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Di Sa(r)tori a Parigi, o dell'inutilita' della fuga

Post n°187 pubblicato il 22 Settembre 2007 da MacRaiser

Oggi Eugenio Scalfari si prende in carico (finalmente qualcuno ha trovato il coraggio di farlo) di replicare alle scempiaggini udite l'altra sera ad Annozero (che pero' ha battuto Miss Italia in ascolti, gia' e' qualcosa) ed in generale sulla faccenda Grillo. Li' stazionava, come al solito, l'onnivideopresente (da una quindicina d'anni almeno) nonche' neovaffanculante Prof. Giovanni Sartori. Il quale, da riconosciuta autorita' in materia (non di vaffanculo, di politica eh..), ha dato il suo illuminato (e suppongo anche lungamente meditato) parere sul V-Day. Egli si dichiara d'accordo con la proposta di Beppe Grillo di: "mandare a casa tutti i partiti e parlamentari", i quali peraltro risultano ad oggi regolarmente eletti con voto popolare. Certamente non Grillo, non Travaglio, tantomeno Di Pietro sono titolati a sufficienza per spiegarci, prima, con quale meccanismo legale e democratico (nonche' possibilmente rispettoso dei diritti costituzionali di tutti) andrebbe attuato questo progetto testualmente definito dallo stesso Sartori: "azzeramento del parlamento". Ma lui si, il superpolitologo vaffanculante si, sono sicuro che lo fara', anche se per il momento tace, in merito. Forse non ha tempo, ora.. chissa'. Comunque sia, al momento, verrebbe da dire che stiamo assistendo ad una sorta di fuga in avanti.. verso un luminoso futuro, un nuovo inizio, l'alba di una nuova era. Ma in effetti non credo sia cosi'. A dirla tutta credo si tratti invece di un clamoroso ritorno al passato. Citazioni di mussoliniana memoria a parte (e meno male che c'e' Scalfari che ha il coraggio di dirle a voce alta queste quasi banali cose, ripeto), mi viene da tornare ancora piu' indietro, al giacobinismo e a Robespierre. Fossi in Sartori, pero', non sarei tanto allegro. Perche' se si guarda agli avvenimenti storici, non solo della rivoluzione francese, in questi frangenti ci si accorge che le prime a saltare, guardacaso, sono proprio le plaudenti "teste di politologo" che stavano in prima fila a salmodiare. E poi, dopo i Giacobini, arriva sempre il Termidoro. Ah.. a proposito della nota grillata: "Largo ai giovani, via gli ultrasettantenni".. Non sara' mica il caso di applicarla anche ai politologi? Sartori e' nato nel 1924. Non fa 83 anni?

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Commenti al Post:
ossimora
ossimora il 22/09/07 alle 11:08 via WEB
Buongiorno;sopporto poco la televisione e se la guardo guardo solo stronzatelle ricreative perlomeno sono del tutto innocue almeno u di me che sono adulta ,le chiacchiere proprio non riesco più a sentirle,debbo aver varcato la soglia mia di tolleranza.Mi sorprende l'emerito politologo Sartori;io ho un suo libercolo sul pericolo della televisione per i bambini ;lo trovo anche ficcante ed efficace e mon dieu ,decisamente in controtendenza con la sua voglia di apparire.Anche lo stesso Santoro dal quale mi sarei aspettata al suo rientro un lavoro di denuncia (un pò sul genere di reporter)di controinformazione sul campo,nelle zone falcidiate dalla mafia e dal pizzo,nelle sacche di razzismo delle metropoli corre dietro agli altri NON GIORNALISTI che non riescono a percorrere un genere di informazione che non sia ripetitivo ed ammorbante ,un vaniloquio.Buongiorno
 
