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Tutti gli utenti Mac pensano differente, ma alcuni pensano piu' differente degli altri
 

Messaggi di Agosto 2011

iPOCRIFI

Post n°1455 pubblicato il 31 Agosto 2011 da MacRaiser

"La foto di Steve Jobs emaciato è probabilmente un falso. Aggiornamento: forse no - I lettori Marcolino e Bonacina mi segnalano la pubblicazione di altre fotografie simili a quella iniziale. Queste nuove immagini (che non pubblico per rispetto della dignità di un malato; se ci tenete a vederle, sta a voi seguire i link) hanno una risoluzione migliore, sono state scattate con un teleobiettivo potente (a differenza di quella iniziale, ripresa a distanza ravvicinata, forse dall'interno di un'auto di passaggio) e sembrano autentiche. È stata anche pubblicata, pressi i link citati sopra, una versione a maggiore risoluzione della fotografia del volto di Jobs pubblicata inizialmente. Questa versione e la presentazione di queste nuove immagini sembrano indicare che anche la prima immagine sia autentica perlomeno nella sostanza." - Paolo Attivissimo.

Il tempo e' galantuomo, come sappiamo; parlando di Apple, sul mio blog o altrove ne ho avuta prova innumerevoli volte, ma stavolta non ne e' dovuto trascorrere nemmeno tanto. Ebbene, come potete vedere, era tutto vero; la foto era autentica e la notizia da pubblicare era proprio questa: l'evidenza dei fatti, la verita' che spazza via i dubbi, le dicerie e le menzogne. Era esattamente -questo- il senso del post con il quale pubblicai la foto incriminata. In quell'articolo giustapponevo tre informazioni. La prima: Steve Jobs in vacanza in Toscana una decina di giorni fa. La seconda: Steve Jobs al lavoro il 24 Agosto. La terza: quella foto. E invitavo a riflettere su qualle delle tre informazioni (quella piu' "accurata" era spacciata dal solito, ineffabile Antonio Dini) vi fosse piu' verosimiglianza. Perche'? Perche' volevo stanare le piaggerie, le bugiardaggini e le ipocrisie alle quali ormai ci hanno assuefatti gli "informatori" (con rispetto parlando) dell'ambiente Applefan. Penso di esserci in qualche modo riuscito, tutto sommato. Ma andiamo oltre, perche' purtroppo c'e' un di piu'. E' davvero triste, per me, vedere un bravo informatore-demistificatore come Paolo Attivissimo ridursi a queste meschine e ipocrite scalate di specchi. Dopo aver fatto invano il triplo salto mortale con avvitamento per riuscire a dimostrare la falsita' della foto che ritraeva Steve Jobs estremamente malato (per usare un eufemismo), ora, di fronte alle prove della sua autenticita' non trova di meglio che aggiungere una piccola e originale postilla al titolo, che recita "forse no". Un atteggiamento degno della migliore Pravda pre-caduta muro di Berlino. Ma non basta: alla fine, dopo aver ribadito che non pubblichera' le foto sulle quali ha scritto una valanga di righe e di cui ha parlato per giorni, s'affanna a mettere in guardia i propri lettori riguardo la presunta pericolosita' del sito che lui stesso linka, insultando senza vergogna la loro stessa intelligenza. Eppure, non ci crederete, c'e' chi e' riuscito a fare di peggio: c'e' chi ha steso una coltre di imbarazzato e colpevole silenzio sopra tutta la faccenda. Praticamente tutti i siti di informazione Applecentrica, che pure avevano biasimato e insultato le testate colpevoli di aver pubblicato le foto della "lesa maesta' jobbiana", ora tacciono e parlano d'altro: di iPhone 5, iPad 3, e via discorrendo. Cosi' chi ha detto la verita' rimarra' una "merda" e chi ha insultato e scritto falsita' ora comprovate come tali, come Mantellini ad esempio, non rettifica e passera' per abile e integerrimo "demistificatore", oltre che informatore "corretto". Non parliamo poi di coloro che si sono autocensurati, come Fabio Zambelli di SetteBit o Kiro di Melamorsicata, con la patetica scusa della privacy (pubblicando nel contempo pero' tutti i cazzi privati della vita del presidente di Apple, veri o falsi, senza alcun problema). Oppure di coloro che sono stati costretti a "pentirsi" cospargendosi il capo di cenere, subissati dalle ingiurie e dalle contumelie, costretti ad abiurare di fronte al Sant'Uffizio della comunita' fanboy, come il povero Rosario di Melablog; colpevoli di aver semplicemente scritto e pubblicato la verita'. Perche' i fatti, quando si parla di Apple e Steve Jobs, evidentemente non sono piu' fatti. Perche' in casa del fanatico la verita' non e' di casa.


 
 
 

SILENZIO PRIVASI

Post n°1454 pubblicato il 30 Agosto 2011 da MacRaiser

"La presunta foto di Steve Jobs, ecco perché non la pubblichiamo - A questo punto è intervenuto il giudizio morale, che ci ha impedito di mostrare qualcosa di assolutamente privato, ovvero l’eventuale degenerazione della malattia di una persona che non ha più incarichi dirigenziali in Apple. Fosse stato ancora CEO e con coinvolgimento nelle sorti di un’azienda quotata in borsa, ci avremmo ripensato. I tabloid del gruppo News Corp sono andati a stanare il padre biologico di Steve Jobs, l’80enne di origini siriane Abdulfattah John Jandali (che vive dirigendo il Boomtown Casino a Reno, in Nevada). Lui ha detto di essere triste per il peggiorare della salute di Steve e si è detto pentito per aver abbandonato il figlio (e la figlia Mona, di 2 anni più giovane di Steve), che poi è stato dato in adozione. John lo vorrebbe incontrare per riappacificarsi, spera che non sia troppo tardi." Da SetteBit.

