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« Messaggio #195Quelli che hanno capito tutto »

Un comico di razza

Post n°196 pubblicato il 06 Ottobre 2007 da MacRaiser

Curiosa coincidenza, quella sottolineata da Miti ieri. In perfetto sincrono con l'emissione della sentenza per omicidio colposo nei confronti di Marco Ahmetovic, Beppe Grillo sferra un'offensiva di violenza senza precedenti (almeno da parte sua, visto che alcuni suoi commentatori avevano gia' in passato mostrato inclinazioni antisemite e razziste in genere) contro Romania, Rumeni e Rom, pubblicando e facendo sua una lettera del classico nonche' sedicente "Io-cittadino-italiano-di-sinistra-assolutamente-non-razzista, imprenditore con azienda in Romania, parenti in Romania, moglie rumena, ecc... PERO'.." dai toni apertamente e inconfodibilmente razzisti. L'ignoranza di questo personaggio (Grillo, intendo.. dell'altro non vale nemmeno la pena parlare), che credo farebbe rabbrividire perfino il Giannini dell'"Uomo Qualunque", e' letteralmente sbalorditiva. Nel suo delirante post mescola Rumeni e Rom come si trattasse di un unicum, ed assembla stupide panzane impraticabili (quella classica e': chiudiamo i confini/teniamo fuori i cattivi/i confini sono sacri) ai piu' volgari ed abusati rigurgiti xenofobi per rimestare in un minestrone ribollente miasmi che definire fetidi pare poco. Qualcuno dei suoi vaffanzeloti dovrebbe al piu' presto spiegare al suo vate che i Rom sono NOMADI, ed essendo tali, hanno tante nazionalita' quante sono le nazioni all'interno dei cui confini essi si stabiliscono per un periodo piu' o meno lungo di tempo. In quel lasso di tempo nascono dei bambini che ovviamente acquistano la nazionalita' del paese dove si trovano. Cosi' come da sempre succede ai popoli che migrano o che (a causa di persecuzioni) sono costretti alla diaspora. DIASPORA signor Beppe Grillo. Ricorda niente? Ma torniamo alla coincidenza. Altrettanto curioso e' che nel post di Grillo, pubblicato in contemporanea alla condanna, non si faccia menzione alcuna della sentenza. Eppure si parla di Rom, come mai questa bizzarra dimenticanza? Questo improvviso oblio selettivo? Eppure la notizia e' sulle prime pagine dappertutto. Una chiave di lettura potrebbe forse essere costituita dal fatto che questo pubblico lapidatore, questo puro e duro fustigatore dei nostrani malcostumi, come ho gia' avuto modo di illustrare in passato, fu condannato per lo stesso identico reato? Forse e' un po' scomodo ricordare che il suddetto signor Grillo non subi' un solo giorno di carcere pur essendo stato condannato proprio com'e' stato condannato il signor Ahmetovic? I parenti delle tre vittime di Grillo hanno avuto forse voce? Qualcuno grido' anche a lui, all'uscita dal tribunale: "Prima o poi vi ammazziamo, vi bruciamo tutti", oppure "Bastardo non la farai franca"? Credo di no, per fortuna di Grillo. Cosa voglio dire? Beh, facciamo cosi', parafrasero' Anna Frank, per renderlo piu' chiaro: "Se un italiano compie una cattiva azione la responsabilita' e' soltanto sua; se un rumeno compie una cattiva azione, la colpa ricade su tutti i rumeni". La bomba ad orologeria sei tu, Beppe Grillo. Una bomba puzzolente.

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>> Che fine ha fatto la Politica? su Ma'pe iabbu
Ricevuto in data 08/10/07 @ 11:46
 La sfiducia della gente, che già aveva dato chiari segnali nella stagione di Tangentopoli, cresc...