 
MacRaiser
MacRaiser il 22/09/07 alle 11:28 via WEB
Credo di aver gia' scritto sul tuo blog, tempo fa, che Santoro antepone il parametro audience a parecchi altri parametri. Lo ribadisco. Inoltre la trasmissione e' stata messa in piedi in modo assolutamente scorretto, isolando l'unica voce contraria al V-Day, quella di Polito, e ignorando volutamente l'altra meta' del paese (che probabilmente ora, anche grazie a questo modo di fare, e' piu' di meta'). Tranne un'intervistina, se non sbaglio, ad uno di FI all'interno di un servizio. Ma in studio, niente. Metodi che per Santoro non affatto sono nuovi, purtroppo. Ciao, Anto :)
 
   
ossimora
ossimora il 22/09/07 alle 11:32 via WEB
La soluzione (forse) per far ripensare questi personaggi rispetto ai loro comportanmenti è una sola.Non guardarli e far loro crollare l'ascolto.Riciao;)
 
scimmiaelettrica
scimmiaelettrica il 23/09/07 alle 16:50 via WEB
Dissento su tutta la linea..Forse quella di Santoro è stat l'unica trasmissione ha mostrare pezzi del V-DAY di Bologna,in questo modo la gente può farsi la sua idea invece che sentire solo le opinioni di Scalfaro o del dir. Mazza o di chiunque altro non-giornalista (ma servo del potere) che cerca in tutti i odi di denigrare una cosa bella come la manifestazione di Bologna(io c'ero) dove si sono affrontati tanti argomenti riportati da persone qualificate..architetti,professori,magistrati e giornalisti VERI come Travaglio..si può non condividere le sue opinioni ma tutto si può dire di lui meno che non sia un vero giornalista. Ce ne sono tanto pochi in Italia ormai che non siamo più in grado di riconoscerli in mezzo a tanto asservito marciume. Caro MacR. siccome ti ho citato nel mio Blog (in merito a una tua discussione aperta con Joyce)mi sembra giusto invitarti a passare e controbattere se lo vorrai.Ciao
 
 
MacRaiser
MacRaiser il 23/09/07 alle 21:19 via WEB
Scimmia.. Innanzitutto si tratta di EUGENIO SCALFARI, fondatore di Repubblica", secondo quotidiano d'Italia, dopo il Corriere della sera, e non di OSCAR LUIGI SCALFARO, ex presidente della repubblica. Per poterlo chiamare "pseudogiornalista" nonche' "servo del potere", dovresti prima forse sapere esattamente di chi si tratta. Secondo: Marco Travaglio, per tua informazione, ha una rubrica (credo tutt'ora) su Repubblica intitolata "Carta canta". Evidentemente, tuo malgrado, egli ha notevole stima di Eugenio Scalfari. E credo che se avrai l'ardire di chiederglielo personalmente, te lo confermera'. La mia opinione, se ci tieni a saperla, e' che le tue affermazioni abbiano toni e contenuti che denotano una disastrosa mancanza di informazione, analisi e approfondimento. Questo e' un tratto che ritrovo in molti vaffanculanti.. ed e' assai preoccupante. Occorre sapere di cosa si sta parlando, direi. Supplisci a queste lacune e poi ne riparleremo, se vuoi ;)
 
 
MacRaiser
MacRaiser il 23/09/07 alle 21:56 via WEB
A proposito: senza cercare altrove, eccoti il V-Day integralmente registrato. Ma non dovreste essere voi quelli che insegnano ad usare bene internet? ;)
 
silvia.to
silvia.to il 24/09/07 alle 10:32 via WEB
tanta paura per quel che dice un "COMICO", FORSE PERCHè DICE LA VERITà? se dicesse solo panzane, non ci sarebbe tanta attenzione, o forse vi siete spaventati dell persone che sono andate a firmare le cose che ha proposto? Non siamo tutti stupidi, anche se vi piace credrlo.
 
 
MacRaiser
MacRaiser il 24/09/07 alle 10:54 via WEB
Vi? Mi dai del plurale maiestatis, Silvia? Non c'e' bisogno, dai.. :D Dire cose vere e proporre cose intelligenti non sono affatto sinonimi, cara mia. Altrimenti saremmo tutti geniali politici. Grillo dice ALCUNE cose vere e ALCUNE sciocchezze. Ma le dice TUTTE nel modo sbagliato. E le soluzioni politiche che propone come panacea ai problemi epocali italiani, a mio avviso (e non solo), sono delle emerite stupidaggini. Riguardo il mio da te presunto crederti stupida, non posso sapere, dato che non ti conosco. In casi come questo, per definizione, attribuisco una certa intelligenza al mio interlocutore. Non foss'altro perche' ha avuto il buongusto di volermi interpellare :p Ciao :)
 