"Il padre biologico di Steve Jobs gestisce un casinò - Chi ha generato uno dei manager più potenti del mondo? Steve Jobs ha due padri: uno adottivo e l’altro biologico. Il suo vero padre si chiama Abdulfattah John Jandali e ha origini siriane. Ora ottantenne, Abdulfattah John Jandali racconta di aver generato suo figlio con la sua fidanzata di allora. Essendo molto giovani e avendo origini siriane, il padre di Joanne Simpson, madre biologica di Steve Jobs, non acconsentì al matrimonio portando il bambino verso l’adozione. Ora Abdulfattah John Jandali è vicepresidente di un casinò nella città di Reno in Nevada. Dice che vorrebbe tanto incontrare suo figlio anche solo per un caffè, ma gli scarsi contatti in questi anni non hanno mai avvicinato i due." - Da Melamorsicata.

Privacy differente, notizia col singhiozzo, informazione a senso unico alternato, giornalismo variabile: chiamateli come volete, il succo non cambia. La questione e' che, per i fanboys, i cazzi di Steve Jobs vanno pubblicati solo e soltanto quando fa comodo; vale a dire che si pubblica la notizia o la foto, ma a condizione che l'immagine e la reputazione del boss di Apple ne escano assolutamente illese. Diversamente, scattano immediati e in rapida successione, lo scandalo e l'autocensura.



P.S. Suppongo che Zambelli e tutti gli altri "informatori" che hanno dato questa notizia di grande rilevanza tecnologica e finanziaria, abbiano posto la medesima cura nell'accertare l'autenticita' di ogni particolare, prima di ri-pubblicarla. Esattamente come accaduto per la famigerata foto di TMZ, giusto?

 
 
 

M COME MANTELLINI

Post n°1453 pubblicato il 28 Agosto 2011 da MacRaiser

"SQUALI - Repubblica.it si è precipitata a ripubblicare una foto di Steve Jobs scattata ad un paio di giorni dalle sue dimissioni e pubblicata da quelle merde di TMZ. Non solo quell’immagine che mostra un uomo in drammatiche condizioni fisiche è una indecorosa invasione nella privacy di Jobs ma è anche, molto probabilmente un falso." Massimo Mantellini.

La volta scorsa erano "fetidi fogli", oggi assurgono direttamente al rango di "squali", ovvero "merde". Il lessico di Massimo Mantellini (ma il suo post di ieri e' solo un esempio: di "Mantellini" la rete trabocca) si evolve, vedo. Sara' forse che man mano prende ispirazione dal suo piu' assiduo commentatore fanboy multialias. Perche' questione "autenticita' del corpo ritratto nella foto" a parte (sulla testa, che e' l'elemento piu' inquietante, non si discute), non mi risulta che Mantellini si sia mai indignato al punto di chiamare "merde" chi scattava foto per documentare lo stato di salute di, non so, Patrick Swayze, per dirne uno. Se sbaglio mi correggera', immagino. Del resto, ogni giorno vengono pubblicate centinaia di foto di gente malata, in rete -personaggi pubblici o meno- oltre che di vittime sanguinanti nonche' sanguinolente; e pero', stranamente, Massimo Mantellini non chiama "merde" chi pubblica tali immagini. Se sbaglio, mi correggera'. Ne' mi risulta che abbia mai scritto un solo post, uno solo, tanto indignato da chiamare "merda" qualcuno per le raccapriccianti foto (come questa che ripubblico sotto) degli operai cinesi morti o avvelenati della Foxconn (che Jobs defini "fabbrica carina"). Ne' per chiamare "merda" colui che guadagna miliardi grazie alla loro condizione di neoschiavi e alle loro morti. Chiunque egli sia, intendo dire. Niente affatto: solo chi osa attentare all'immagine di Steve Jobs commette il reato di lesa maesta' ed e' meritevole di essere censurato dal furioso Mantellini e chiamato "merda". Solo il dolore e la privacy di Steve Jobs contano; tutti gli altri che si fottano pure: Mantellini ha altro di cui occuparsi (dal 2006, quando scoppio' lo scandalo iPod City, ha scritto un solo post sull'argomento, ch'io sappia. E se sbaglio mi correggera'). Ma quale sensibilita', che compassione, che pietas e misericordia umane dimostra il Mantellini nel difendere, con la pugnace ira del giusto, la dignita' del principale sfruttatore-aguzzino di quella sterminata teoria di formiche umane che vive nei serragli Foxconn. Coloro che pure hanno assemblato i luccicanti giocattoloni -aipaddi e aifoni- che il nostro prode Solone dell'IT usa e ha usato per lanciare in rete il suo "j'accuse". Pardon: il suo "merde". Meglio non confondere Emile Zola con Pierre Cambronne.