 
Commenti al Post:
magdalene57
magdalene57 il 06/10/07 alle 11:00 via WEB
c'è una memoria selettiva che ci permette di dimenticare ciò che ci infastidisce. nel suo caso, il suo passato, il passato di molti popoli, la nostra storia. direi che grillo non ha proprio memoria. dovrebbero averne, però, quelli che lo seguono pensando che nelle sue parole vi sia la risposta ai problemi del nostro paese. io ci trovo solo un'accozzaglia di luoghi comuni e idiozie. le poche cose sensate che riesce a dire fanno di lui ancora un comico. altrimenti, un fanfarone. direi che questo post è molto bello. grazie... un bacio maggie
 
 
MacRaiser
MacRaiser il 06/10/07 alle 11:07 via WEB
Grazie, Maggie :) Bacio
 
gianor1
gianor1 il 06/10/07 alle 11:30 via WEB
Ibsen,in "casa di bambole",fa dire ad uno dei protagonisti:"Giudicare gli altri è come giudicare sè stessi".Mi pare opportuno ricordarlo al comico.Non rammentare il proprio passato è un'assoluta immorale certezza.Buondì.
 
 
MacRaiser
MacRaiser il 06/10/07 alle 11:35 via WEB
Temo che tra Ibsen e Grillo ci sia un certo "gap".. ;) Ciao Gian :)
 
   
sinemoiaquai
sinemoiaquai il 08/10/07 alle 11:30 via WEB
Scusa l'invadenza, mis ta prendendo qui oggi, anche se ho molte cose da fare! Ritengo che con le dovute differenze, in qualche modo l'immobilismo quello per il quale faceva muovere la protagonista nella sua casa svolgendo una vita estranea a sé stessa, come una bambola, appunto, sia una metafora molto simile alla classe politica italiana da Tangentopoli in poi. Ciao, Milena
 
     
MacRaiser
MacRaiser il 08/10/07 alle 11:50 via WEB
Interessante.. non ci avevo pensato.. Ciao, Milena :)
 
ossimora
ossimora il 06/10/07 alle 14:25 via WEB
ti linko
 
 
MacRaiser
MacRaiser il 06/10/07 alle 15:02 via WEB
Grazie, Antonia. Ciao :)
 
snoopy68
snoopy68 il 06/10/07 alle 15:29 via WEB
Ero entrato nel tuo blog proprio per scriverti dell'ultimo exploit del guru nazionale ma vedo con grande piacere che mi hai anticipato e sicuramente con maggior chiarezza di quella che avrei avuto io. Per cui non posso che associarmi ben volentieri, riservando la mia ira per San Clemente da Ceppaloni. Buon fine settimana, ma, credimi, ho davvero la nausa di tutto questo. Ciao, Adalberto
 
 
MacRaiser
MacRaiser il 06/10/07 alle 20:08 via WEB
Eh, lo so.. ma occorre vincere la nausea ed evitare di assistere silenti e inerti alla sfilata dei fanculo di combattimento generalizzato e imperante. Non c'e' altro modo di migliorare la situazione. Ciao, Snoopy :)
 
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 06/10/07 alle 19:10 via WEB
Ieri quando ho letto il post di Grillo mi è sembrato di tornare indietro al 1992, quando la Lega riscuoteva consensi a colpi di bordate come queste. Pericoloso e retrivo. merci, mac
 
 
MacRaiser
MacRaiser il 06/10/07 alle 20:19 via WEB
Gia'.. l'ignoranza e la mancanza di memoria di chi segue Grillo e' qualcosa che mette paura. Quello che mi consola e' che il trend vaffanculante e' di spararle sempre piu' grosse, come Bossi e soci, dei quali Grillo si dimostra degno epigono. Mi consola perche' a dispetto del successo cui pareva destinata la lega negli anni '90, oggi ci troviamo di fronte ad un partito sfiatato, che non ha piu' nulla da dire se non hai suoi "appassionati di genere". E se cosi' non fosse, non ci sarebbe nessun bisogno di questo ennesimo ducetto d'avanspettacolo. Ciao, Miti :)
 
