Creato da MacRaiser il 19/01/2007
Tutti gli utenti Mac pensano differente, ma alcuni pensano piu' differente degli altri
 

 

« Monthyssemolo Marcia verso il Tibet »

Scarpette rosse

Post n°309 pubblicato il 09 Marzo 2008 da MacRaiser

"La cultura dell'immagine porta alla negazione pratica di Dio"
Il Papa: "Edonismo anche nella Chiesa“. Benedetto XVI lancia l'allarme parlando al Pontificio Consiglio per la Cultura: "Superficialità snatura la fede cristiana". CITTÀ DEL VATICANO - Anche la Chiesa cattolica è «snaturata» al suo interno dalla secolarizzazione e da una «deriva verso la superficialità e l'edonismo». Benedetto XVI lancia l'allarme durante un incontro con i partecipanti alla plenaria del Pontificio Consiglio per la Cultura, guidato da monsignor Gianfranco Ravasi. La «secolarizzazione non è soltanto una minaccia esterna per i credenti, ma si manifesta già da tempo in seno alla Chiesa stessa - ha aggiunto il Papa -. Snatura dall'interno e in profondità la fede cristiana e, di conseguenza, lo stile di vita e il comportamento quotidiano dei credenti». Benedetto XVI ha puntato l'indice contro «la cultura dell'immagine che impone modelli e impulsi contradditori, nella negazione pratica di Dio: non c'è più bisogno di Dio, di pensare a Lui e di ritornare a Lui»." Da: Il Corriere della sera - 8 Marzo 2008






La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://gold.libero.it/melamenteassorto/trackback.php?msg=4255536

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
Nessun trackback

 
Commenti al Post:
magdalene57
magdalene57 il 09/03/08 alle 13:28 via WEB
eh va!!!!!!!!!!!!!!sembra cappuccetto rosso versione horror ciao:-)***
 
 
magdalene57
magdalene57 il 09/03/08 alle 14:41 via WEB
lo Jakypensiero rispecchia in toto il mio... solo che io guardo con occhio rapito... le scarpe... bisogna che le faccia vedere a Ody e a Casàl!! predicare, predica bene..ma per il resto.... :-(( ciao!!***
 
 
MacRaiser
MacRaiser il 09/03/08 alle 14:41 via WEB
A me pareva piu' la nonna.. comunque.. :p Ciao, Maggie :) *
 
allievadelgabbiano
allievadelgabbiano il 09/03/08 alle 18:30 via WEB
Io ho comperato un bellissimo paio di scarpe rosse, tacco vertiginoso. Un proverbio napoletano, un po' volgaruccio che quindi non citerò, dice che le scarpe rosse sono un messaggio subliminale...un amo che la donna lancia all'uomo. Credo che sia vero, io, quando le indosso, mi sento molto "femmina". Chissà le scarpette rosse della foto che messaggio dovrebbero lanciare...Un sorriso.
 
 
MacRaiser
MacRaiser il 09/03/08 alle 19:15 via WEB
Eheheh.. hai ragione. Il messaggio e' inequivocabile da sempre, in qualsiasi contesto ed a qualsiasi eta' (basta riferendosi al mondo animale, pensare al pavone): voglia di sedurre. Ciao, Allieva :)
 
ilvecchiodelmare
ilvecchiodelmare il 09/03/08 alle 23:50 via WEB
Domanda da un milione di euro: per ogni compagno che si scompiscia dalle risate a fronte delle scarpette rosse del Papa (di Prada se non sbaglio), quanti cattolici (che rispettano il Papa) si faranno tentare dal laicissimo ed umoristico PD?
 
 
MacRaiser
MacRaiser il 10/03/08 alle 00:24 via WEB
Risposta aggratis: primo, non credo che solo i compagni sorridano nel leggere questo post. Il sense of humor per fortuna e' ancora transpartito. Secondo, i suddetti non sorridono tanto per le scarpette rosse, quanto per la stridente quanto esilarante contraddizione tra le parole del Papa e i suoi atti. Ciao, Vecchiodelmare :) P.S. Restando in tema di chiesa, per quanto mi riguarda, ormai ci vorrebbe praticamente un miracolo per farmi votare PD.
 