 
 
 

SENZA PAROLE

Post n°1452 pubblicato il 27 Agosto 2011 da MacRaiser

"Jobs qualche giorno prima delle dimissioni di CEO si era concesso una vacanza in Italia, sulle colline lucchesi. Ospite di amici ha frequentato anche un ristorante della città; una buona notizia per chi teme per le sue condizioni di salute. Il fatto che Jobs sia stato ospite dell’Italia per godere della bellezza degli scenari della regione del centro Italia, nel contesto attuale, prende una luce del tutto particolare. Ben difficilmente, infatti, chi fosse stato costretto a dimettersi per semplici e pure ragioni di salute, impedito da queste di svolgere i suoi compiti quotidiani, potrebbe avere avuto la forza e la voglia di affrontare un volo transatlantico poco più di una settimana fa." - Antonio Dini su Macity, 25 Agosto 2011.

"Una fonte interna alla società racconta come Steve Jobs abbia passato tutto l’ultimo giorno da CEO Apple in ufficio, partecipando ad una ragolare riunione con il consiglio di amministrazione, nonostante la visibile debolezza fisica. Jobs ha infatti passato diverse settimane in casa a prendersi cura della proprie salute, ma non ha potuto trattenersi dal passare una classica giornata di lavoro, impegnatissimo, come sempre." - Da Melablog, 25 Agosto 2011.



P.S. A voi decidere quale di questi elementi risponde al vero o, almeno, al verosimile.

 
 
 

PICCOLI FANBOYS CRESCONO

Post n°1451 pubblicato il 27 Agosto 2011 da MacRaiser

"Il piccolo fanboy incontra Steve Jobs - Il suo sogno era incontrare Steve Jobs così all’età di 10 anni scrisse una lettera all’ex CEO di Apple chiedendogli di incontrarlo. A 12 anni il sogno di Allen è diventato realtà incontrato Steve Jobs nell’Apple Store della 5th Strada. Il presidente di Apple ha trovato molto divertente il taglio del ragazzino." - Da Melamorsicata.

Kiro doveva avere la vista offuscata dalle lacrime di gioia e commozione, quando ha scritto questo pezzo, visto che non si reso conto di aver raccontato una storia di piu' di cinque anni fa, e precisamente del giorno dell'inaugurazione dell'Apple Store nella Quinta strada, a New York: il 19 Maggio 2006. Perche' l'evidenza che Steve Jobs e' parecchio piu' in salute di adesso, in quella foto, si distingue perfettamente. E neppure deve aver letto tutto (si fa per dire) il post dell'allora adolescente Allen Paltrow, altrimenti si sarebbe immediatamente accorto della incredibile gaffe appena commessa. Basta scorrere la chiosa di Paltrow, infatti, per rendersi conto -anche senza l'ausilio di sue attuali immagini- di quanto il "dodicenne fanboy" sia cresciuto:

"Apple e' stata la mia infanzia. So che per molti appassionati Hi-Tech e' cosi'. Steve Jobs ci manchera'. Spero che le sue dimissioni gli permetteranno di trascorrere con la famiglia il tempo che non ha potuto dedicarle finche' ha diretto Apple".

Altri fanboys invece debbono ancora crescere.


 
 
 

UCCELLACCI E UCCELLINI

Post n°1450 pubblicato il 26 Agosto 2011 da MacRaiser

"La storia clinica di Steve Jobs" - Da SetteBit.

Si sa che gli uccellacci gracchiano, mentre gli uccellini cinguettano allegramente. Ed oggi in particolare, il giorno appresso le dimissioni di Steve Jobs da CEO di Apple, l'aria trasuda del canto dei fanboys. Irriducibili o pentiti, non fa gran differenza; il canto e' concorde e sincrono: "e quanto sei bravo Steve Jobs", "e quanto sei genio Steve Jobs", "e quanto ti siamo grati Steve Jobs", "e come faremo ora a cambiarci le mutande da soli Steve Jobs" (addirittura Antonio Dini, abituato com'e' ai piu' lussureggianti voli della fantasia, si spinge a blaterare di "condizioni di salute non cattive"). Purtroppo neppure Fabio Zambelli fa eccezione; al contrario, stavolta si distingue per l'alto tasso di zelotismo che oggi lo porta a falsificare spudoratamente la "storia clinica" del suo beniamino multimilionario. Nella cronologia del declino fisico dell'ex CEO di Apple pubblicata su SetteBit, infatti, Zambelli (che con tutto cio' continuo a considerare il piu' onesto fanboy Apple italiano) salta a pie' pari il capitolo del vergognoso mendacio jobbiano. Ovvero cancella la lunga fase durante la quale i gravissimi problemi di salute del boss di Cupertino furono coperti e anzi negati recisamente dai vari portavoce dell'azienda. In quell'occasione Apple somministro' all'opinione pubblica, ai clienti e agli investitori vere e proprie bugie, parlando di "malanno di stagione" e panzane simili. Zambelli oggi insabbia agilmente queste informazioni, che pure lui stesso ebbe a pubblicare, insultando coloro che, da autentici e onesti informatori, le rendevano pubbliche. Oggi quelle informazioni da "uccellacci del malaugurio" si rivelano cio' che erano: semplicemente la verita'; ma Zambelli non si scusa, non fa ammenda per i suoi errori e i suoi eccessi di zelo, tutt'altro: copre e nasconde quella verita'. E poi, imbarazzi personali a parte, occorre dirlo: ora e' il tempo delle agiografie e dei panegirici; non sta bene, non e' "educato", ricordare le numerose e gigantesche balle sparate dal "genio" piu' refrattario ai cambi d'abito del mondo. Caro Zambelli, Aristotele diceva: "Amicus Plato, sed magis amica veritas". Vale a dire che ci vuole anzitutto un'oncia di senso critico, e magari perfino mezzo grammo di coraggio, per esporre i fatti come sono. Insomma, se vuoi informare davvero, devi imparare a fare l'uccellaccio e piantarla una buona volta di cinguettare all'unisono con gli altri. Altrimenti e' inevitabile: invece di raccontare "la storia", finirai -come gli altri- per raccontare storie. O peggio ancora, a fare il cantastorie.