   
sinemoiaquai
sinemoiaquai il 08/10/07 alle 10:48 via WEB
La coscienza collettiva ha scelto grillo come leader, le distanze tra il Palazzo e cittadini è talmente ampia che siamo a livelli di guardia,
Ignoranza non direi, è allarmante ma è stato insieme sopravvalutato e sottovalutato.Sopravvalutato, visto che a cominciare dal Capo del Governo e dei leaders di partito un po' tutti se ne sono occupati e gli hanno risposto ma lo stesso Capo dello Stato indirettamente ha ha mostrato che le sue prediche non sono cadute nel vuoto. Le conseguenze , però di questa sassaiola nello stagno sembra siano state sottovalutate. Certo, gli italiani non hanno fatto MAI rivoluzioni e tutti i cambiamenti sono stati determinati da spinte esterne. La sfida qual è? Masaniello, pescatore di Amalfi, eroe per nove giorni svolse un "ciclo di utopie e scompigli" nella rivolta antifiscale nel regno del Sud. Ci fu la Francia dietro le quinte , se si vuole vedere come sia andata a finire e comunque fu soprattutto una sfida alla Spagna dominante, la superpotenza di allora, ed alla nobiltà feudale che vide protagonisti popolani, canonici e dottori in legge, come Giulio Genoino e Matteo Cristiano.
L'onda lunga del vaffanculo day ristagna nelle nostre coscienze addormentate ed insoddisfatte.
 
     
MacRaiser
MacRaiser il 08/10/07 alle 11:16 via WEB
Per quanto riguarda gli italiani sono d'accordo con te. Dopotutto noi abbiamo avuto la controriforma senza aver mai avuto la riforma :p Per quanto riguarda l'ignoranza: Grillo stesso per primo ne dimostra.. e parecchia. L'altro giorno leggevo in uno dei suoi post "panzana" l'equiparazione, a livello di "pulizia morale", di Aldo Moro e di Enrico Berlinguer, contrapponendoli entrambi al blocco dell'attuale classe politica. Solo una persona completamente all'oscuro della recente storia italiana (nella migliore delle ipotesi, nella peggiore in malafede) puo' sostenere impunemente una castroneria del genere. Basta digitare su Google la chiave: "Moro discorsi", per rendersene conto. Ciao e grazie dell'intervento, Sine :)
 
     
sinemoiaquai
sinemoiaquai il 08/10/07 alle 11:23 via WEB
Grillo è un comico e Basta, Che poi la satira diventi politica e che la politica sia comica è un fatto per noi doloroso, ho smesso da un pezzo di riderci su! :(
 
     
sinemoiaquai
sinemoiaquai il 08/10/07 alle 11:20 via WEB
Per quanto riguarda gli uomini di spettacolo, nei giornali e ed in televisione si è ripetuto spesso in questi giorni il nome di Guglelmo Giannini, il commediografo che fondò un giornale , "l'Uomo qualunque" divenuto partito. Si è dimenticato, però, un particolare: alle elezioni per la Costituente raccolse a Napoli 75.000 voti di preferenza mentre Benedetto Croce superò appena i 27.000
E' meglio non aggiungere niente su un elettorato che compie scelte del genere.

Beppe grillo capopolo?,(di intenet e dei blog, sicuro) improbabile, nonostante dopo Berlusconi abbiamo visto tutto!

 
     
MacRaiser
MacRaiser il 08/10/07 alle 11:48 via WEB
Eheheh.. hai ragione, Sine. Comunque e' pur vero che Giannini sprofondo' con tutta la sua claque non appena fu messo al banco di prova della vera politica. Certe scelte hanno quasi sempreil fiato corto, per fortuna.
 
     
sinemoiaquai
sinemoiaquai il 08/10/07 alle 13:10 via WEB
"non ci rompete più le scatole": Non basta! programmi e azioni serie che la gente senta tali! I ministri non sanno manco quanto costa un chilo di pasta!
 
     
MacRaiser
MacRaiser il 08/10/07 alle 16:59 via WEB
Ehm.. veramente Grillo non urla proprio quella frase li', ma qualcosina di piu'.. forte :p
 
quotidiana_mente
quotidiana_mente il 08/10/07 alle 15:21 via WEB
Consiglierei di leggere (o rileggere) "L'orda. Quando gli albanesi eravamo noi" di Gian Antonio Stella, credo che potrebbe essere utile per "rinfrescare" la memoria di tutti noi. Il mio consiglio, ovviamente, non è diretto a te, Mac, ma al comico.
 
 
sinemoiaquai
sinemoiaquai il 08/10/07 alle 16:48 via WEB
Anche "La Casta" di Rizzo e Stella . ciao
 
   
MacRaiser
MacRaiser il 08/10/07 alle 17:23 via WEB
Tranquilla, che ce n'e' anche per loro ;) Ti rimando al mio commento li' da Antonia, Milena.. Ciao :)
 
 
MacRaiser
MacRaiser il 08/10/07 alle 17:15 via WEB
Visto che non l'ho ancora letto, acchiappo il tuo consiglio al volo :D Ciao, Quoti :)
 
   
quotidiana_mente
quotidiana_mente il 08/10/07 alle 17:25 via WEB
:) (poi, se ti andrà, mi dici cosa ne pensi? Grazie).
 