   
MacRaiser
MacRaiser il 10/03/08 alle 00:25 via WEB
P.P.S. Le scarpette rosse NON sono di Prada, ma dell'artigiano che si e' fatto orgogliosamente ritrarre in foto, sopra.
 
   
ilvecchiodelmare
ilvecchiodelmare il 10/03/08 alle 16:46 via WEB
Beh, sui contrasti fra il dire ed il fare ce ne sarebbe per tutti..peraltro non tutti condividono certo tipo di humor: io non sono per niente bigotto pur essendo credente, non mi scandalizzo per nulla..eppure..sono cresciuto con nelle orecchie il detto "scherza coi fanti e lascia stare i santi" (e magari anche i Papi)..l'Italia è un paese che invecchia, mi sa che sono più gli allergici a certo humor che quelli che lo apprezzano..ma indubbiamente de gustibus non est disputandum..:) PS: scommettiamo che al momento del dunque il richiamo della foresta prevarrà sulla logica e sui mal di pancia? :)))
 
     
ilvecchiodelmare
ilvecchiodelmare il 10/03/08 alle 16:48 via WEB
PPS: ammetto l'errore riguardo alle scarpette..
 
     
magdalene57
magdalene57 il 10/03/08 alle 17:01 via WEB
appunto, il papa non è santo. può darsi che lo diventi, ma non è detto. e come essere umamo che riveste cariche pubbliche è soggetto alle critiche e alle lodi. è tutto assolutamente normale. purchè non si offenda. e mostrare il suo guardaroba, quello che lui sceglie, indossa, e di cui fa sfoggio con palese compiacimento, non è irriverente. a meno che non lo si metta in relazione con la fame e la povertà nel mondo... ma sarebbe puro esercizio accademico, ed anche fazioso..:-)) (scusa, Mac...ho debordato!!)
 
     
MacRaiser
MacRaiser il 10/03/08 alle 18:20 via WEB
Adoro quando debordi, Maggie.. ;) *
 
     
magdalene57
magdalene57 il 10/03/08 alle 19:39 via WEB
... grazie, Edo ... :-))***
 
     
MacRaiser
MacRaiser il 10/03/08 alle 18:12 via WEB
Ce ne sono tanti che predicano bene e razzolano male, hai ragione Vecchio.. ma di Papa ce n'e' uno solo, e devi convenire che, cosi' come la predica di un Papa vale doppio, anche il mal razzolare e' due volte pesante. Da qui l'humor che inevitabilmente ne deriva. Quanto ai richiami della foresta, non sarei cosi' sicuro. I tempi delle folle di giovani osannanti sono ormai sepolti con Giovanni Paolo II, almeno tanto quanto la sua popolarita'. Per converso la TV pullula di comici che imitano il paparatzi e il suo inquietante accento teutonico ed e' di tutta evidenza che il papato e' sempre piu' lontano dall'autorevolezza, pur discussa, che gli avevano conferito i predecessori di Benedetto XVI. D'altra parte voi cattolici "schierati" sapete bene di essere una minoranza e che la secolarizzazione e laicizzazione, nella storia, e' un processo inarrestabile; e per questo come minoranza, cercate di usare al meglio il potere della chiesa in politica, per costringere la maggioranza degli italiani a comportarsi secondo i vostri principi. Di fronte al verdetto del popolo, siete stati sconfessati platealmente per ben due volte, e per evitare una terza sconfitta, siete dovuti ricorrere al trucco di mescolare i vostri voti con quelli degli ignavi e degl'incerti, in modo da invalidare un regolare voto democratico. Un trucco che chiamare ignobile pare davvero poco. Ma come si dice: pur di far prevalere il volere di "Dio", vendette l'anima al Diavolo ;)
 
     
ilvecchiodelmare
ilvecchiodelmare il 11/03/08 alle 00:19 via WEB
Mac..temo di essermi espresso male: parlando di "richiamo della foresta" mi riferivo alla tua titubanza nel votare PD a meno di un miracolo.. Se invece ne hai compreso il senso..beh, la tua risposta direi che è un tantino fuori tema..
 