magdalene57
magdalene57 il 24/09/07 alle 11:24 via WEB
mi permetto d'intervenire dopo aver letto i commenti qui e nei blog delle persone qui intervenute. va da sè che grillo ha un occhio attento per i problemi del paese. il suo blog da molto tempo è un punto di riferimento per molte persone. e gli si deve rendere merito per molte campagne d'informazione. penso pure che sia un buon comico. certo, non alla portata di tutti, economicamente parlando, ma chi lo dice che la cultura debba essere gratis? comunque le sue performance possono piacere o non piacere, ma sono e restano le performance di un comico. purtroppo per lui, da capocomico tagliente s'è trasformato in un capopopolo deludente. c'è un che di nostalgicamente gogliardico in grillo, in quel suo sbeffeggiare tutto e tutti, facendolo passare per politica, che non può non rimandare a quei giovanottoni di un tempo. che tutto volevano cambiare, tutto volevano buttare. e al suono del loro "menefrego!!" han fatto piazza pulita dei vecchi quadri politici... a ben guardare, ma può darsi che mi sia sfuggito qualcosina, non mi pare che la destra ed il centro destra siano preoccupati, anzi....Vorrà dire qualcosa? Io me lo chiederei, pure se fossi una simpatizzante di grillo. così, tanto per capire bene dove vado a finire...
 
 
MacRaiser
MacRaiser il 24/09/07 alle 11:33 via WEB
..da capocomico a capopopolo! Ahahahah!! Fantastica, Maggie *
 
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ANTONELLA ANEDDA

Vedo dal buio
come dal più radioso
dei balconi.
Il corpo è la scure:
si abbatte sulla luce
scostandola in silenzio
fino al varco più nudo -al nero
di un tempo che compone
nello spazio battuto
dai miei piedi
una terra lentissima
- promessa

---

Perfino adesso vedo
un gesto nuziale
dopo l'immensa distanza
di questa estate lenta
nell'arco dei suoi steli amari
dopo gli anni che in avanti
hanno sbarrato l'amore
perche' non si perdesse
fino a perderlo
attutito contro l'erba.
Oggi e' una notte di pioggia
possiamo traversarla
in due diversi bagliori
senza luce
dire, toccando il gelido bordo
di un bicchiere,
che tanta lontananza
non e' stata un errore
se ha cinto e sciolto segretamente
ogni irreale desiderio.


---

Volevo che
il mio amore non finisse
che resistesse intero
in disaccordo
perfino col ricordo
e ignorasse il corpo
che da me si scostava
che ne ignorasse
distanza e indifferenza
e fosse cosa mia
doppiamente intrecciata
cesta di giunco e aria,
cesta per acqua
forma che la mano conosce
e che la storia medita quando
– così di rado
per questo raramente sacra –
salva un bambino dal suo Nilo.
Così a volte
fanno canestri i pazzi
per il silenzio – credo –
che sale dagli spazi
per quella paglia
che le dita oscurano
per quel nodo terreno
di aria e di materia.


---

Se ho scritto è per pensiero
perché ero in pensiero per la vita
per gli esseri felici
stretti nell'ombra della sera
per la sera che di colpo
crollava sulle nuche.
Scrivevo per la pietà del buio
per ogni creatura che indietreggia
con la schiena premuta
a una ringhiera
per l'attesa marina
- senza grido - infinita.
Scrivi, dico a me stessa
e scrivo io per avanzare
più sola nell'enigma
perché gli occhi mi allarmano
e mio è il silenzio dei passi,
mia la luce deserta
- da brughiera -
sulla terra del viale.
Scrivi perché nulla è difeso
e la parola bosco
trema più fragile del bosco,
senza rami né uccelli
perché solo il coraggio può scavare
in alto la pazienza
fino a togliere peso
al peso nero del prato.

 
Questa felicità promessa o data
m'è dolore, dolore senza causa
o la causa se esiste è questo brivido
che sommuove
il molteplice nell'unico
come il liquido scosso nella sfera
di vetro che interpreta il fachiro.
Eppure dico: salva anche per oggi.
Torno torno le fanno guerra cose
e immagini su cui cala o si leva
o la notte o la neve
uniforme del ricordo.

