Creato da MacRaiser il 19/01/2007
Tutti gli utenti Mac pensano differente, ma alcuni pensano piu' differente degli altri
 

Messaggi di Ottobre 2011

BATTERYGATE

Post n°1544 pubblicato il 31 Ottobre 2011 da MacRaiser

Mentre alcuni tra i piu' impavidi esponenti dell'eppolleria nostrana redigono guide a tutto spiano per porre soluzione (che evidentemente hanno gia' in tasca) al problema, vi sparo un paio di cifrette, tanto per capire l'entita' del fenomeno. Nel momento in cui scrivo, sul forum ufficiale Apple stanno per essere raggiunte le 160mila visite per un totale di quasi 2500 commenti. Questo nel volgere di 15 giorni. Interessante e' anche il sondaggio sullo stesso argomento, lanciato da Gizmodo. La maggioranza relativa e' appannaggio degli assolutamente scontenti che rispondono: "eccheccazzo!? Morto in meno di 5 ore". La maggioranza assoluta del 53,42%, invece, se la aggiudicano coloro ai quali comunque l'iPhone resta in vita attorno alle 5 ore. Il resto, ovvero il 46,58% di coloro che hanno risposto, si dichiara soddisfatto di ritrovarsi un costoso telefono appena acquistato che acceso non dura piu' di una giornata.


 
 
 

IL CAPO ESTINTO

Post n°1543 pubblicato il 31 Ottobre 2011 da MacRaiser

"Lo stupore e l'entusiasmo della vita e oltre, nelle ultime parole di Jobs - Mona Simpson, sorella di Jobs, pubblica sul New York Times il discorso pronunciato al pomeriggio dedicato alla commemorazione del fondatore di Apple tenutasi all'università di Stanford il 16 ottobre. Il discorso, carico di emozione e di sentimenti personali, rivela anche le ultime parole di Jobs: sei monosillabi che raccontano la passione di una vita vissuta nella ricerca di perfezione, amore e stupore: 'Oh wow, oh wow, oh wow'." - Macity.



Quelli stakanovisti di Macity ci danno sotto, col marketing funerario. Prendetevi una pausa, ragazzi.


 
 
 

THE DARK FACE OF THE BOOK

Post n°1542 pubblicato il 31 Ottobre 2011 da MacRaiser

"Occorre innanzitutto chiedersi se non stiamo forse sopravvalutando il potenziale di Internet come propagatore di democrazia e sottovalutando invece le sue possibilità di impiego a scopo repressivo. Non potrebbe darsi che la nostra ingenua fiducia nei suoi poteri liberatori ci distolga dall'affrontare le vie molto più subdole e sinistre con le quali si attenta alla libertà, proprio per mezzo di Internet? È davvero una buona idea affidare il futuro della libertà e della democrazia - e la posta in gioco è altissima, dato che Internet rappresenta oggi la nuova piazza pubblica - nelle mani di Google e di Facebook, due multinazionali che mirano ad abolire l'anonimato di Internet (perché rende impossibile la vendita degli spazi pubblicitari) e a scovare un sistema per monetizzare ogni nostro clic - e, ben presto, ogni nostro pensiero? (...) la Primavera araba ha svelato anche fino a che punto si spinge la complicità delle aziende occidentali, che non si sono fatte scrupolo di vendere sofisticati sistemi tecnologici di sorveglianza e censura ai regimi più odiosi del pianeta; ha smascherato quanto sono abili i governi autoritari a oscurare del tutto Internet, grazie a un semplice interruttore «kill-switch»; ha messo il dito sulle clausole legali di siti come Facebook, tanto aberranti quanto inefficaci, che hanno imposto ai dissidenti egiziani e tunisini di registrarsi con i loro veri nomi, anziché pseudonimi, per poter accedere ai servizi, pena la cancellazione dal sistema. (...) l'attivismo digitale non deve essere valutato esclusivamente in base all'efficacia con cui raggiunge gli scopi che si era prefissato. Piuttosto, proprio poiché produce ripercussioni ambientali nella più vasta cultura politica che lo genera, occorre giudicarne l'utilità in base alle aspirazioni, esigenze e direzioni più ampie.Basterà un esempio banale a chiarire questo punto: se i treni sono il mezzo più efficace per spostare la gente da A a B, esistono circostanze - pensate al vostro angolino preferito in campagna! - dove il frastuono, l'affollamento e gli inconvenienti che immancabilmente accompagnano il viaggio in treno potrebbero apparire fastidiosi, mentre gli spostamenti a piedi, in macchina o persino a cavallo rappresenterebbero una migliore alternativa. Esaltare la velocità o i bassi costi del viaggio in treno in tali circostanze significa scartare a priori le esigenze del contesto locale. Il mondo della tecnopolitica non è poi così diverso. (...) Internet è un potente strumento di scambio di informazioni, ma il totale controllo delle informazioni - ottenute tramite sofisticati sistemi di spionaggio o con la semplice tortura - è ciò che consente ai regimi totalitari di restare al potere. La Russia e la Cina sono due ottimi esempi di governi che sono riusciti ad addomesticare Internet per servirsene a loro esclusivo vantaggio. Ci sono blogger al soldo del regime che passano la giornata a diffondere propaganda pro governativa sui blog più popolari; si verificano misteriosi cyber attacchi che vanno a complicare la vita agli editori indipendenti e ai dissidenti; vengono introdotte forme avanzate di sorveglianza e spionaggio online che ricorrono a tecniche raffinate per infiltrare la rete e identificare gli utenti di Internet e i loro contatti: in Russia e in Cina, tutto questo fa parte della vita quotidiana. (...) Adesso è il momento giusto per decidere se dovrà evolvere per favorire i dittatori - con l'aiuto delle aziende della Silicon Valley - o se non sia possibile invece arginare il suo potenziale repressivo per espandere quello liberatorio. Coltivare una certa ingenuità nei confronti della Rete, sotto forma di utopia e distopia, non ci porterà molto lontano, se siamo seriamente intenzionati a trasformarla in una preziosa alleata per tutti coloro che hanno a cuore il futuro della democrazia e della libertà." - Evgenij Morozov.