     
MacRaiser
MacRaiser il 08/10/07 alle 17:36 via WEB
Molto volentieri :)
 
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ANTONELLA ANEDDA

Vedo dal buio
come dal più radioso
dei balconi.
Il corpo è la scure:
si abbatte sulla luce
scostandola in silenzio
fino al varco più nudo -al nero
di un tempo che compone
nello spazio battuto
dai miei piedi
una terra lentissima
- promessa

---

Perfino adesso vedo
un gesto nuziale
dopo l'immensa distanza
di questa estate lenta
nell'arco dei suoi steli amari
dopo gli anni che in avanti
hanno sbarrato l'amore
perche' non si perdesse
fino a perderlo
attutito contro l'erba.
Oggi e' una notte di pioggia
possiamo traversarla
in due diversi bagliori
senza luce
dire, toccando il gelido bordo
di un bicchiere,
che tanta lontananza
non e' stata un errore
se ha cinto e sciolto segretamente
ogni irreale desiderio.


---

Volevo che
il mio amore non finisse
che resistesse intero
in disaccordo
perfino col ricordo
e ignorasse il corpo
che da me si scostava
che ne ignorasse
distanza e indifferenza
e fosse cosa mia
doppiamente intrecciata
cesta di giunco e aria,
cesta per acqua
forma che la mano conosce
e che la storia medita quando
– così di rado
per questo raramente sacra –
salva un bambino dal suo Nilo.
Così a volte
fanno canestri i pazzi
per il silenzio – credo –
che sale dagli spazi
per quella paglia
che le dita oscurano
per quel nodo terreno
di aria e di materia.


---

Se ho scritto è per pensiero
perché ero in pensiero per la vita
per gli esseri felici
stretti nell'ombra della sera
per la sera che di colpo
crollava sulle nuche.
Scrivevo per la pietà del buio
per ogni creatura che indietreggia
con la schiena premuta
a una ringhiera
per l'attesa marina
- senza grido - infinita.
Scrivi, dico a me stessa
e scrivo io per avanzare
più sola nell'enigma
perché gli occhi mi allarmano
e mio è il silenzio dei passi,
mia la luce deserta
- da brughiera -
sulla terra del viale.
Scrivi perché nulla è difeso
e la parola bosco
trema più fragile del bosco,
senza rami né uccelli
perché solo il coraggio può scavare
in alto la pazienza
fino a togliere peso
al peso nero del prato.

 
Questa felicità promessa o data
m'è dolore, dolore senza causa
o la causa se esiste è questo brivido
che sommuove
il molteplice nell'unico
come il liquido scosso nella sfera
di vetro che interpreta il fachiro.
Eppure dico: salva anche per oggi.
Torno torno le fanno guerra cose
e immagini su cui cala o si leva
o la notte o la neve
uniforme del ricordo.

Mario Luzi

---

Venite pensieri
vi penseremo a fondo
ora che e' mattino.
La luce vi fa sembrare tanto forti
da raschiare il buio
come se avessimo un coccio
e la notte fosse cuoio.
C'e' un geco sul granito.
Il suo ventre oscilla
come acqua di fonte.
E' spaventato. E' attento.
Aspetta senza capire.
Come succede a noi
quando un saluto di colpo
si trasforma in addio

---


Che speri,
che ti riprometti, amica,
se torni per così cupo viaggio
fin qua
dove nel sole le burrasche
hanno una voce
altissima abbrunata,
di gelsomino odorano e di frane?
Mi trovo qui
a questa età che sai,
né giovane né vecchio,
attendo, guardo
questa vicissitudine sospesa;
non so più quel che volli
o mi fu imposto,
entri nei miei pensieri
e n'esci illesa.
Tutto l'altro che deve essere
è ancora,
il fiume scorre,
la campagna varia,
grandina, spiove,
qualche cane latra
esce la luna, niente si riscuote,
niente
dal lungo sonno avventuroso.