Mario Luzi

---

Venite pensieri
vi penseremo a fondo
ora che e' mattino.
La luce vi fa sembrare tanto forti
da raschiare il buio
come se avessimo un coccio
e la notte fosse cuoio.
C'e' un geco sul granito.
Il suo ventre oscilla
come acqua di fonte.
E' spaventato. E' attento.
Aspetta senza capire.
Come succede a noi
quando un saluto di colpo
si trasforma in addio

---


Che speri,
che ti riprometti, amica,
se torni per così cupo viaggio
fin qua
dove nel sole le burrasche
hanno una voce
altissima abbrunata,
di gelsomino odorano e di frane?
Mi trovo qui
a questa età che sai,
né giovane né vecchio,
attendo, guardo
questa vicissitudine sospesa;
non so più quel che volli
o mi fu imposto,
entri nei miei pensieri
e n'esci illesa.
Tutto l'altro che deve essere
è ancora,
il fiume scorre,
la campagna varia,
grandina, spiove,
qualche cane latra
esce la luna, niente si riscuote,
niente
dal lungo sonno avventuroso.

Mario Luzi

---

il vento
è un'aspra voce che ammonisce
per noi stuolo
che a volte trova pace
e asilo sopra questi rami secchi.
E la schiera
ripiglia il triste volo,
migra nel cuore dei monti,
viola scavato
nel viola inesauribile,
miniera senza fondo
dello spazio.
Il volo è lento, penetra a fatica
nell'azzurro che s'apre
oltre l'azzurro,
nel tempo ch'è di là dal tempo;
alcuni mandano grida acute
che precipitano
e nessuna parete ripercuote.
Che ci somiglia
è il moto delle cime nell'ora
- quasi non si può pensare
né dire -
quando su steli invisibili
tutt'intorno
una primavera strana
fiorisce in nuvole rade
che il vento
pasce in un cielo
o umido o bruciato
e la sorte della giornata è varia,
la grandine, la pioggia,
la schiarita.

Mario Luzi

---

Poco dopo si è qui come sai bene,
file d'anime lungo la cornice,
chi pronto al balzo,
chi quasi in catene.
Qualcuno sulla pagina del mare
traccia un segno di vita,
figge un punto.
Raramente
qualche gabbiano appare.

Mario Luzi
 
E’ pur nostro il disfarsi delle sere.
E per noi è la stria che dal mare
sale al parco e ferisce gli aloè.
Puoi condurmi per mano,
se tu fingi di crederti con me,
se ho la follia di seguirti lontano
e ciò che stringi, ciò che dici,
m’appare in tuo potere.
Fosse tua vita quella
che mi tiene sulle soglie
e potrei prestarti un volto,
vaneggiarti figura. Ma non è,
non è così. Il polipo che insinua
tentacoli d’inchiostro tra gli scogli
può servirsi di te.
Tu gli appartieni e non lo sai.
Sei lui, ti credi te.

Eugenio Montale

---

Sempre di nuovo,
benchè sappiamo
il paesaggio d'amore
e il breve cimitero
con i suoi tristi nomi
e il pauroso abisso silente,
dove per gli altri è la fine:
torniamo a coppie tuttavia
di nuovo tra gli antichi alberi,
ci posiamo sempre, di nuovo,
con i fiori contro il cielo.

Rainer Maria Rilke

---

Felicita’ raggiunta, si cammina
per te sul fil di lama.
Agli occhi sei barlume che vacilla,
al piede,
teso ghiaccio che s’incrina;
e dunque non ti tocchi
chi piu’ t’ama.
Se giungi sulle anime invase
di tristezza e le schiari,
il tuo mattino
e’ dolce e turbatore
come i nidi delle cimase.
Ma nulla
paga il pianto del bambino
a cui fugge il pallone tra le case.

Eugenio Montale

---

Il suo sguardo,
dopo tanto fissare,
e’ divenuto cosi’ stanco
che non puo’ accettare null’altro.
Per lei
e’ come se le sbarre
fossero migliaia,
e oltre le migliaia di sbarre:
nessun mondo.
Nel suo girare
in quel cerchio ristretto,
senza soste,
la sua potente falcata
diviene una danza rituale
attorno ad un centro,
dove una grande volonta’
si trova come paralizzata.
A volte,
le palpebre si sollevano in silenzio
ed una forma entra,
scivola attraverso
l’angusto silenzio tra le spalle,
raggiunge il cuore,
e muore.

Rainer Maria Rilke – La pantera

---

Gettava pesci vivi
a pellicani famelici.
Sono vita anche i pesci fu rilevato,
ma di gerararchia inferiore.
A quale gerarchia
apparteniamo noi
e in quali fauci…?
Qui tacque il teologo
e si asciugo’ il sudore.