 
 
 

ESSE COME SCARICO

Post n°1541 pubblicato il 30 Ottobre 2011 da MacRaiser

"Batteria iPhone 4S con consumo anomalo, Apple indaga - Alcuni utenti lamentano un anomalo consumo della batteria per iPhone 4S. Anche in stand by la carica se ne va al ritmo del 10% l'ora. Apple al corrente del problema starebbe indagando con l'aiuto di alcuni clienti che si sono lamentati dello spiacevole fenomeno. Apple ha messo sotto esame il consumo della batteria di iPhone 4S. Il racconto di un’azione coordinata dal un gruppo interno responsabile, probabilmente, della ricerca dei bug arriva dal The Guardian." - Macity.

Stavolta la piaggeria della redazione di Macity arriva al punto di censurare e trasformare la locuzione del Guardian da: "The problem has generated huge discussions on Apple's support boards" ("il problema ha provocato una gigantesco dibattito sul forum di supporto Apple"), ad: "Alcuni utenti lamentano un anomalo consumo della batteria per iPhone 4S". Niente male, ma questo e' nulla in confronto al totale e incondizionato Applecoronamento di Gianni Tarroni di ItaliaMac; il quale, in un invidiabile stile "Vanna Marchi" arriva a scrivere: "Se tutto questo fosse ufficializzato sarebbe un ulteriore conferma della serietà da parte di Apple nei confronti dei propri clienti". E dal suo punto di vista contorto, schiacciato dentro e sotto il Reality Distortion Field jobbiano, ha perfettamente ragione. Per questi fanboys, infatti, il cliente al quale Apple chiede aiuto (perche' non sa dove sbattere la testa, evidentemente), non solo non e' "cornuto" -dato che ha acquistato un telefono costoso quanto difettoso mai adeguatamente provato in laboratorio- ma -visto che gli si chiede di fare il beta-tester senza retribuzione alcuna- non e' neppure "mazziato". Anzi, ai loro occhi egli e', con ogni probabilita', un "privilegiato", un "eletto".


Come potete vedere Phil Schiller, illustrando la durata della batteria di iPhone 4S, stranamente dimentica di menzionare la durata in standby

Ma accantoniamo pure gli impudichi redattori di articoli leccamele; oggi mi sento buono e quindi voglio dare una mano a questi sfortunati clienti Apple. La soluzione pronta ed economica in grado di risolvere questo grave problema c'e' e si chiama iFan (non nel senso di fanatic, ovviamente). E adesso sotto: date un senso ecologico al disappunto per la batteria del vostro magnifico iPhone 4S gia' in rosso e sbuffate qui sopra.