 
 
 

EXIT

Post n°1449 pubblicato il 25 Agosto 2011 da MacRaiser

"Non avremmo mai voluto dare questa notizia, ma il triste giorno è arrivato: in nottata Steve Jobs ha deciso di dimettersi da amministratore delegato di Apple." - Da SetteBit.

Come si dice: tanto tuono' che piovve. Del resto, quest'esito, seppure in modo truculento ed esagerato (come vuole la tradizione dei tabloid), era stato pronosticato gia' a Febbraio, con tanto di foto dal National Inquirer. I fanboys naturalmente l'hanno negato allo spasimo, fino ad avallare il piu' spudorato mendacio e la negazione dell'evidenza. Hanno chiamato "avvoltoio", "fetido", "mascalzone", "uccello del malaugurio", "pseudogiornalista", e altre gentilezze, chi semplicemente si limitava (seppure con brutalita') a metterli di fronte alla realta' dei fatti; realta' che ora impatta brutalmente sui loro nasi. I fatti sono quelli che conoscevamo tutti fin troppo bene: Steve Jobs e' molto malato e probabilmente, purtroppo, non gli resta molto da vivere. Tanto malato che ora, alla fine, e' costretto suo malgrado ad uscire di scena. E se neppure un tumore al pancreas e un trapianto di fegato erano stati sufficienti a convincerlo a schiodare dalla poltrona di CEO, possiamo stare certi che stavolta si tratta di qualcosa di piu' serio ancora. Comunque sia, oggi esce di scena l'uomo che ha trasformato Apple da compagnia innovativa dotata di una visione alternativa ed eccentrica -attenta ai bisogni dei clienti e paladina della correttezza nei loro confronti, oltre che in quelli dei lavoratori- a macchina-monstre mainstream, macinasoldi, bugiarda quanto modaiola; e con tanto di velleita' totalitarie. Un Godzilla multinazionale che mangia sempre piu' grana per defecare ancora piu' spazzatura elettronica altamente obsolescente quanto inquinante, fabbricata in regime di sfruttamento neoschiavistico, per arricchire oscenamente un uomo il cui destino tutto il denaro del mondo non puo' piu' cambiare. E allora se l'uscita di scena di Steve Jobs e' un male, forse e' vero che non tutto il male vien per nuocere.


 
 
 

VOLUTA VOLATA

Post n°1448 pubblicato il 23 Agosto 2011 da MacRaiser

"Nel secondo trimestre il mercato degli smartphone in USA conferma il predominio di Android che si assicura il 52% delle vendite mentre Apple cresce leggermente fermandosi però al 29% del mercato." - Da Macity.

A meno di miracoli, ormai Android e' irraggiungibile. Chissa' se qualcuno glielo dira' prima o poi a Steve che: "this is what you want, this is what you get".


 
 
 

QUOQUE TU WOZ

Post n°1447 pubblicato il 22 Agosto 2011 da MacRaiser

"Anche Woz ha cambiato l’iPhone per la cattiva ricezione wireless - Il telefono principale del co-fondatore di Apple funzionava male sia per quel che riguarda la rete cellulare che per il Wi-Fi." - Da SetteBit.

Niente paura: giusto un colpetto di coda di una bolla mediatica dimenticata, chiamata "Antennagate" che, Steve Jobs ce lo ha ripetutamente chiarito, si riferisce a un problema che non esiste.


 
 
 

YES YOU CANNOT

Post n°1446 pubblicato il 21 Agosto 2011 da MacRaiser

"Ho trovato un ulteriore motivo per ritardare l’aggiornamento a OS X Lion del mio portatile. Anzi, per fortuna che non l’ho ancora fatto, altrimenti in un paio di situazioni di lavoro mi sarei trovato in difficoltà. Nulla di irrisolvibile per carità, ma decisamente fastidioso per me." - Rob Rota.

"Finalmente non puoi più mandare fax." - Da un commento.

Riassumendo: Rob Rota e' ormai "storia" e Tevac un "fallimento" che andrebbe definitivamente chiuso. Questo perche' ha scritto che non aggiornera' il suo portatile a OS X 10.7 all'istante. Figurarsi se avesse scritto che Lion fa cagare. Ma questo e' nulla. In realta' il connotato che contraddistingue l'autentica sindrome da fanboianesimo dalla semplice simpatia per un certo marchio, e' il completo e totale appiattimento del proprio io su quello della compagnia alla quale si e' stati fidelizzati. Tanto che anteporre il segno negativo -il togliere- assurge, da seccante e dolorosa necessita', ad autentico piacere estetico e concettuale. Di piu': vero e proprio motivo di vanto. Insomma: "faccio meno cose, dunque sono piu' avanti, sono migliore" (eppure i gadget Apple tutto evocano meno Sparta). E chi non si adegua, e' un lagnoso "vetero-nostalgico-qualchecosa". Cosi' la parola d'ordine che meglio tratteggia l'archetipo della modernita' e del progresso per gli utenti Mac, nell'era d'oro del fanboianesimo jobbiano, e' mutata: da "pensa differente" si e' oggi trasformata in "finalmente non puoi".