Eugenio Montale
 

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MARIA LUISA SPAZIANI

Quelle labbra
ch'era peccato mordere
tanto infantili e tenere s'aprivano
(neve di sogno
non può il tempo sciogliere)
chiude un sigillo di divina cera.
Ma avete flauti eterni
come il mare,
o labbra più profonde della sera.

 

ANTONELLA ANEDDA

Dell'incedere a scatti di quell'uomo
che nella strada per Venaco
gridava dentro il sole
non s'e' mai detto nulla
nulla della camicia
strappata sulle ascelle
e dei piedi circondati di paglia
ne' della voce bruciata di francese.
Lo aspetto' l'inverno,
lo strinse nel ramo di una scala
lo spinse piano
col volto tra i vasi di gerani

---

Per trovare la ragione di un verbo
perché ancora
davvero non é tempo
e non sappiamo
se accorrere o fuggire.
Fai sera come fosse dicembre
sulle casse innalzate
sul cuneo del trasloco
dai forma al buio
mentre il cibo
s'infiamma alla parete.
Queste sono le notti
di pace occidentale
nei loro raggi vola
l'angustia delle biografie
gli acini scuri dei ritratti,
i cartigli dei nomi.
Ci difende di lato un'altra quiete
come un peso marino nella iuta
piegato a lungo, con disperazione.

---

Non esiste innocenza
in questa lingua
ascolta come si spezzano i discorsi
come anche qui sia guerra
diversa guerra
ma guerra - in un tempo assetato.
Per questo scrivo con riluttanza
con pochi sterpi di frase
stretti a una lingua usuale
quella di cui dispongo
per chiamare
laggiù perfino il buio
che scuote le campane.

 

PEDRO SALINAS

Non voglio che ti allontani,
dolore, ultima forma
di amare. Io mi sento vivere
quando tu mi fai male
non in te, né qui, più oltre:
sulla terra, nell'anno
da dove vieni
nell'amore con lei
e tutto ciò che fu.
In quella realtà
sommersa che nega se stessa
ed ostinatamente afferma
di non essere esistita mai,
d'essere stata nient'altro
che un mio pretesto per vivere.
Se tu non mi restassi,
dolore, irrefutabile,
io potrei anche crederlo;
ma mi rimani tu.
La tua verità mi assicura
che niente fu menzogna.
E fino a quando ti potrò sentire,
sarai per me, dolore,
la prova di un'altra vita
in cui non mi dolevi.
La grande prova, lontano,
che è esistita, che esiste,
che mi ha amato, sì,
che la sto amando ancora.

---

Quello che sei
mi distrae da quello che dici:
Lanci parole veloci,
pavesate di risa,
invitandomi
ad andare dove mi porteranno.
Non ti presto attenzione,
non le seguo: sto guardando
le labbra da cui sono nate.
Intanto guardi lontano.
Fissi lo sguardo laggiù,
non so in cosa, e già si precipita
a cercarlo la tua anima
affilata, come saetta.
Io non guardo dove guardi:
io ti vedo guardare.
E quando desideri qualcosa
non penso a quello che vuoi
nè lo invidio: è il meno.
Ciò che ami oggi, lo desideri;
domani lo dimenticherai
per un nuovo amore.
No. Ti aspetto
oltre qualsiasi fine o termine
in ciò che non deve succedere.
Io resto nel puro atto
del tuo desiderio, amandoti.
E non voglio altro
che vederti amare.

 

REINER MARIA RILKE

Niente è paragonabile.
Esiste forse cosa
che non sia tutta sola
con se stessa e indicibile?
Invano diamo nomi,
solo è dato accettare
e accordarci
che forse qua un lampo,
là uno sguardo ci abbia sfiorato,
come se proprio in questo
consistesse vivere la nostra vita.
Chi si oppone
perde la sua parte di mondo.
E chi troppo comprende
manca l’incontro con l’eterno.
A volte
in notti grandi come questa
siamo quasi fuori pericolo,
in leggere parti uguali
spartiti fra le stelle.
Immensa moltitudine

---

Sii paziente verso tutto ciò
che è irrisolto nel tuo cuore
e cerca di amare le domande,
che sono simili
a stanze chiuse a chiave
e a libri scritti in lingua straniera.
Non cercare ora le risposte
che non ti possone essere date
poichè non saresti capace
di convivere con esse.
E il punto è vivere ogni cosa.
Vivi le domande ora.
Forse ti sarà dato,
senza che tu te ne accorga,
di vivere fino al lontano giorno,
in cui avrai la risposta.

