Melamente assorto

TOTO QUOTO


Non esimendomi dal chiedere umilmente scusa a voi lettori per la mia lunga assenza (ma tornero' a scrivere piu' assiduamente, lo prometto), mi permetto di proporvi un articolo del mai abbastanza lodato Marco Coisson. Lo condivido dalla prima all'ultima riga. Buona lettura e a presto."Avrei voluto parlare di MacOS X. Della prossima versione di MacOS X. Di Lion. Avrei voluto credere che “Back to the Mac” volesse dire un rinnovato interesse di Apple per la piattaforma “tradizionale”. E invece vuol dire “stiamo banalizzando il Mac, facendolo diventare un iPad gigante”. Avrei voluto illudermi che le tecnologie del computing fossero ancora una priorità, che non fossero state soppiantate solo dai lustrini, dagli effetti grafici, e dalla igadget-mania. Avrei semplicemente voluto un sistema operativo per computer. Per chi ancora ha bisogno di usare un computer. Di lavorarci. Di farci delle cose, e non necessariamente solo di comprarci delle cose. Ma così non è.In realtà sappiamo molto poco di Lion, e lo stesso Steve Jobs ci ha rassicurato che nel corso del tempo, a mano a mano che si avvicinerà la data di rilascio di MacOS X 10.7 (nel corso dell’estate 2011), verranno fatti altri incontri con la stampa e verranno date maggiori informazioni. Non ne dubitiamo. Speriamo che siano un po’ più rassicuranti di quelle che abbiamo visto fino ad ora. Perché ad oggi, nell’ordine, sappiamo che MacOS X Lion avrà le seguenti novità:1 •un App Store dedicato; come quello per l’iPhone; come quello per l’iPad. Facile, con un click compri tutto, tutto ti si aggiorna automaticamente. Non c’è più bisogno di pensare, basta avere la carta di credito pronta. Poi poco importa se le applicazioni che compri servono a qualche cosa oppure no. Perché chi col computer ci lavora, sa molto bene che non è che si aggiorna un software centrale per la propria attività solo perché ad iTunes o al suo omologo di turno viene voglia di fare l’update automatico di tutto quello che è stato comprato sull’App Store. Forse va bene per l’iPhone; forse va bene per l’iPad. Ma io prima di aggiornare le 5 o 6 applicazioni vitali che uso sul Mac, ci penso molto bene; e le provo a fondo; e sempre in parallelo con le versioni precedenti, che so che funzionano; e quando sono pronto, allora sì che aggiorno. Ma intanto l’App Store, ci viene detto, non sarà certo l’unico modo per acquistare e installare applicazioni sul Mac. E meno male! Perché anche l’App Store per il Mac avrà delle severissime regole (niente applicazioni Java, per esempio, che ormai sta passando da “adoriamo Java” a “non ci frega niente di Java” a “Java sarà deprecato in Lion”), ci sarà sicuramente un conflitto di interessi grosso come una casa (vedremo quante applicazioni concorrenti a quelle di Apple saranno ammesse sull’App Store, meno male che tanto noi ci siamo abituati ai conflitti di interessi), e il modello 70-30 di ripartizione dei guadagni bisognerà vedere se farà piacere davvero a tutti gli sviluppatori. Per non parlare poi di coloro che il software lo comprano per lavoro, che magari vogliono una fattura, un’offerta formale, un rapporto con un fornitore. Sai che comodo avere come unica interfaccia una paginetta web dal click facile: un click di troppo, e la tua carta di credito ha un tot di meno sul suo budget mensile, e ti ritrovi con un’applicazione in più installata non sai manco dove. Ma siccome una tale meraviglia non può certo aspettare l’estate del 2011 per esserci propinata, e soprattutto non possono aspettare le nostre carte di credito, non temete: l’App Store ci sarà anche per Snow Leopard. Tra pochi giorni. 2 •Launchpad: perché lanciare le applicazioni con un doppio click; lanciarle con Spotlight; lanciarle da una cartella o un’icona messe nel Dock; lanciarle con una qualunque delle centomila utility adatte allo scopo non andava bene. Bisognava fare un’interfaccia grafica nuova, l’ennesima, tutta diversa dalle altre, che si attiva con l’ennesima icona nel Dock, e che mostra, udite udite, una schermata che ricorda la homescreen degli iPad. Oooooh. Con tanto di schermate multiple navigabili con l’ennesima gesture sul trackpad o sul dorso del topo magico, e pallini bianchi in fondo ad indicare in quale delle millemila schermate ci troviamo. Un sistema che certamente va bene su un telefono o un tablet, dove di applicazioni ce ne sono relativamente poche, e poi alla fine non è che si faccia molto. Ma sul mio Mac, per dire, ho più di un centinaio di applicazioni (non tutte installate in posti standard, tra l’altro), esattamente come mi viene incontro Launchpad? DropDrawers, DragThing, LaunchBar, metteteci tutte le altre utility che volete, ognuna vi permette di organizzare le vostre applicazioni (e anche i documenti, e gli indirizzi email, e i bookmark, ecc.) come più vi pare. Launchpad non fa certo male alla salute; ma diciamo che non ne sentivamo la mancanza.3 •applicazioni a schermo pieno: per non avere distrazioni. E va bene. Ora, se lavorare a schermo pieno o no, non lo decide più l’applicazione. Lo decide l’utente. Il che non è una cattiva idea, anzi. Così scompare la barra dei menu. Scompare la possibilità di fare con facilità del multitasking. E già mi vedo orde di utenti disperati che cercano un comando da menu, e la barra dei menu non c’è più. Perché il fullscreen fa tanto figo. Non distrae. E porta un po’ di iPad sul Mac. Grazie. 4 •Mission Control: che di per sé magari è anche una buona idea. Un modo per tenere organizzati le applicazioni e i documenti aperti. Come Exposé. Come Spaces. Ora abbiamo un modo in più. Di nuovo: non è che guasta, non è che fa male. Resta da vedere se genera o no confusione (dal momento che non si sostituisce agli altri metodi già presenti), e se sarà effettivamente utile oppure no.Ecco, Lion in pillole. Avrei voluto parlare di affidabilità. Di filesystem. Di tecnologie di scripting. Di un supporto a IPv6 che non faccia vomitare. Di interfacce grafiche coerenti. Di OpenGL. Di protocolli di rete che funzionano. Di un Finder che funziona. Di tecnologie per il calcolo. Di un sistema sempre più potente per utenti professionali sempre più esigenti. Abbiamo parlato di un negozio elettronico su cui fare acquisti, e della barra dei menu che è sparita. Avrei voluto parlare di un sistema operativo per il Mac. Abbiamo parlato di come trasferire ai computer le caratteristiche e le limitazioni dei gadget, per quanto belli e utili, con cui Apple sta facendo palate di quattrini. Forse avrei voluto semplicemente parlare di un sistema operativo per computer. Quello che i Mac stanno progressivamente smettendo di essere."