Ieri Consumer Report ha scritto l'epitaffio di iPhone 4, bocciandolo definitivamente e sconsigliandone l'acquisto ai propri lettori. Non che questa sorta di certificato di morte ufficiale fosse necessario ormai, ma certo il colpo portato alla credibilita' di Apple e' devastante: Apple e Steve Jobs hanno dunque mentito. Da parte sua, la compagnia californiana si comporta come una protesi, quale effettivamente e', del proprio CEO. Continua imperterrita quindi a negare la realta' dei fatti e l'evidenza perfino ormai collettivamente accertata e accettata: l'iPhone 4 non funziona, e' mal progettato e va immediatamente richiamato. L'ho scritto la settimana scorsa, ora lo scrivono altri. Ma non solo ci si ostina a negare un difetto conclamato, di piu': si cancellano gli interventi che parlano dell'articolo di Consumer Report sul forum Apple. Perche', che senso ha censurare una cosa del genere in rete? Tutti sanno che questo non puo' che essere potentemente controproducente. Dunque che accade a Cupertino? L'ho gia' scritto e lo ripeto: correndo incontro al cul de sac nel quale egli stesso si e' cacciato, la reazione di Jobs rispetto a questa e ad altre realta' ormai e' sempre la medesima: la negazione. Apple cosi' assume, mano mano, i sostanziali connotati di un regime totalitario, dove cio' che non e' funzionale viene non solo cancellato, ma addirittura negato alla radice; e dove cio' che non e' ritenuto accettabile dal Deus Ex Machina, non viene letteralmente considerato nel novero degli eventi possibili. Dove la menzogna, la falsificazione e l'inganno ai danni del cliente, assurgono a strumento elettivo della propria esistenza e delle proprie immense fortune. Ma questa condizione di stacco netto dalla realta' circostante e di apnea in un universo autogenerato e autoalimentato, quella in cui versa ora la compagnia di Cupertino, non puo' proseguire all'infinito. Essa ha anche un corrispettivo umano ben conosciuto in psicopatologia. Ed e' da quella che lo sappiamo: presto o tardi, questo apparente equilibrio tra le due realta', quella interna e quella esterna, e' destinato a rompersi. E le due entita' a impattare.
MENTE STUPENDA MENTE
Ieri Consumer Report ha scritto l'epitaffio di iPhone 4, bocciandolo definitivamente e sconsigliandone l'acquisto ai propri lettori. Non che questa sorta di certificato di morte ufficiale fosse necessario ormai, ma certo il colpo portato alla credibilita' di Apple e' devastante: Apple e Steve Jobs hanno dunque mentito. Da parte sua, la compagnia californiana si comporta come una protesi, quale effettivamente e', del proprio CEO. Continua imperterrita quindi a negare la realta' dei fatti e l'evidenza perfino ormai collettivamente accertata e accettata: l'iPhone 4 non funziona, e' mal progettato e va immediatamente richiamato. L'ho scritto la settimana scorsa, ora lo scrivono altri. Ma non solo ci si ostina a negare un difetto conclamato, di piu': si cancellano gli interventi che parlano dell'articolo di Consumer Report sul forum Apple. Perche', che senso ha censurare una cosa del genere in rete? Tutti sanno che questo non puo' che essere potentemente controproducente. Dunque che accade a Cupertino? L'ho gia' scritto e lo ripeto: correndo incontro al cul de sac nel quale egli stesso si e' cacciato, la reazione di Jobs rispetto a questa e ad altre realta' ormai e' sempre la medesima: la negazione. Apple cosi' assume, mano mano, i sostanziali connotati di un regime totalitario, dove cio' che non e' funzionale viene non solo cancellato, ma addirittura negato alla radice; e dove cio' che non e' ritenuto accettabile dal Deus Ex Machina, non viene letteralmente considerato nel novero degli eventi possibili. Dove la menzogna, la falsificazione e l'inganno ai danni del cliente, assurgono a strumento elettivo della propria esistenza e delle proprie immense fortune. Ma questa condizione di stacco netto dalla realta' circostante e di apnea in un universo autogenerato e autoalimentato, quella in cui versa ora la compagnia di Cupertino, non puo' proseguire all'infinito. Essa ha anche un corrispettivo umano ben conosciuto in psicopatologia. Ed e' da quella che lo sappiamo: presto o tardi, questo apparente equilibrio tra le due realta', quella interna e quella esterna, e' destinato a rompersi. E le due entita' a impattare.