 
 
 

COINCIDENTE PROBATORIO

Post n°1445 pubblicato il 20 Agosto 2011 da MacRaiser

Non posso fare a meno di notare che la compagnia contro la quale Steve Jobs sta scatenando tutta la sua potenza di fuoco legale, arrivando fino al punto di tentare di bloccarne i prodotti grazie al mendacio via falsificazione delle prove, e' pero' la prima detentrice al mondo di brevetti nel campo della comunicazione mobile. Apple, invece, non e' che al trentunesimo posto. Davvero una curiosa coincidenza, non trovate?
Clicca per ingrandire

 
 
 

ABUSATO GARANTITO

Post n°1444 pubblicato il 19 Agosto 2011 da MacRaiser

"Apple accusata di vendere iPhone ricondizionati come nuovi in Cina." - Da Melablog.

La vera e propria truffa legalizzata del "ricondizionato" o "refurbished" di Apple, che se esistesse un minimo di rispetto dei diritti del cliente-consumatore dovrebbe invece essere chiamato, come avviene per gli altri prodotti: "usato garantito", alla lunga non poteva che produrre di queste aberrazioni. Ne ho gia' parlato in passato. Non serve un genio per capire che nelle acque rese torbide dalle politiche iperlucrative e vessatorie dello squalo bianco di Cupertino, nuota agevolmente anche qualche barracuda. Fortuna che a volte qualche delfino appare.


 
 
 

SI MUOVONO IN BRAND

Post n°1443 pubblicato il 18 Agosto 2011 da MacRaiser

Proprio perché il brand è visto come parte di se stessi in virtù dell’intimo legame che lo unisce al consumatore, un fallimento dello stesso è vissuto come un fallimento personale” è scritto nell’articolo. “Comunque, sforzandosi di mantenere una visione positiva di se stessi, gli individui con un alto attaccamento al brand reagiscono difendendosi dal fallimento valutandolo in termini positivi anche quando le sue performance sono scarse.” - Da Melablog.

Articolo da non perdere, quello di stamattina. In effetti non c'era bisogno di test, per scoprire tutto cio'. Quando ancora il termine "fanboy" non era tanto popolare, usavo quello "KaMACaze". Certo che a metterla in questo modo il divertimento e' assicurato. Qualcosa pero' mi dice, a questo punto, che la benevolenza della gran parte dei lettori di Melablog nei confronti dell'ottimo Michele Filannino non subira' un'improvvisa impennata.


 
 
 

I LEONI RISOLATI

Post n°1442 pubblicato il 17 Agosto 2011 da MacRaiser

"Apple questa notte ha riilasciato il primo aggiornamento per Lion. L'update che porta il sistema operativo alla versione 10.7 introduce numersi aggiustamenti al codice riparando ad un certo numero di bug.
  • Risoluzione di un errore che provocava il blocco del sistema durante la riproduzione di un video in Safari
  • Risoluzione di un errore che provocava l'interruzione dell'audio di sistema durante l'utilizzo dell'uscita audio ottica o HDMI
  • Miglioramento dell'affidabilità delle connessioni Wi-Fi
  • Risoluzione di un errore che impedisce il trasferimento di dati, impostazioni e applicazioni compatibili su un nuovo Mac che utilizza OS X Lion
  • Risoluzione di un errore che causava l'avvio di MacBook Air quando collegato era all'alimentatore MagSafe
  • Risoluzione di un errore che causava lo sfarfallio intermittente dello schermo di MacBook Air
  • Risoluzione di un errore per cui lo slot della scheda SD dei Mac mini funzionava ad una velocità inferiore con supporti multimediali SD e SDHC
  • Risoluzione di un errore che preveniva il corretto trasferimento di data, settaggi ed applicazioni compatibili ad un nuovo Mac con OS X LionRisoluzione di un errore che forzava lo slot SD nei Mac mini a girare a velocità ridotta con media SD e SDCH." - Da Macity.

Quando si dice: "corretti bug minori". Ora, giusto per farvi due risate, andate a leggere i commenti dei fanboys Apple che spergiuravano sulle loro mamme a proposito di stabilita' e affidabilita' del loro sfavillante Lion appena installato.


 
 
 

IMPRESSIONITI

Post n°1441 pubblicato il 15 Agosto 2011 da MacRaiser

"TechCrunch ha pubblicato i disegni (impressionanti) del nuovo quartier generale di Apple che dovrebbe essere pronto a Cupertino nel 2015. Sembra disegnato da Steven Spielberg." - Massimo Mantellini.



A quanto pare il celebre regista hollywoodiano, durante le pause tra un ciak e l'altro, s'e' dato parecchio da fare anche come architetto. Si potrebbe pero' formulare un'ipotesi alternativa; e cioe' che perfino i migliori tra gli informatori IT abbiano ormai sincronizzato da tempo i propri "ohhh" di meraviglia e occhi sgranati ad ogni singola, impressionante e rivoluzionaria, flatulenza di mr. Steve Jobs. E' solo una teoria, naturalmente.