Mario Luzi

---

il vento
è un'aspra voce che ammonisce
per noi stuolo
che a volte trova pace
e asilo sopra questi rami secchi.
E la schiera
ripiglia il triste volo,
migra nel cuore dei monti,
viola scavato
nel viola inesauribile,
miniera senza fondo
dello spazio.
Il volo è lento, penetra a fatica
nell'azzurro che s'apre
oltre l'azzurro,
nel tempo ch'è di là dal tempo;
alcuni mandano grida acute
che precipitano
e nessuna parete ripercuote.
Che ci somiglia
è il moto delle cime nell'ora
- quasi non si può pensare
né dire -
quando su steli invisibili
tutt'intorno
una primavera strana
fiorisce in nuvole rade
che il vento
pasce in un cielo
o umido o bruciato
e la sorte della giornata è varia,
la grandine, la pioggia,
la schiarita.

Mario Luzi

---

Poco dopo si è qui come sai bene,
file d'anime lungo la cornice,
chi pronto al balzo,
chi quasi in catene.
Qualcuno sulla pagina del mare
traccia un segno di vita,
figge un punto.
Raramente
qualche gabbiano appare.

Mario Luzi
 
E’ pur nostro il disfarsi delle sere.
E per noi è la stria che dal mare
sale al parco e ferisce gli aloè.
Puoi condurmi per mano,
se tu fingi di crederti con me,
se ho la follia di seguirti lontano
e ciò che stringi, ciò che dici,
m’appare in tuo potere.
Fosse tua vita quella
che mi tiene sulle soglie
e potrei prestarti un volto,
vaneggiarti figura. Ma non è,
non è così. Il polipo che insinua
tentacoli d’inchiostro tra gli scogli
può servirsi di te.
Tu gli appartieni e non lo sai.
Sei lui, ti credi te.

Eugenio Montale

---

Sempre di nuovo,
benchè sappiamo
il paesaggio d'amore
e il breve cimitero
con i suoi tristi nomi
e il pauroso abisso silente,
dove per gli altri è la fine:
torniamo a coppie tuttavia
di nuovo tra gli antichi alberi,
ci posiamo sempre, di nuovo,
con i fiori contro il cielo.

Rainer Maria Rilke

---

Felicita’ raggiunta, si cammina
per te sul fil di lama.
Agli occhi sei barlume che vacilla,
al piede,
teso ghiaccio che s’incrina;
e dunque non ti tocchi
chi piu’ t’ama.
Se giungi sulle anime invase
di tristezza e le schiari,
il tuo mattino
e’ dolce e turbatore
come i nidi delle cimase.
Ma nulla
paga il pianto del bambino
a cui fugge il pallone tra le case.

Eugenio Montale

---

Il suo sguardo,
dopo tanto fissare,
e’ divenuto cosi’ stanco
che non puo’ accettare null’altro.
Per lei
e’ come se le sbarre
fossero migliaia,
e oltre le migliaia di sbarre:
nessun mondo.
Nel suo girare
in quel cerchio ristretto,
senza soste,
la sua potente falcata
diviene una danza rituale
attorno ad un centro,
dove una grande volonta’
si trova come paralizzata.
A volte,
le palpebre si sollevano in silenzio
ed una forma entra,
scivola attraverso
l’angusto silenzio tra le spalle,
raggiunge il cuore,
e muore.

Rainer Maria Rilke – La pantera

---

Gettava pesci vivi
a pellicani famelici.
Sono vita anche i pesci fu rilevato,
ma di gerararchia inferiore.
A quale gerarchia
apparteniamo noi
e in quali fauci…?
Qui tacque il teologo
e si asciugo’ il sudore.

Eugenio Montale
 

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MARIA LUISA SPAZIANI

Quelle labbra
ch'era peccato mordere
tanto infantili e tenere s'aprivano
(neve di sogno
non può il tempo sciogliere)
chiude un sigillo di divina cera.
Ma avete flauti eterni
come il mare,
o labbra più profonde della sera.

