Melamente assorto

LOGHI COMUNI


"Dio è morto, Marx è morto e anche il personal computer non si sente molto bene. Parola di un tizio che da 35 anni inventa e vende i computer più invidiati, osannati e copiati del mondo. Se aggiungiamo che il tizio in questione si chiama Steve Jobs allora il vaticinio di cui sopra (non la parte su Dio e Marx, l’altra) acquista una certa consistenza".Anche stamattina mi e' toccato di leggere l'ennesimo articolo alla "non c'ho capito una mazza ma pazienza, tanto voi lettori comunque bevete tutto", dell'ennesimo giornalista blasonato che spaccia assemblaggi mal congegnati di frasi fatte, luoghi comuni, eufemismi e leggende metropolitane, per articoli sulla tecnologia: Paolo Ottolina sul Corriere. Gia' dall'incipit si coglie immediatamente la solenne incompetenza in materia "Apple". Chiunque conosca un'oncia di storia di Apple, e quindi dell'informatica in genere, sa infatti che Steve Jobs non ha mai inventato un piffero di niente in vita sua e che l'inventore che ha fatto la fortuna dell'esordio di Apple con la sua genialita' si chiama Steve Wozniak. Vi risparmio la sequela degli stereotipi successivi per sottolineare, invece, l'uso sapiente di due termini. Il primo si riferisce alla catastrofe dell'iPhone 4: Ottolina la definisce "dettaglio". Di piu': aggiunge impudicamente che "il telefono rischierebbe di perdere il segnale "solo se impugnato dai mancini". Come se chi usa la mano destra impugnasse il telefono con la destra e viceversa. Una solenne idiozia, perche' e' ovvio l'esatto opposto, semmai. Chi usa la destra, infatti, mentre parla terra' la mano destra libera per scrivere, aprire porte, usare altri oggetti, eccetera, e quindi terra' il telefono proprio con la sinistra. Il secondo termine e' "presunta", che egli usa per descrivere la censura operata da anni, in modo dichiarato e rivendicato (con tanto di disclaimer, nero su bianco) da Apple. "Piu' realista del re" non rende l'idea del danno che provoca, al nostro modo di consumare e spendere, questo giornalismo psicologicamente schiavo dei logo e totalmente prono al marketing e alla propaganda aziendale. Sarebbe meglio per tutti, credo, se Ottolina, invece di scrivere sul Corriere, inoltrasse il suo curriculum a Cupertino: ha ottime possibilita' come addetto stampa.