     
MacRaiser
MacRaiser il 11/03/08 alle 08:08 via WEB
Semmai sei tu assolutamente off-topic col tuo commento. Il tema, te lo ricordo (anche se non dovrebbe essercene alcun bisogno, visto il notevole "impatto visivo" del post) era il ben predicare confrontato col mal razzolare del sommo pontefice. Cosa caspita abbia a che fare la disaffezione alle urne (vera o presunta) dell'elettore medio del PD con il succitato tema, lo sai solo tu. Delle due, quindi, direi la prima.
 
quotidiana_mente
quotidiana_mente il 10/03/08 alle 15:45 via WEB
Caspita, ho trovato un punto in comune con Ratzinger: lui, come me, ha tutte le scarpe uguali (i modelli, intendo). Sarà mica grave, non è che diventerò, prima o poi, papa anch'io?
Come si suol dire: "predicare bene e ratzinger, opss.. razzolare male", oppure "fate quello che io dico non quello che io faccio". Le ultime due foto sono davvero terribili!
 
 
magdalene57
magdalene57 il 10/03/08 alle 16:54 via WEB
ciao quoti, io vado pazza per la prima sfilza di scarpette ricamate.. quelle da casa, per intenderci!! ricordano molto gli scarpini da ballo settecenteschi..:-))
 
   
quotidiana_mente
quotidiana_mente il 10/03/08 alle 19:51 via WEB
Anche i guanti sono bellissimi! Sì sì, andiamo a ballare :)
 
 
MacRaiser
MacRaiser il 10/03/08 alle 18:19 via WEB
Ehehehe.. ciao, Quoti :)
 
agentealcairo
agentealcairo il 10/03/08 alle 22:02 via WEB
e poi predica la modestia & c, certo non è un buon esempio..ciao!;)
 
 
MacRaiser
MacRaiser il 11/03/08 alle 08:09 via WEB
Oltretutto il messaggio e' rivolto in particolare all'interno della chiesa.. che sia un "mea culpa" sotto mentite spoglie? :p Ciao, Agente :)
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 

Contatta l'autore

Nickname: MacRaiser
Se copi, violi le regole della Community Sesso: M
Età: 61
Prov: RM
 

Area personale

 

Ultime visite al Blog

bubriskamonellaccio19Dott.Ficcagliam12ps12cassetta2Miele.Speziato0magdalene57iltuocognatino1acer.250MacRaisersuarez65Nikitiniaodio_via_col_ventocuorevagabondo_1962
 

ANTONELLA ANEDDA

Vedo dal buio
come dal più radioso
dei balconi.
Il corpo è la scure:
si abbatte sulla luce
scostandola in silenzio
fino al varco più nudo -al nero
di un tempo che compone
nello spazio battuto
dai miei piedi
una terra lentissima
- promessa

---

Perfino adesso vedo
un gesto nuziale
dopo l'immensa distanza
di questa estate lenta
nell'arco dei suoi steli amari
dopo gli anni che in avanti
hanno sbarrato l'amore
perche' non si perdesse
fino a perderlo
attutito contro l'erba.
Oggi e' una notte di pioggia
possiamo traversarla
in due diversi bagliori
senza luce
dire, toccando il gelido bordo
di un bicchiere,
che tanta lontananza
non e' stata un errore
se ha cinto e sciolto segretamente
ogni irreale desiderio.