 
 
 

SHOPERIAMO

Post n°1540 pubblicato il 29 Ottobre 2011 da MacRaiser

"La protesta a Roma. "Noi della Mela siamo alla frutta" e "Strike different", parodia del famoso slogan della Apple "Think Different", sono gli slogan della protesta di una parte dei dipendenti dell'Apple Store di Roma Est. «Tra i contratti a tempo indeterminato l'adesione è stata circa del 70%», ha detto all'agenzia Ansa Giancarlo Desiderati, segretario provinciale del sindacato Flaica. «Non abbiamo intenzione di bloccare le vendite, ma solo di portare all'attenzione pacificamente la nostra vertenza in atto da settembre. All'azienda chiediamo - aggiunge - una maggiore consultazione su scelte, passaggi di qualifica, mansioni e aumenti di livello. La nostra non è solo una rivendicazione economica, ma la richiesta di maggiore consultazione dei dipendenti in un'azienda che ha per filosofia quello di voler condividere tutto». La protesta è partita dallo store di Roma perché «è il primo aperto in Italia - aggiunge Desiderati - ci hanno contatto i lavoratori degli altri store Apple, nei prossimi giorni la protesta/proposta d'incontro sarà estesa anche ad altri negozi»." - Il Messagero.

Su Mela Marcia l'intervista al rappresentante dei lavoratori Apple Store di Roma.

Dopo l'oscena orgia mediatica a base di "funeral-business party", finalmente si comincia a intravvedere la realta': Apple non e' affatto il paradiso; tutt'altro. La mia piena solidarieta' a questi lavoratori, dunque. Pero' mi chiedo se non sia venuto il momento di ripensare e riorganizzare anche le forme di antagonismo, rispetto a questo tipo di multinazionali. Quelle, per intenderci, che pur sfruttando la forza lavoro senza troppi scrupoli, sfoggiano al contempo una immagine da "vergine immacolata" fasulla almeno quanto pianificata. Chissa' che il mio sogno, quello di vedere i lavoratori asiatici Foxconn (nei fatti, veri e propri dipendenti di Apple senza alcuna tutela), i clienti occidentali della mela e gli impiegati Apple Store di tutto il mondo, unirsi per un potente "strike" contro le attuali politiche di Apple Inc. si avverera' mai. Uno sciopero degli acquisti, oltre che della produzione e della vendita, che segni l'inizio della fine dell'era jobbiana e l'apertura di un nuovo capitolo nella storia e nelle scelte dell'azienda. Azienda che, tanto per dire, fu per breve tempo anche di un certo Steve Wozniak.


 
 
 

DEJA TV

Post n°1539 pubblicato il 29 Ottobre 2011 da MacRaiser

"Apple TV, il killer del Dvd" - Macity, 21 Febbraio 2007.
"Apple TV, cavallo di Troia del multimedia" - Macity, 20 Marzo 2007.
"Gli analisti scommettono su Apple TV" - Macity, 1 Giugno 2007.



"L'apparecchio a prima vista un po' fa paura, perché appare lontano e strano. Ma poi, vince. Vince per la sua semplicità, flessibilità, compatibilità con tutto il resto del mondo Mac (pur essendo anche compatibile con quello Windows quando si usa iTunes), bellezza ed eleganza minimalista." - Macity, 23 Settembre 2008.



"Apple sta per lanciare una vera e propria rivoluzione per Apple TV" - Macity, 28 Maggio 2010.

"La nuova Apple TV disponibile da oggi su Apple Store online è già disponibile anche presso i punti vendita Apple Premium Reseller italiani. Giornata rovente per tutti gli utenti Mac appassionati di cinema." - Macity, 11 Novembre 2010.

"Apple annuncia: «questa settimana un milione di Apple TV vendute». L'annuncio arriva oggi con un comunicato ufficiale che sancisce il successo del dispositivo rinnovato profondamente nel corso del mese di settembre." - Macity, 21 Dicembre 2010



"Il New York Times: ''La TV Apple annunciata entro il 2012' - Secondo il New York Times la TV Apple è una certezza" - Macity, 27 Ottobre 2011.


"Beati gli smemorati perchè avranno la meglio sui loro errori", diceva Fredrick Nietsche.




 
 
 

TASTE DI CULT

Post n°1538 pubblicato il 28 Ottobre 2011 da MacRaiser

"The only problem with Microsoft is they just have no taste, they have absolutely no taste (...) they don't bring much culture into their products", sentenziava Steve Jobs nel lontano 1996. E aveva ragione, per carita'. Questo dell'iPhone "Tombstone", e' un classico esempio del "senso del gusto" che negli anni Apple ha saputo inculcare nei suoi fedeli babyboys. Qui altri esempi di cultura. O meglio: di fancultura.