Centro de Tecnificacion Deportiva - Guijo de Granadilla - Spain


Centro commerciale Vulcano Buono - Napoli - Italia


Dormitorio di Tietgen - Copenaghen - Danimarca


Libreria Beegly - College di Heidelberg - Ohio - USA

 
 
 

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ANTONELLA ANEDDA

Vedo dal buio
come dal più radioso
dei balconi.
Il corpo è la scure:
si abbatte sulla luce
scostandola in silenzio
fino al varco più nudo -al nero
di un tempo che compone
nello spazio battuto
dai miei piedi
una terra lentissima
- promessa

---

Perfino adesso vedo
un gesto nuziale
dopo l'immensa distanza
di questa estate lenta
nell'arco dei suoi steli amari
dopo gli anni che in avanti
hanno sbarrato l'amore
perche' non si perdesse
fino a perderlo
attutito contro l'erba.
Oggi e' una notte di pioggia
possiamo traversarla
in due diversi bagliori
senza luce
dire, toccando il gelido bordo
di un bicchiere,
che tanta lontananza
non e' stata un errore
se ha cinto e sciolto segretamente
ogni irreale desiderio.


---

Volevo che
il mio amore non finisse
che resistesse intero
in disaccordo
perfino col ricordo
e ignorasse il corpo
che da me si scostava
che ne ignorasse
distanza e indifferenza
e fosse cosa mia
doppiamente intrecciata
cesta di giunco e aria,
cesta per acqua
forma che la mano conosce
e che la storia medita quando
– così di rado
per questo raramente sacra –
salva un bambino dal suo Nilo.
Così a volte
fanno canestri i pazzi
per il silenzio – credo –
che sale dagli spazi
per quella paglia
che le dita oscurano
per quel nodo terreno
di aria e di materia.


---

Se ho scritto è per pensiero
perché ero in pensiero per la vita
per gli esseri felici
stretti nell'ombra della sera
per la sera che di colpo
crollava sulle nuche.
Scrivevo per la pietà del buio
per ogni creatura che indietreggia
con la schiena premuta
a una ringhiera
per l'attesa marina
- senza grido - infinita.
Scrivi, dico a me stessa
e scrivo io per avanzare
più sola nell'enigma
perché gli occhi mi allarmano
e mio è il silenzio dei passi,
mia la luce deserta
- da brughiera -
sulla terra del viale.
Scrivi perché nulla è difeso
e la parola bosco
trema più fragile del bosco,
senza rami né uccelli
perché solo il coraggio può scavare
in alto la pazienza
fino a togliere peso
al peso nero del prato.

 
Questa felicità promessa o data
m'è dolore, dolore senza causa
o la causa se esiste è questo brivido
che sommuove
il molteplice nell'unico
come il liquido scosso nella sfera
di vetro che interpreta il fachiro.
Eppure dico: salva anche per oggi.
Torno torno le fanno guerra cose
e immagini su cui cala o si leva
o la notte o la neve
uniforme del ricordo.

Mario Luzi

---

Venite pensieri
vi penseremo a fondo
ora che e' mattino.
La luce vi fa sembrare tanto forti
da raschiare il buio
come se avessimo un coccio
e la notte fosse cuoio.
C'e' un geco sul granito.
Il suo ventre oscilla
come acqua di fonte.
E' spaventato. E' attento.
Aspetta senza capire.
Come succede a noi
quando un saluto di colpo
si trasforma in addio

---


Che speri,
che ti riprometti, amica,
se torni per così cupo viaggio
fin qua
dove nel sole le burrasche
hanno una voce
altissima abbrunata,
di gelsomino odorano e di frane?
Mi trovo qui
a questa età che sai,
né giovane né vecchio,
attendo, guardo
questa vicissitudine sospesa;
non so più quel che volli
o mi fu imposto,
entri nei miei pensieri
e n'esci illesa.
Tutto l'altro che deve essere
è ancora,
il fiume scorre,
la campagna varia,
grandina, spiove,
qualche cane latra
esce la luna, niente si riscuote,
niente
dal lungo sonno avventuroso.

Mario Luzi

---

il vento
è un'aspra voce che ammonisce
per noi stuolo
che a volte trova pace
e asilo sopra questi rami secchi.
E la schiera
ripiglia il triste volo,
migra nel cuore dei monti,
viola scavato
nel viola inesauribile,
miniera senza fondo
dello spazio.
Il volo è lento, penetra a fatica
nell'azzurro che s'apre
oltre l'azzurro,
nel tempo ch'è di là dal tempo;
alcuni mandano grida acute
che precipitano
e nessuna parete ripercuote.
Che ci somiglia
è il moto delle cime nell'ora
- quasi non si può pensare
né dire -
quando su steli invisibili
tutt'intorno
una primavera strana
fiorisce in nuvole rade
che il vento
pasce in un cielo
o umido o bruciato
e la sorte della giornata è varia,
la grandine, la pioggia,
la schiarita.

Mario Luzi

---

Poco dopo si è qui come sai bene,
file d'anime lungo la cornice,
chi pronto al balzo,
chi quasi in catene.
Qualcuno sulla pagina del mare
traccia un segno di vita,
figge un punto.
Raramente
qualche gabbiano appare.