 

ANTONELLA ANEDDA

Dell'incedere a scatti di quell'uomo
che nella strada per Venaco
gridava dentro il sole
non s'e' mai detto nulla
nulla della camicia
strappata sulle ascelle
e dei piedi circondati di paglia
ne' della voce bruciata di francese.
Lo aspetto' l'inverno,
lo strinse nel ramo di una scala
lo spinse piano
col volto tra i vasi di gerani

---

Per trovare la ragione di un verbo
perché ancora
davvero non é tempo
e non sappiamo
se accorrere o fuggire.
Fai sera come fosse dicembre
sulle casse innalzate
sul cuneo del trasloco
dai forma al buio
mentre il cibo
s'infiamma alla parete.
Queste sono le notti
di pace occidentale
nei loro raggi vola
l'angustia delle biografie
gli acini scuri dei ritratti,
i cartigli dei nomi.
Ci difende di lato un'altra quiete
come un peso marino nella iuta
piegato a lungo, con disperazione.

---

Non esiste innocenza
in questa lingua
ascolta come si spezzano i discorsi
come anche qui sia guerra
diversa guerra
ma guerra - in un tempo assetato.
Per questo scrivo con riluttanza
con pochi sterpi di frase
stretti a una lingua usuale
quella di cui dispongo
per chiamare
laggiù perfino il buio
che scuote le campane.

 

PEDRO SALINAS

Non voglio che ti allontani,
dolore, ultima forma
di amare. Io mi sento vivere
quando tu mi fai male
non in te, né qui, più oltre:
sulla terra, nell'anno
da dove vieni
nell'amore con lei
e tutto ciò che fu.
In quella realtà
sommersa che nega se stessa
ed ostinatamente afferma
di non essere esistita mai,
d'essere stata nient'altro
che un mio pretesto per vivere.
Se tu non mi restassi,
dolore, irrefutabile,
io potrei anche crederlo;
ma mi rimani tu.
La tua verità mi assicura
che niente fu menzogna.
E fino a quando ti potrò sentire,
sarai per me, dolore,
la prova di un'altra vita
in cui non mi dolevi.
La grande prova, lontano,
che è esistita, che esiste,
che mi ha amato, sì,
che la sto amando ancora.

---

Quello che sei
mi distrae da quello che dici:
Lanci parole veloci,
pavesate di risa,
invitandomi
ad andare dove mi porteranno.
Non ti presto attenzione,
non le seguo: sto guardando
le labbra da cui sono nate.
Intanto guardi lontano.
Fissi lo sguardo laggiù,
non so in cosa, e già si precipita
a cercarlo la tua anima
affilata, come saetta.
Io non guardo dove guardi:
io ti vedo guardare.
E quando desideri qualcosa
non penso a quello che vuoi
nè lo invidio: è il meno.
Ciò che ami oggi, lo desideri;
domani lo dimenticherai
per un nuovo amore.
No. Ti aspetto
oltre qualsiasi fine o termine
in ciò che non deve succedere.
Io resto nel puro atto
del tuo desiderio, amandoti.
E non voglio altro
che vederti amare.

 

REINER MARIA RILKE

Niente è paragonabile.
Esiste forse cosa
che non sia tutta sola
con se stessa e indicibile?
Invano diamo nomi,
solo è dato accettare
e accordarci
che forse qua un lampo,
là uno sguardo ci abbia sfiorato,
come se proprio in questo
consistesse vivere la nostra vita.
Chi si oppone
perde la sua parte di mondo.
E chi troppo comprende
manca l’incontro con l’eterno.
A volte
in notti grandi come questa
siamo quasi fuori pericolo,
in leggere parti uguali
spartiti fra le stelle.
Immensa moltitudine

---

Sii paziente verso tutto ciò
che è irrisolto nel tuo cuore
e cerca di amare le domande,
che sono simili
a stanze chiuse a chiave
e a libri scritti in lingua straniera.
Non cercare ora le risposte
che non ti possone essere date
poichè non saresti capace
di convivere con esse.
E il punto è vivere ogni cosa.
Vivi le domande ora.
Forse ti sarà dato,
senza che tu te ne accorga,
di vivere fino al lontano giorno,
in cui avrai la risposta.