---

Volevo che
il mio amore non finisse
che resistesse intero
in disaccordo
perfino col ricordo
e ignorasse il corpo
che da me si scostava
che ne ignorasse
distanza e indifferenza
e fosse cosa mia
doppiamente intrecciata
cesta di giunco e aria,
cesta per acqua
forma che la mano conosce
e che la storia medita quando
– così di rado
per questo raramente sacra –
salva un bambino dal suo Nilo.
Così a volte
fanno canestri i pazzi
per il silenzio – credo –
che sale dagli spazi
per quella paglia
che le dita oscurano
per quel nodo terreno
di aria e di materia.


---

Se ho scritto è per pensiero
perché ero in pensiero per la vita
per gli esseri felici
stretti nell'ombra della sera
per la sera che di colpo
crollava sulle nuche.
Scrivevo per la pietà del buio
per ogni creatura che indietreggia
con la schiena premuta
a una ringhiera
per l'attesa marina
- senza grido - infinita.
Scrivi, dico a me stessa
e scrivo io per avanzare
più sola nell'enigma
perché gli occhi mi allarmano
e mio è il silenzio dei passi,
mia la luce deserta
- da brughiera -
sulla terra del viale.
Scrivi perché nulla è difeso
e la parola bosco
trema più fragile del bosco,
senza rami né uccelli
perché solo il coraggio può scavare
in alto la pazienza
fino a togliere peso
al peso nero del prato.

 
Questa felicità promessa o data
m'è dolore, dolore senza causa
o la causa se esiste è questo brivido
che sommuove
il molteplice nell'unico
come il liquido scosso nella sfera
di vetro che interpreta il fachiro.
Eppure dico: salva anche per oggi.
Torno torno le fanno guerra cose
e immagini su cui cala o si leva
o la notte o la neve
uniforme del ricordo.

Mario Luzi

---

Venite pensieri
vi penseremo a fondo
ora che e' mattino.
La luce vi fa sembrare tanto forti
da raschiare il buio
come se avessimo un coccio
e la notte fosse cuoio.
C'e' un geco sul granito.
Il suo ventre oscilla
come acqua di fonte.
E' spaventato. E' attento.
Aspetta senza capire.
Come succede a noi
quando un saluto di colpo
si trasforma in addio

---


Che speri,
che ti riprometti, amica,
se torni per così cupo viaggio
fin qua
dove nel sole le burrasche
hanno una voce
altissima abbrunata,
di gelsomino odorano e di frane?
Mi trovo qui
a questa età che sai,
né giovane né vecchio,
attendo, guardo
questa vicissitudine sospesa;
non so più quel che volli
o mi fu imposto,
entri nei miei pensieri
e n'esci illesa.
Tutto l'altro che deve essere
è ancora,
il fiume scorre,
la campagna varia,
grandina, spiove,
qualche cane latra
esce la luna, niente si riscuote,
niente
dal lungo sonno avventuroso.

Mario Luzi

---

il vento
è un'aspra voce che ammonisce
per noi stuolo
che a volte trova pace
e asilo sopra questi rami secchi.
E la schiera
ripiglia il triste volo,
migra nel cuore dei monti,
viola scavato
nel viola inesauribile,
miniera senza fondo
dello spazio.
Il volo è lento, penetra a fatica
nell'azzurro che s'apre
oltre l'azzurro,
nel tempo ch'è di là dal tempo;
alcuni mandano grida acute
che precipitano
e nessuna parete ripercuote.
Che ci somiglia
è il moto delle cime nell'ora
- quasi non si può pensare
né dire -
quando su steli invisibili
tutt'intorno
una primavera strana
fiorisce in nuvole rade
che il vento
pasce in un cielo
o umido o bruciato
e la sorte della giornata è varia,
la grandine, la pioggia,
la schiarita.

Mario Luzi

---

Poco dopo si è qui come sai bene,
file d'anime lungo la cornice,
chi pronto al balzo,
chi quasi in catene.
Qualcuno sulla pagina del mare
traccia un segno di vita,
figge un punto.
Raramente
qualche gabbiano appare.