Mario Luzi
 
E’ pur nostro il disfarsi delle sere.
E per noi è la stria che dal mare
sale al parco e ferisce gli aloè.
Puoi condurmi per mano,
se tu fingi di crederti con me,
se ho la follia di seguirti lontano
e ciò che stringi, ciò che dici,
m’appare in tuo potere.
Fosse tua vita quella
che mi tiene sulle soglie
e potrei prestarti un volto,
vaneggiarti figura. Ma non è,
non è così. Il polipo che insinua
tentacoli d’inchiostro tra gli scogli
può servirsi di te.
Tu gli appartieni e non lo sai.
Sei lui, ti credi te.

Eugenio Montale

---

Sempre di nuovo,
benchè sappiamo
il paesaggio d'amore
e il breve cimitero
con i suoi tristi nomi
e il pauroso abisso silente,
dove per gli altri è la fine:
torniamo a coppie tuttavia
di nuovo tra gli antichi alberi,
ci posiamo sempre, di nuovo,
con i fiori contro il cielo.

Rainer Maria Rilke

---

Felicita’ raggiunta, si cammina
per te sul fil di lama.
Agli occhi sei barlume che vacilla,
al piede,
teso ghiaccio che s’incrina;
e dunque non ti tocchi
chi piu’ t’ama.
Se giungi sulle anime invase
di tristezza e le schiari,
il tuo mattino
e’ dolce e turbatore
come i nidi delle cimase.
Ma nulla
paga il pianto del bambino
a cui fugge il pallone tra le case.

Eugenio Montale

---

Il suo sguardo,
dopo tanto fissare,
e’ divenuto cosi’ stanco
che non puo’ accettare null’altro.
Per lei
e’ come se le sbarre
fossero migliaia,
e oltre le migliaia di sbarre:
nessun mondo.
Nel suo girare
in quel cerchio ristretto,
senza soste,
la sua potente falcata
diviene una danza rituale
attorno ad un centro,
dove una grande volonta’
si trova come paralizzata.
A volte,
le palpebre si sollevano in silenzio
ed una forma entra,
scivola attraverso
l’angusto silenzio tra le spalle,
raggiunge il cuore,
e muore.

Rainer Maria Rilke – La pantera

---

Gettava pesci vivi
a pellicani famelici.
Sono vita anche i pesci fu rilevato,
ma di gerararchia inferiore.
A quale gerarchia
apparteniamo noi
e in quali fauci…?
Qui tacque il teologo
e si asciugo’ il sudore.

Eugenio Montale
 

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MARIA LUISA SPAZIANI

Quelle labbra
ch'era peccato mordere
tanto infantili e tenere s'aprivano
(neve di sogno
non può il tempo sciogliere)
chiude un sigillo di divina cera.
Ma avete flauti eterni
come il mare,
o labbra più profonde della sera.

 

ANTONELLA ANEDDA

Dell'incedere a scatti di quell'uomo
che nella strada per Venaco
gridava dentro il sole
non s'e' mai detto nulla
nulla della camicia
strappata sulle ascelle
e dei piedi circondati di paglia
ne' della voce bruciata di francese.
Lo aspetto' l'inverno,
lo strinse nel ramo di una scala
lo spinse piano
col volto tra i vasi di gerani

---

Per trovare la ragione di un verbo
perché ancora
davvero non é tempo
e non sappiamo
se accorrere o fuggire.
Fai sera come fosse dicembre
sulle casse innalzate
sul cuneo del trasloco
dai forma al buio
mentre il cibo
s'infiamma alla parete.
Queste sono le notti
di pace occidentale
nei loro raggi vola
l'angustia delle biografie
gli acini scuri dei ritratti,
i cartigli dei nomi.
Ci difende di lato un'altra quiete
come un peso marino nella iuta
piegato a lungo, con disperazione.

---

Non esiste innocenza
in questa lingua
ascolta come si spezzano i discorsi
come anche qui sia guerra
diversa guerra
ma guerra - in un tempo assetato.
Per questo scrivo con riluttanza
con pochi sterpi di frase
stretti a una lingua usuale
quella di cui dispongo
per chiamare
laggiù perfino il buio
che scuote le campane.

 

PEDRO SALINAS

Non voglio che ti allontani,
dolore, ultima forma
di amare. Io mi sento vivere
quando tu mi fai male
non in te, né qui, più oltre:
sulla terra, nell'anno
da dove vieni
nell'amore con lei
e tutto ciò che fu.
In quella realtà
sommersa che nega se stessa
ed ostinatamente afferma
di non essere esistita mai,
d'essere stata nient'altro
che un mio pretesto per vivere.
Se tu non mi restassi,
dolore, irrefutabile,
io potrei anche crederlo;
ma mi rimani tu.
La tua verità mi assicura
che niente fu menzogna.
E fino a quando ti potrò sentire,
sarai per me, dolore,
la prova di un'altra vita
in cui non mi dolevi.
La grande prova, lontano,
che è esistita, che esiste,
che mi ha amato, sì,
che la sto amando ancora.

---

Quello che sei
mi distrae da quello che dici:
Lanci parole veloci,
pavesate di risa,
invitandomi
ad andare dove mi porteranno.
Non ti presto attenzione,
non le seguo: sto guardando
le labbra da cui sono nate.
Intanto guardi lontano.
Fissi lo sguardo laggiù,
non so in cosa, e già si precipita
a cercarlo la tua anima
affilata, come saetta.
Io non guardo dove guardi:
io ti vedo guardare.
E quando desideri qualcosa
non penso a quello che vuoi
nè lo invidio: è il meno.
Ciò che ami oggi, lo desideri;
domani lo dimenticherai
per un nuovo amore.
No. Ti aspetto
oltre qualsiasi fine o termine
in ciò che non deve succedere.
Io resto nel puro atto
del tuo desiderio, amandoti.
E non voglio altro
che vederti amare.