 
Che io debba ricevere il castigo
neppure si discute. Resta oscuro
se cio’ accada in futuro oppure ora
o se sia gia’ avvenuto
prima che io fossi.
Non ch’io intenda evocare
l’esecrabile fantasma
del peccato originale.
Il disastro fu prima dell’origine
se un prima e un dopo
hanno ancora un senso.

Eugenio Montale

---

Perfino adesso vedo un gesto nuziale
dopo l'immensa distanza
di questa estate lenta
nell'arco dei suoi steli amari
dopo gli anni che in avanti
hanno sbarrato l'amore
perche' non si perdesse
fino a perderlo attutito contro l'erba.
Oggi e' una notte di pioggia
possiamo traversarla
in due diversi bagliori senza luce
dire, toccando il gelido bordo
di un bicchiere,
che tanta lontananza
non e' stata un errore
se ha cinto e sciolto segretamente
ogni irreale desiderio.

Antonella Anedda


---

Mia vita,
a te non chiedo lineamenti
fissi, volti plausibili o possessi.
Nel tuo giro inquieto
ormai lo stesso sapore
han miele e assenzio.
Il cuore che ogni moto tiene a vile
raro è squassato da trasalimenti.
Così suona talvolta nel silenzio
della campagna un colpo di fucile.

Eugenio Montale

---

Volevo che
il mio amore non finisse
che resistesse intero
in disaccordo
perfino col ricordo
e ignorasse il corpo
che da me si scostava
che ne ignorasse
distanza e indifferenza
e fosse cosa mia
doppiamente intrecciata
cesta di giunco e aria,
cesta per acqua
forma che la mano conosce
e che la storia medita quando
– così di rado
per questo raramente sacra –
salva un bambino dal suo Nilo.
Così a volte
fanno canestri i pazzi
per il silenzio – credo –
che sale dagli spazi
per quella paglia
che le dita oscurano
per quel nodo terreno
di aria e di materia.

Antonella Anedda

---

Se ho scritto è per pensiero
perché ero in pensiero per la vita
per gli esseri felici
stretti nell'ombra della sera
per la sera che di colpo
crollava sulle nuche.
Scrivevo per la pietà del buio
per ogni creatura che indietreggia
con la schiena premuta
a una ringhiera
per l'attesa marina
- senza grido - infinita.
Scrivi, dico a me stessa
e scrivo io per avanzare
più sola nell'enigma
perché gli occhi mi allarmano
e mio è il silenzio dei passi,
mia la luce deserta
- da brughiera -
sulla terra del viale.
Scrivi perché nulla è difeso
e la parola bosco
trema più fragile del bosco,
senza rami né uccelli
perché solo il coraggio può scavare
in alto la pazienza
fino a togliere peso
al peso nero del prato.

Antonella Anedda
 
Questo tetto che affiora dalla notte
ci protegge piu' di una croce o un santo.
Ora che improvvisamente piove
e' benedetto.
In un'abside di plastica bagnata
splende una pianta di ortensie azzurro-fuoco

Antonella Anedda

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...
Soffiero' su quel viso
mischiando i suoi gesti
a quelli di amori passati,
prendendo i ricordi migliori
le poche frasi di ognuno
fino a costruire il mio Golem
il mio amore brucera' altissimo e ignoto
lungo la cappa del camino.
...

Antonella Anedda


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Vergine altera, mia compagna
t'arde un mistero negli occhi.
Non so se odio o amore
e' questa luce eterna
della tua nera faretra.
Con me verrai
finche' proietti un'ombra il corpo
e resti ai miei sandali arena.
La sete o l'acqua sei
sul mio cammino?
Dimmi, vergine altera,
mia compagna.

- Antonio Machado -

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...
Pensi davvero che basti non avere colpe
per non essere puniti,
ma tu hai colpe.
L'aria e' piena di grida.
Sono attaccate ai muri,
basta sfregare leggermente.
Dai mattoni salgono respiri,
brandelli di parole.
...

Antonella Anedda
 

 

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