 
 
 

IL SORAPPSO

Post n°1537 pubblicato il 27 Ottobre 2011 da MacRaiser

"Download di Apps, Android sorpassa iOS - Dopo aver messo la freccia sulle vendite, Android supera la piattaforma rivale Apple iOS anche per le applicazioni più scaricate. Secondo ABI Research il mercato delle apps triplica nel 2011." - Da ITespresso

"Steve Jobs: 'Google non ha speranza di superarci' - Quando un utente ha chiesto all’iCEO se Google avesse sul serio superato a pie' pari Apple col rilascio della nuova versione di Android, la risposta è stata quanto mai chiara: -Non hanno neppure una speranza-". ("nessuna possibilita'" per l'esattezza ndr). - Da Melablog, 24 Maggio 2010.

Chi segue questo blog fin dalla sua nascita sa che tutto questo e' stato ampiamente previsto e annunciato. Ma la "discesa agli inferi" di iOS non si fermera' qui, naturalmente. Le premesse perche' la storia di Mac OS si ripeta ci sono tutte in effetti, e se qualcuno non cambia presto mentalita', giu' a Cupertino, iOS (piu' prima che poi) seguira' il triste destino toccato al suo fratello maggiore. A quel punto bisognera' inventarsi un aiPeddo, un aiPuddo, un aiWoccio o qualunque altro aiGeggio per sfuggire ancora una volta alla marginalita'. Ora ai piu' (neuronicamente massacrati dal martellante hype Apple) pare impossibile, lo capisco. Come pareva impossibile che iOS potesse venir, non dico sorpassato, ma anche solo messo in difficolta' da un qualunque altro sistema operativo "smart" (si fa per dire, ovviamente). Anzi, sento gia' le voci salmodianti del popolo fanboiardo che salgono, recitando in coro la stessa identica confortante giaculatoria che si recitava negli anni '90, mentre Windows, quasi indisturbato, schiacciava uno per uno i vari sistemi operativi concorrenti, desertificando l'ecosistema informatico, e riduceva Mac OS all'irrilevanza. "Ommmm...", cantano: "Ommmm... loro adesso hanno piu' software e scelta di noi, e' vero, ma a noi la scelta non serve perche' c'e' Apple che sceglie per noi meglio di noi, ommmmm... e poi quello che loro hanno in piu' e' solo inutile e ingombrante spazzatura e virus-malware, ommmm...". Deja-vu', appunto.


 
 
 

iFANCULT

Post n°1536 pubblicato il 26 Ottobre 2011 da MacRaiser

"MacWorld diventa iWorld ed aprirà dal 26 al 28 gennaio 2012 - Fino al 2009, la MacWorld Expo era l’apertura tradizionale del nuovo anno per Apple: in un keynote, la compagnia di Cupertino presentava i suoi nuovi prodotti. Malgrado l’assenza di Apple, la fiera si è mantenuta negli anni successivi, anche se con un leggero calo di visitatori, e si è adattata alle esigenze del pubblico. Per questo motivo quest’anno MacWorld ha affiancato al suo nome la dicitura iWorld, a segnalare una vicinanza più forte con i dispositivi iOS. MacWorld|iWorld, “The Ultimate iFanevent” è il nuovo nome dell’evento, che prenderà via il 26 gennaio 2012 e durerà fino al 28 gennaio al Moscone Center di San Francisco. Il cambio di nome non dovrebbe comunque troppo alterare il contenuto del salone, che dovrebbe rimanere focalizzato su Mac e Mac OS X." - Da Melablog.

Alzi la mano chi, osservando la homepage del sito in questione, non e' stato colto di striscio dal dubbio che non si tratti altro che dell'ennesima spettacolare presa per i fondelli per fanboys. L'alternativa in effetti e' agghiacciante.


 
 
 

