpo umano e' assolutamente asimmetrico e che di conseguenza non si adatta agli oggetti geometricamente perfetti. Il Magic Mouse lo e', ed e' per questo che e' concettualmente e funzionalmente un pessimo mouse. A tal punto lo e' che c'e' chi, come accaduto gia' in passato, si arrabatta a immaginare zeppe e tacchie per poter adattare l'oggetto esteticamente perfetto, alla forma del jobbianamente imperfetto corpo umano. L'umano che si conforma all'oggetto, dunque e non il contrario; come dovrebbe essere. Anzi, tornando indietro con la memoria al 1984, alla genesi del Mac, come avrebbe dovuto essere.