Melamente assorto

ANCORA PIU' SOTTILE


"Steve Jobs, la serata di un uomo normale." - Antonio Dini, da Macity. Per Antonio Dini Apple magari non sara' una "fede" (un'emozione si, pero'), ma non si puo' negare che per definire questo come l'aspetto di un "normale" cinquantaseienne, ci vuole un certo malcelato disprezzo per l'intelligenza del lettore. E non c'e' bisogno di "odiare" nessuna multinazionale produttrice di gadget per rendersi conto che, qualunque sia la malattia di Jobs, ancora una volta non si tratta di un raffreddore. Eppure ancora una volta ieri Steve Jobs si e' presentato in pubblico per recitare l'ennesima liturgia-spettacolo: un altro melange tra la pantomima da imbonitore da chiesa del nuovo avvento e il cameo da gerarca in stile politburo URSS anni '70. Non un grammo di trasparenza, non un'oncia di chiarezza. Naturalmente la totalita' dei siti Applecoronati di turno (Macity in prima fila), oggi pubblica articoli nei quali sostanzialmente si afferma: "Beh, Steve ha presentato il Keynote; dunque non e' gravemente malato". Chiedo io: e' vero o non e' vero che il CEO di Apple si e' presentato piu' volte ai keynote, in passato, in pessime condizioni di salute e, anzi, sull'orlo del totale tracollo fisico, dissimulando (non fosse stato per la magrezza) il suo gravissimo stato (tumore al pancreas prima e non meglio specificato collasso epatico con successivo trapianto poi) e, anzi, mentendo spudoratamente su di essa? E dunque dov'e la novita', in questa apparizione? Nessuna: deja vu'. Opacita' assoluta e totale, dunque, sulle proprie condizioni di salute cosi' come sulle condizioni lavoro e di salute di chi li costruisce, i suoi iPad: le due omerta' si tengono. Abbiamo assistito a cosa, invece? All'ennesimo show sempre identico agli ennesimi precedenti; identico come l'abbigliamento della sua primadonna, del resto. Uno show pieno di schermi giganti, luci ammiccanti, cifroni e paroloni; creato e perfezionato negli anni per meglio vendere il nulla, lo zero assoluto: un marchio. Stavolta si tratta del giocattolone piu' di moda, sostanzialmente inutile, a tasso di obsolescenza esponenzialmente crescente (inferiore solo al suo tasso di superfluita'), che tra pochi mesi varra' una misera frazione di quanto esosamente speso per acquistarlo e sara' bello pronto, come lo e' ora il suo "vecchio" predecessore, per la discarica. Domani sara' un altro gadget, non importa cosa: basta ci sia la mela sopra, da sfoggiare. Ed e' proprio grazie a quella, che Apple, di iPad 2, ne vendera' ancora una volta a milioni.