WELCOME TO THE REAL WORLD

Post n°1535 pubblicato il 25 Ottobre 2011 da MacRaiser

"Il disumano Steve Jobs - L'arroganza e l'insensibilità sono i tratti principali del suo carattere raccontati nella biografia uscita in tutto il mondo. Dopo la morte di Jobs, poi, Isaacson ha raccontato che la volontà di Jobs era stata di lasciare il racconto della sua vita per i suoi figli, che aveva spesso trascurato per il suo lavoro. Ma la lettura che i giovani Jobs si troveranno di fronte non sarà facilissima da digerire, sempre che non siano già preparatissimi a un racconto così spietato del carattere di loro padre. Il libro è infatti una insistente descrizione dei ripetuti egoismi, infantilismi, arroganze, insensibilità di Jobs, alternata a una celebrazione della grandezza straordinaria delle sue intuizioni, della sua volontà e dell’impresa rivoluzionaria che ha costruito. In oltre seicento pagine di efficace e attenta divulgazione delle successive scelte tecnologiche ma soprattutto di scontri umani, tensioni, drammi, caratteri, e amicizie infrante e rivalità acerrime (e i protagonisti si mettono a piangere un sacco, nei momenti più tesi e drammatici, malgrado siano ormai uomini fatti). Due grandi filoni tornano: Jobs era un uomo che pensava che le regole non lo riguardassero, e che praticava una “distorsione della realtà” per ingannare se stesso e gli altri. Le molte testimonianze raccolte da Isaacson hanno un tratto comune: praticamente tutte raccontano cose umanamente orribili di Jobs e dei suoi atteggiamenti con gli altri, anche con le persone più care e leali. Prima o poi, ha deluso o tradito quasi tutti: la differenza è tra chi reagisce dicendo “Steve è fatto così” e chi non gliela perdona." - Luca Sofri, da Il Post.

E pensare che fu proprio Luca Sofri, quale fanboy della prima ora, a tenere a battesimo il celebre saggio filosofico di Antonio Dini: "Emozione Apple". Come cambiano le prospettive, eh? A dirla tutta queste "rivelazioni" a me non rivelano un'emerita mazza. Da quando ho aperto questo blog non ho fatto quasi altro che definire i comportamenti di Steve Jobs con aggettivi quali: "protervo", "prepotente", "arrogante" e, soprattutto: "mendace". Ma evidentemente il Reality Distortion Field ha presa su alcuni piu' che su altri. Certo, non avere il salame sugli occhi a volte aiuta; e magari un'oncia di autocritica piu' mezza scusa ai lettori per la massiccia somministrazione articoli leccalecca su Steve Jobs un giorno si e l'altro pure operata dai fanboys annidati, non ci starebbero malissimo, giu' dalle parti del Post. Comunque sia, dico benvenuto anche a Luca Sofri e gli preannuncio che non e' finita qui. Su Santo Steve, col tempo, ne scopriremo eccome, di altarini.


 
 
 

SALVI CHI PUO'

Post n°1534 pubblicato il 25 Ottobre 2011 da MacRaiser

"Mac OS X Lion stalla sugli autosalvataggi - Sto perdendo la pazienza con Lion. Già non mi piaceva granché, ma adesso ho notato due magagne notevoli, una delle quali è potenzialmente micidiale per chi, come me, fa presentazioni in pubblico usando Keynote. La prima riguarda la condivisione dello schermo (Screen Sharing) che permette di monitorare da remoto un altro Mac. La uso spesso per sorvegliare dal laptop l'attività degli altri Mac del Maniero Digitale. Era la classica utility “funziona e basta” di OS X. Ma in Lion, se sbaglio nome utente o password, la finestra di dialogo di login rimane fissa e non va mai in timeout e quindi non è possibile ritentare (in Snow Leopard, invece, lo fa). Grr. La seconda riguarda Keynote e più in generale il sistema di salvataggio automatico introdotto in Lion. Per esempio, se aprite una presentazione Keynote e la modificate, guai a voi se non salvate prima di presentarla: OS X si blocca per interi minuti, con la sua bella pallina colorata che gira a vuoto e la presentazione incriccata a metà, e non c'è verso di andare avanti. O spegnete drasticamente e perdete tutto, oppure aspettate pazientemente che la pallina sparisca. Se vi dovesse succedere durante una presentazione pubblica, la figuraccia è garantita." - Paolo Attivissimo.

Facile ironia sul "Leone nella stalla" a parte, c'e' da dire che Attivissimo e' uno dei pochi rimasti cui ancora frega qualcosa di un certo sistema operativo una volta conosciuto come "Mac OS". Il resto (ossia il 99,9%) dei siti che si occupano di tecnologia e Apple rigurgita letteralmente del nulla sottovuoto spinto degli iGeggi trendy di Cupertino. L'argomento preferito delle (con rispetto parlando) "recensioni", attualmente, sono smartcover e custodie. Oltre ai millardi di pettegolezzi e dettagli (parecchi inventati di sana pianta) riguardo i casi privati di Steve Jobs, naturalmente. Qualcuno di voi potrebbe commentare: "e va bene, ma anche noialtri utenti Mac beneficeremo di tutta questa notorieta'". Come no, aspettate e vedrete, risponderei io: il buongiorno si vede dal mattino, giusto?