 
Che io debba ricevere il castigo
neppure si discute. Resta oscuro
se cio’ accada in futuro oppure ora
o se sia gia’ avvenuto
prima che io fossi.
Non ch’io intenda evocare
l’esecrabile fantasma
del peccato originale.
Il disastro fu prima dell’origine
se un prima e un dopo
hanno ancora un senso.

Eugenio Montale

---

Perfino adesso vedo un gesto nuziale
dopo l'immensa distanza
di questa estate lenta
nell'arco dei suoi steli amari
dopo gli anni che in avanti
hanno sbarrato l'amore
perche' non si perdesse
fino a perderlo attutito contro l'erba.
Oggi e' una notte di pioggia
possiamo traversarla
in due diversi bagliori senza luce
dire, toccando il gelido bordo
di un bicchiere,
che tanta lontananza
non e' stata un errore
se ha cinto e sciolto segretamente
ogni irreale desiderio.

Antonella Anedda


---

Mia vita,
a te non chiedo lineamenti
fissi, volti plausibili o possessi.
Nel tuo giro inquieto
ormai lo stesso sapore
han miele e assenzio.
Il cuore che ogni moto tiene a vile
raro è squassato da trasalimenti.
Così suona talvolta nel silenzio
della campagna un colpo di fucile.

Eugenio Montale

---

Volevo che
il mio amore non finisse
che resistesse intero
in disaccordo
perfino col ricordo
e ignorasse il corpo
che da me si scostava
che ne ignorasse
distanza e indifferenza
e fosse cosa mia
doppiamente intrecciata
cesta di giunco e aria,
cesta per acqua
forma che la mano conosce
e che la storia medita quando
– così di rado
per questo raramente sacra –
salva un bambino dal suo Nilo.
Così a volte
fanno canestri i pazzi
per il silenzio – credo –
che sale dagli spazi
per quella paglia
che le dita oscurano
per quel nodo terreno
di aria e di materia.

Antonella Anedda

---

Se ho scritto è per pensiero
perché ero in pensiero per la vita
per gli esseri felici
stretti nell'ombra della sera
per la sera che di colpo
crollava sulle nuche.
Scrivevo per la pietà del buio
per ogni creatura che indietreggia
con la schiena premuta
a una ringhiera
per l'attesa marina
- senza grido - infinita.
Scrivi, dico a me stessa
e scrivo io per avanzare
più sola nell'enigma
perché gli occhi mi allarmano
e mio è il silenzio dei passi,
mia la luce deserta
- da brughiera -
sulla terra del viale.
Scrivi perché nulla è difeso
e la parola bosco
trema più fragile del bosco,
senza rami né uccelli
perché solo il coraggio può scavare
in alto la pazienza
fino a togliere peso
al peso nero del prato.

Antonella Anedda
 
Questo tetto che affiora dalla notte
ci protegge piu' di una croce o un santo.
Ora che improvvisamente piove
e' benedetto.
In un'abside di plastica bagnata
splende una pianta di ortensie azzurro-fuoco

Antonella Anedda

---

...
Soffiero' su quel viso
mischiando i suoi gesti
a quelli di amori passati,
prendendo i ricordi migliori
le poche frasi di ognuno
fino a costruire il mio Golem
il mio amore brucera' altissimo e ignoto
lungo la cappa del camino.
...

Antonella Anedda


---

Vergine altera, mia compagna
t'arde un mistero negli occhi.
Non so se odio o amore
e' questa luce eterna
della tua nera faretra.
Con me verrai
finche' proietti un'ombra il corpo
e resti ai miei sandali arena.
La sete o l'acqua sei
sul mio cammino?
Dimmi, vergine altera,
mia compagna.

- Antonio Machado -

---

...
Pensi davvero che basti non avere colpe
per non essere puniti,
ma tu hai colpe.
L'aria e' piena di grida.
Sono attaccate ai muri,
basta sfregare leggermente.
Dai mattoni salgono respiri,
brandelli di parole.
...

Antonella Anedda
 

 

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