 

REINER MARIA RILKE

Niente è paragonabile.
Esiste forse cosa
che non sia tutta sola
con se stessa e indicibile?
Invano diamo nomi,
solo è dato accettare
e accordarci
che forse qua un lampo,
là uno sguardo ci abbia sfiorato,
come se proprio in questo
consistesse vivere la nostra vita.
Chi si oppone
perde la sua parte di mondo.
E chi troppo comprende
manca l’incontro con l’eterno.
A volte
in notti grandi come questa
siamo quasi fuori pericolo,
in leggere parti uguali
spartiti fra le stelle.
Immensa moltitudine

---

Sii paziente verso tutto ciò
che è irrisolto nel tuo cuore
e cerca di amare le domande,
che sono simili
a stanze chiuse a chiave
e a libri scritti in lingua straniera.
Non cercare ora le risposte
che non ti possone essere date
poichè non saresti capace
di convivere con esse.
E il punto è vivere ogni cosa.
Vivi le domande ora.
Forse ti sarà dato,
senza che tu te ne accorga,
di vivere fino al lontano giorno,
in cui avrai la risposta.

 
Che io debba ricevere il castigo
neppure si discute. Resta oscuro
se cio’ accada in futuro oppure ora
o se sia gia’ avvenuto
prima che io fossi.
Non ch’io intenda evocare
l’esecrabile fantasma
del peccato originale.
Il disastro fu prima dell’origine
se un prima e un dopo
hanno ancora un senso.

Eugenio Montale

---

Perfino adesso vedo un gesto nuziale
dopo l'immensa distanza
di questa estate lenta
nell'arco dei suoi steli amari
dopo gli anni che in avanti
hanno sbarrato l'amore
perche' non si perdesse
fino a perderlo attutito contro l'erba.
Oggi e' una notte di pioggia
possiamo traversarla
in due diversi bagliori senza luce
dire, toccando il gelido bordo
di un bicchiere,
che tanta lontananza
non e' stata un errore
se ha cinto e sciolto segretamente
ogni irreale desiderio.

Antonella Anedda


---

Mia vita,
a te non chiedo lineamenti
fissi, volti plausibili o possessi.
Nel tuo giro inquieto
ormai lo stesso sapore
han miele e assenzio.
Il cuore che ogni moto tiene a vile
raro è squassato da trasalimenti.
Così suona talvolta nel silenzio
della campagna un colpo di fucile.

Eugenio Montale

---

Volevo che
il mio amore non finisse
che resistesse intero
in disaccordo
perfino col ricordo
e ignorasse il corpo
che da me si scostava
che ne ignorasse
distanza e indifferenza
e fosse cosa mia
doppiamente intrecciata
cesta di giunco e aria,
cesta per acqua
forma che la mano conosce
e che la storia medita quando
– così di rado
per questo raramente sacra –
salva un bambino dal suo Nilo.
Così a volte
fanno canestri i pazzi
per il silenzio – credo –
che sale dagli spazi
per quella paglia
che le dita oscurano
per quel nodo terreno
di aria e di materia.

Antonella Anedda

---

Se ho scritto è per pensiero
perché ero in pensiero per la vita
per gli esseri felici
stretti nell'ombra della sera
per la sera che di colpo
crollava sulle nuche.
Scrivevo per la pietà del buio
per ogni creatura che indietreggia
con la schiena premuta
a una ringhiera
per l'attesa marina
- senza grido - infinita.
Scrivi, dico a me stessa
e scrivo io per avanzare
più sola nell'enigma
perché gli occhi mi allarmano
e mio è il silenzio dei passi,
mia la luce deserta
- da brughiera -
sulla terra del viale.
Scrivi perché nulla è difeso
e la parola bosco
trema più fragile del bosco,
senza rami né uccelli
perché solo il coraggio può scavare
in alto la pazienza
fino a togliere peso
al peso nero del prato.

Antonella Anedda
 
Questo tetto che affiora dalla notte
ci protegge piu' di una croce o un santo.
Ora che improvvisamente piove
e' benedetto.
In un'abside di plastica bagnata
splende una pianta di ortensie azzurro-fuoco

Antonella Anedda

---

...
Soffiero' su quel viso
mischiando i suoi gesti
a quelli di amori passati,
prendendo i ricordi migliori
le poche frasi di ognuno
fino a costruire il mio Golem
il mio amore brucera' altissimo e ignoto
lungo la cappa del camino.
...

Antonella Anedda


---

Vergine altera, mia compagna
t'arde un mistero negli occhi.
Non so se odio o amore
e' questa luce eterna
della tua nera faretra.
Con me verrai
finche' proietti un'ombra il corpo
e resti ai miei sandali arena.
La sete o l'acqua sei
sul mio cammino?
Dimmi, vergine altera,
mia compagna.

- Antonio Machado -

---

...
Pensi davvero che basti non avere colpe
per non essere puniti,
ma tu hai colpe.
L'aria e' piena di grida.
Sono attaccate ai muri,
basta sfregare leggermente.
Dai mattoni salgono respiri,
brandelli di parole.
...

Antonella Anedda
 

 

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