 
 
 

TI SPIEZZAVO IN DUE

Post n°1533 pubblicato il 24 Ottobre 2011 da MacRaiser

"Combatterò fino all’ultimo respiro e spenderò ogni centesimo dei 40 miliardi di dollari di Apple per rispondere a questo torto. Distruggerò Android, perchè è un prodotto rubato. Farò anche una ‘guerra termonucleare’, se necessario." - Steve Jobs, Novembre 2007.

In gioventu' avrebbe tanto voluto "spezzare le reni" a Microsoft e invece fu proprio Bill Gates a salvarlo, lui e la sua Apple, sull'orlo della bancarotta. Jobs non imparo' dai propri errori e la storia si ripete' nel 2007 con Google. "Vinceremo ", disse (e i fanboys dietro in coro: "si, vinceremo ") come Mussolini. Da allora sono passati solo quattro anni: come previsto, Android ormai possiede uno share globale piu' che doppio rispetto ad iOS e continua a crescere. Nel frattempo Steve Jobs, nel vano tentativo di impedirlo, ha esalato davvero il suo ultimo respiro. A volte, e' vero, bisogna saper perdere. Piu' importante ancora, pero', e' saper smettere di giocare in tempo, quando di giocare non e' piu' il tempo.


 
 
 

L'AZIONISTA DI MINORANZA

Post n°1532 pubblicato il 23 Ottobre 2011 da MacRaiser

"(...) Apple non rende facile fare questo lavoro a tutti quelli che credono di avere il diritto di farlo. Sembra che meno si occupino della società di Cupertino e meglio sia. Non per i pochi incensati, scelti non si sa bene se a Londra, Cupertino o dove e che portano solo quantità, spesso nessuna qualità. Misurare in centimetri quadrati o colonne, il giorno dopo di eventi ai quali solo la stampa mainstream è invitata, lo spazio che Apple ha ottenuto sulle pagine, è un calcolo zoppo. (...) Non siamo il Jim Dalrymple di turno, che prima di fondare il suo autonomo The Loop (sempre pieno di prove in anteprima e dichiarazioni ufficiali di Apple, che qui abbiamo rinunciato a chiedere dopo aver accertato un diverso modo di operare, imposto dall’alto) ha avuto rassicurazioni da Apple di portar via traffico alla “casa sicura” di CNET. Ora fa praticamente l’ufficio stampa di Cupertino, infiltrato in mezzo ai media, senza un minimo di senso critico. Ci sarebbero mille altri esempi in tal senso. Ricordo male le date ma bene la situazione. Diversi anni fa Apple aveva organizzato un evento a Milano, incredibilmente succedeva ancora e dando pure un briciolo di fiducia ai rappresentanti locali dell’azienda di Cupertino, ebbene presso l’IED – Istituto Europeo di Design arrivava il capo di Apple Europe, l’italo-francese Pascal Cagni. Allora Apple Italia si faceva aiutare, nel bene o nel male, dall’agenzia Business Press ed una delle più attive ragazze del gruppo ebbe la brillante idea di presentarmi a Cagni come “lui scrive per uno dei principali siti di rumors”. Complimenti, ammesso che fosse vero che il sito di allora si affidasse a qualunque bestialità circolasse per il web, non ero certo io a rappresentare quell’anima di articoli. In ogni caso dovetti assistere ad una scena che capii solo parzialmente allora: un signore delle prime file, durante la presentazione di qualcosa, si alzò per dichiarare concitatamente di essere stato estromesso dall’accesso alle notizie su Apple, grazie alle continue ed immotivate limitazioni che l’azienda gli imponeva. Risatine dei presenti mentre il tizio veniva trascinato all’uscita, nemmeno fossimo alla conferenza postuma del sommergibile russo Kursk, con le assistenti in sala che facevano punture di anestetico ai più fastidiosi. Dunque, chi compera iPhone, iPad e Mac leggerà il Corriere della Sera, Repubblica ed Il Sole 24 ORE oppure si documenterà online sui siti specializzati, selezionando con giudizio tra asserviti ai rumors e curatori di notizie vere? Eppure piove dove è sempre umido, non importa se quello che viene pubblicato ha una qualche parvenza di verità o fa comunque bene all’azienda. (...) Chi scrive queste righe di commiato finale segue la storia di Apple in modo professionale da 13 o 14 anni, ha sempre pagato tutto di tasca sua. Non solo le spese per raccontare di prima mano prodotti e novità, ma anche le bizze di chi ti mette ogni giorno i bastoni tra le ruote. Ho pagato tutto ed a volte senza saperne il perché, ma ho la pellaccia dura ed ho resistito. Ho conosciuto molti dirigenti di Apple e molti altri “normali”/straordinari dipendenti che sputano sangue tutti i giorni, spesso mortificati quotidianamente dall’impossibilità di avere un qualunque campo d’azione, invece che un recinto per ubbidienti animali domestici. Chi non ne è uscito con l’esaurimento nervoso, si è auto-convinto che era una buona idea andare a lavorare addirittura da Microsoft, piuttosto di vedersi tolto ogni spazio d’azione. (...) Ho conosciuto anche quell’antipatico di Steve Jobs (non certo popolare dirlo in questo momento, ma era la verità, per come si interfacciava con gli sconosciuti), senza nulla togliere al suo genio ed al vuoto che già si sente. Per riuscire ad avere sue risposte, seppur evasive o che dimostravano incompetenza sui mercati internazionali, ho dovuto far valere quell’azione AAPL comperata in USA come certificato (ora ne vale 2 dopo lo split del 2005, non ne fanno più su carta) che ho appeso in ufficio e che vi mostro accanto. Ora l’azione vale un sacco di soldi rispetto all’acquisto iniziale, ma purtroppo con 2 di queste (che tengo solo per affetto) non mi compero nemmeno il nuovo e costoso iPhone 4S da 64 GB. (...) Questo è il momento più giusto per smettere. Mi dispiace per chi si lamenta ai nostri indirizzi email o su Twitter di dover ora leggere altrove molte baggianate, non è mai stata colpa di setteB.IT, che il “think different” lo ha sempre praticato senza curarsi delle conseguenze, vi abbiamo evidentemente abituato troppo bene. Per fortuna adesso le sciocchezze siete in grado di riconoscerle da soli, avanti così e godetevi la biografia di Steve Jobs, che sarà in vendita tra 24 ore." - Fabio Zambelli, SetteBit.