Mario Luzi
 
E’ pur nostro il disfarsi delle sere.
E per noi è la stria che dal mare
sale al parco e ferisce gli aloè.
Puoi condurmi per mano,
se tu fingi di crederti con me,
se ho la follia di seguirti lontano
e ciò che stringi, ciò che dici,
m’appare in tuo potere.
Fosse tua vita quella
che mi tiene sulle soglie
e potrei prestarti un volto,
vaneggiarti figura. Ma non è,
non è così. Il polipo che insinua
tentacoli d’inchiostro tra gli scogli
può servirsi di te.
Tu gli appartieni e non lo sai.
Sei lui, ti credi te.

Eugenio Montale

---

Sempre di nuovo,
benchè sappiamo
il paesaggio d'amore
e il breve cimitero
con i suoi tristi nomi
e il pauroso abisso silente,
dove per gli altri è la fine:
torniamo a coppie tuttavia
di nuovo tra gli antichi alberi,
ci posiamo sempre, di nuovo,
con i fiori contro il cielo.

Rainer Maria Rilke

---

Felicita’ raggiunta, si cammina
per te sul fil di lama.
Agli occhi sei barlume che vacilla,
al piede,
teso ghiaccio che s’incrina;
e dunque non ti tocchi
chi piu’ t’ama.
Se giungi sulle anime invase
di tristezza e le schiari,
il tuo mattino
e’ dolce e turbatore
come i nidi delle cimase.
Ma nulla
paga il pianto del bambino
a cui fugge il pallone tra le case.

Eugenio Montale

---

Il suo sguardo,
dopo tanto fissare,
e’ divenuto cosi’ stanco
che non puo’ accettare null’altro.
Per lei
e’ come se le sbarre
fossero migliaia,
e oltre le migliaia di sbarre:
nessun mondo.
Nel suo girare
in quel cerchio ristretto,
senza soste,
la sua potente falcata
diviene una danza rituale
attorno ad un centro,
dove una grande volonta’
si trova come paralizzata.
A volte,
le palpebre si sollevano in silenzio
ed una forma entra,
scivola attraverso
l’angusto silenzio tra le spalle,
raggiunge il cuore,
e muore.

Rainer Maria Rilke – La pantera

---

Gettava pesci vivi
a pellicani famelici.
Sono vita anche i pesci fu rilevato,
ma di gerararchia inferiore.
A quale gerarchia
apparteniamo noi
e in quali fauci…?
Qui tacque il teologo
e si asciugo’ il sudore.

Eugenio Montale
 

Archivio messaggi

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 
 
Map IP Address

Powered byIP2Location.com

 

Contatore siti

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica o periodico, dalmomento che non viene aggiornato ad intervalli regolari. Non può essere considerato quindi prodotto editoriale, ai sensi della legge 62 del 7marzo 2001.
 

Parla con me

Twitter: MacRaiser
AIM: macraiser
MSN: macraiser@hotmail.com
Yahoo: macraiser
ICQ: 296940415
GTalk: macraisa@gmail.com

 


 

View my FriendFeed

 
Melamente assorto

SUCAR DROM

Amnesty International

 


In questo luogo non sono ammessi l'insulto o la  calunnia nei confronti di chicchessia. Tutto il resto e' libero

 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

MARIA LUISA SPAZIANI

Quelle labbra
ch'era peccato mordere
tanto infantili e tenere s'aprivano
(neve di sogno
non può il tempo sciogliere)
chiude un sigillo di divina cera.
Ma avete flauti eterni
come il mare,
o labbra più profonde della sera.

 

ANTONELLA ANEDDA

Dell'incedere a scatti di quell'uomo
che nella strada per Venaco
gridava dentro il sole
non s'e' mai detto nulla
nulla della camicia
strappata sulle ascelle
e dei piedi circondati di paglia
ne' della voce bruciata di francese.
Lo aspetto' l'inverno,
lo strinse nel ramo di una scala
lo spinse piano
col volto tra i vasi di gerani

---

Per trovare la ragione di un verbo
perché ancora
davvero non é tempo
e non sappiamo
se accorrere o fuggire.
Fai sera come fosse dicembre
sulle casse innalzate
sul cuneo del trasloco
dai forma al buio
mentre il cibo
s'infiamma alla parete.
Queste sono le notti
di pace occidentale
nei loro raggi vola
l'angustia delle biografie
gli acini scuri dei ritratti,
i cartigli dei nomi.
Ci difende di lato un'altra quiete
come un peso marino nella iuta
piegato a lungo, con disperazione.

---

Non esiste innocenza
in questa lingua
ascolta come si spezzano i discorsi
come anche qui sia guerra
diversa guerra
ma guerra - in un tempo assetato.
Per questo scrivo con riluttanza
con pochi sterpi di frase
stretti a una lingua usuale
quella di cui dispongo
per chiamare
laggiù perfino il buio
che scuote le campane.

 

PEDRO SALINAS

Non voglio che ti allontani,
dolore, ultima forma
di amare. Io mi sento vivere
quando tu mi fai male
non in te, né qui, più oltre:
sulla terra, nell'anno
da dove vieni
nell'amore con lei
e tutto ciò che fu.
In quella realtà
sommersa che nega se stessa
ed ostinatamente afferma
di non essere esistita mai,
d'essere stata nient'altro
che un mio pretesto per vivere.
Se tu non mi restassi,
dolore, irrefutabile,
io potrei anche crederlo;
ma mi rimani tu.
La tua verità mi assicura
che niente fu menzogna.
E fino a quando ti potrò sentire,
sarai per me, dolore,
la prova di un'altra vita
in cui non mi dolevi.
La grande prova, lontano,
che è esistita, che esiste,
che mi ha amato, sì,
che la sto amando ancora.

---

Quello che sei
mi distrae da quello che dici:
Lanci parole veloci,
pavesate di risa,
invitandomi
ad andare dove mi porteranno.
Non ti presto attenzione,
non le seguo: sto guardando
le labbra da cui sono nate.
Intanto guardi lontano.
Fissi lo sguardo laggiù,
non so in cosa, e già si precipita
a cercarlo la tua anima
affilata, come saetta.
Io non guardo dove guardi:
io ti vedo guardare.
E quando desideri qualcosa
non penso a quello che vuoi
nè lo invidio: è il meno.
Ciò che ami oggi, lo desideri;
domani lo dimenticherai
per un nuovo amore.
No. Ti aspetto
oltre qualsiasi fine o termine
in ciò che non deve succedere.
Io resto nel puro atto
del tuo desiderio, amandoti.
E non voglio altro
che vederti amare.

 

REINER MARIA RILKE

Niente è paragonabile.
Esiste forse cosa
che non sia tutta sola
con se stessa e indicibile?
Invano diamo nomi,
solo è dato accettare
e accordarci
che forse qua un lampo,
là uno sguardo ci abbia sfiorato,
come se proprio in questo
consistesse vivere la nostra vita.
Chi si oppone
perde la sua parte di mondo.
E chi troppo comprende
manca l’incontro con l’eterno.
A volte
in notti grandi come questa
siamo quasi fuori pericolo,
in leggere parti uguali
spartiti fra le stelle.
Immensa moltitudine

---

Sii paziente verso tutto ciò
che è irrisolto nel tuo cuore
e cerca di amare le domande,
che sono simili
a stanze chiuse a chiave
e a libri scritti in lingua straniera.
Non cercare ora le risposte
che non ti possone essere date
poichè non saresti capace
di convivere con esse.
E il punto è vivere ogni cosa.
Vivi le domande ora.
Forse ti sarà dato,
senza che tu te ne accorga,
di vivere fino al lontano giorno,
in cui avrai la risposta.