Non posso che sottoscrivere il J'accuse di colui che ho avuto modo di definire "il piu' onesto dei fanboys Apple italiani". Ha ragione da vendere. Sono stato critico, con lui, almeno quanto fedele  e attento lettore e quindi mi dispiace assai che abbia scelto la strada della chiusura del blog. Soprattutto mi rincresce il tono amaro e quasi cinico di questo suo ultimo post; ma lo comprendo e non lo biasimo. Gli auguro, anzi, di portare quella buonafede che, al contrario della quasi totalita' dei suoi colleghi, ha sempre dimostrato, nelle sue prossime imprese; ovunque siano. I semi gettati con SetteBit, prima o poi, daranno certamente frutto.


 
 
 

COMMEMORIRE

Post n°1531 pubblicato il 22 Ottobre 2011 da MacRaiser

Ieri giusto nelle ore intorno alla fastosa commemorazione di Steve Jobs, organizzata a Cupertino, c'e' stato l'ennesimo suicidio made in Foxconn. A 18 anni Li Baoqiang lascia una famiglia indebitata e una madre disabile. Tim Cook ovviamente non organizzera' alcuna celebrazione ne' fermera' anche per un solo minuto i suoi sontuosi Store per ricordare quegli operai e impiegati morti per costruire i preziosi gadget ed edificare l'impero di potere e denaro che e' oggi Apple Inc.


 
 
 

RETTIFICHE'?

Post n°1530 pubblicato il 21 Ottobre 2011 da MacRaiser

"Che Jobs sia morto perché, una volta diagnosticata la neoplasia con una TC di routine, ha scelto di non operarsi subito, curandosi per 9 mesi con curiose diete vegane, capisco che possa colpire la curiosità del lettore e anche raccontarci qualcosa dell’uomo, ma è una evenienza del tutto improbabile." - Massimo Mantellini, 10 Ottobre 2011.

"Jobs si pentì del ritardo con cui si fece operare per il tumore al pancreas - Jobs si fece operare in ritardo di nove mesi rispetto ai consigli dei medici che gli diagnosticarono il tumore tentando cure alternative e una dieta macrobiotica, determinando un aggravarsi della malattia ma poi si pentì di quel che aveva fatto. A rivelarlo è Walter Isaacson, autore della biografia di Jobs in una intervista rilasciata al programma giornalistico 60 minutes. Conferme sulle ricadute del ritardo anche in un dettagliato articolo di Newsweek." - Da Macity, 20 Ottobre 2011.