 
Che io debba ricevere il castigo
neppure si discute. Resta oscuro
se cio’ accada in futuro oppure ora
o se sia gia’ avvenuto
prima che io fossi.
Non ch’io intenda evocare
l’esecrabile fantasma
del peccato originale.
Il disastro fu prima dell’origine
se un prima e un dopo
hanno ancora un senso.

Eugenio Montale

---

Perfino adesso vedo un gesto nuziale
dopo l'immensa distanza
di questa estate lenta
nell'arco dei suoi steli amari
dopo gli anni che in avanti
hanno sbarrato l'amore
perche' non si perdesse
fino a perderlo attutito contro l'erba.
Oggi e' una notte di pioggia
possiamo traversarla
in due diversi bagliori senza luce
dire, toccando il gelido bordo
di un bicchiere,
che tanta lontananza
non e' stata un errore
se ha cinto e sciolto segretamente
ogni irreale desiderio.

Antonella Anedda


---

Mia vita,
a te non chiedo lineamenti
fissi, volti plausibili o possessi.
Nel tuo giro inquieto
ormai lo stesso sapore
han miele e assenzio.
Il cuore che ogni moto tiene a vile
raro è squassato da trasalimenti.
Così suona talvolta nel silenzio
della campagna un colpo di fucile.

Eugenio Montale

---

Volevo che
il mio amore non finisse
che resistesse intero
in disaccordo
perfino col ricordo
e ignorasse il corpo
che da me si scostava
che ne ignorasse
distanza e indifferenza
e fosse cosa mia
doppiamente intrecciata
cesta di giunco e aria,
cesta per acqua
forma che la mano conosce
e che la storia medita quando
– così di rado
per questo raramente sacra –
salva un bambino dal suo Nilo.
Così a volte
fanno canestri i pazzi
per il silenzio – credo –
che sale dagli spazi
per quella paglia
che le dita oscurano
per quel nodo terreno
di aria e di materia.

Antonella Anedda

---

Se ho scritto è per pensiero
perché ero in pensiero per la vita
per gli esseri felici
stretti nell'ombra della sera
per la sera che di colpo
crollava sulle nuche.
Scrivevo per la pietà del buio
per ogni creatura che indietreggia
con la schiena premuta
a una ringhiera
per l'attesa marina
- senza grido - infinita.
Scrivi, dico a me stessa
e scrivo io per avanzare
più sola nell'enigma
perché gli occhi mi allarmano
e mio è il silenzio dei passi,
mia la luce deserta
- da brughiera -
sulla terra del viale.
Scrivi perché nulla è difeso
e la parola bosco
trema più fragile del bosco,
senza rami né uccelli
perché solo il coraggio può scavare
in alto la pazienza
fino a togliere peso
al peso nero del prato.

Antonella Anedda
 
Questo tetto che affiora dalla notte
ci protegge piu' di una croce o un santo.
Ora che improvvisamente piove
e' benedetto.
In un'abside di plastica bagnata
splende una pianta di ortensie azzurro-fuoco

Antonella Anedda

---

...
Soffiero' su quel viso
mischiando i suoi gesti
a quelli di amori passati,
prendendo i ricordi migliori
le poche frasi di ognuno
fino a costruire il mio Golem
il mio amore brucera' altissimo e ignoto
lungo la cappa del camino.
...

Antonella Anedda


---

Vergine altera, mia compagna
t'arde un mistero negli occhi.
Non so se odio o amore
e' questa luce eterna
della tua nera faretra.
Con me verrai
finche' proietti un'ombra il corpo
e resti ai miei sandali arena.
La sete o l'acqua sei
sul mio cammino?
Dimmi, vergine altera,
mia compagna.

- Antonio Machado -

---

...
Pensi davvero che basti non avere colpe
per non essere puniti,
ma tu hai colpe.
L'aria e' piena di grida.
Sono attaccate ai muri,
basta sfregare leggermente.
Dai mattoni salgono respiri,
brandelli di parole.
...

Antonella Anedda
 

 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963