"Steve jobs non è stato colpito da un ritorno del tumore ma da un malfunzionamento del fegato. (...) Non c’è stato nessun tumore al fegato. C’è stato uno scompenso ormonale. (...) Che sia tumore è solo una tua teoria. (...) Se ha parlato di tumore al Pancreas all’epoca, non aveva nessun timore a dire di nuovo tumore adesso, quindi tumore non era." - Repliche di Kiro agli interventi di MacRaiser su Melamorsicata, 22 Marzo 2010.

"In tutto il mondo ci sarebbero state prima di Jobs solo una trentina di persone cui sarebbe stato praticato l'intervento di trapianto del fegato per metastasi da tumore neuroendocrino al pancreas, Jobs fu una di queste e una delle quattro che erano anche state sottoposte alla procedura di Whipple. Il fondatore Apple è sopravvissuto due anni e quattro mesi, meno della media rilevata dalla casistica medica." - Da Macity, 20 Ottobre 2011.

"Secondo Isaacson, Steve Jobs ha continuato ad essere curato per il cancro segretamente durante tutti questi anni, malgrado si dicesse che fosse completamente guarito." - Da Melablog, 21 Ottobre 2011.

Sono solo due casi tra i tanti. Le possibilita' sono due: o io ho doti da paragnosta, oppure la stragrande parte dell'informazione ha scelto (fan-derandosi gli occhi con due belle fette di salame nel migliore dei casi) di avallare consapevolmente il mendacio reiterato di Steve Jobs (non "si diceva" che fosse guarito, come afferma Ruthven di Melablog: Steve Jobs "ha detto" piu' volte pubblicamente: "sto bene") e di Apple, ingannando in questo modo i propri lettori per anni. In entrambi i casi direi che e' arrivato il momento di riparare.


 
 
 

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ANTONELLA ANEDDA

Vedo dal buio
come dal più radioso
dei balconi.
Il corpo è la scure:
si abbatte sulla luce
scostandola in silenzio
fino al varco più nudo -al nero
di un tempo che compone
nello spazio battuto
dai miei piedi
una terra lentissima
- promessa

---

Perfino adesso vedo
un gesto nuziale
dopo l'immensa distanza
di questa estate lenta
nell'arco dei suoi steli amari
dopo gli anni che in avanti
hanno sbarrato l'amore
perche' non si perdesse
fino a perderlo
attutito contro l'erba.
Oggi e' una notte di pioggia
possiamo traversarla
in due diversi bagliori
senza luce
dire, toccando il gelido bordo
di un bicchiere,
che tanta lontananza
non e' stata un errore
se ha cinto e sciolto segretamente
ogni irreale desiderio.


---

Volevo che
il mio amore non finisse
che resistesse intero
in disaccordo
perfino col ricordo
e ignorasse il corpo
che da me si scostava
che ne ignorasse
distanza e indifferenza
e fosse cosa mia
doppiamente intrecciata
cesta di giunco e aria,
cesta per acqua
forma che la mano conosce
e che la storia medita quando
– così di rado
per questo raramente sacra –
salva un bambino dal suo Nilo.
Così a volte
fanno canestri i pazzi
per il silenzio – credo –
che sale dagli spazi
per quella paglia
che le dita oscurano
per quel nodo terreno
di aria e di materia.


---

Se ho scritto è per pensiero
perché ero in pensiero per la vita
per gli esseri felici
stretti nell'ombra della sera
per la sera che di colpo
crollava sulle nuche.
Scrivevo per la pietà del buio
per ogni creatura che indietreggia
con la schiena premuta
a una ringhiera
per l'attesa marina
- senza grido - infinita.
Scrivi, dico a me stessa
e scrivo io per avanzare
più sola nell'enigma
perché gli occhi mi allarmano
e mio è il silenzio dei passi,
mia la luce deserta
- da brughiera -
sulla terra del viale.
Scrivi perché nulla è difeso
e la parola bosco
trema più fragile del bosco,
senza rami né uccelli
perché solo il coraggio può scavare
in alto la pazienza
fino a togliere peso
al peso nero del prato.

 
Questa felicità promessa o data
m'è dolore, dolore senza causa
o la causa se esiste è questo brivido
che sommuove
il molteplice nell'unico
come il liquido scosso nella sfera
di vetro che interpreta il fachiro.
Eppure dico: salva anche per oggi.
Torno torno le fanno guerra cose
e immagini su cui cala o si leva
o la notte o la neve
uniforme del ricordo.

Mario Luzi

---

Venite pensieri
vi penseremo a fondo
ora che e' mattino.
La luce vi fa sembrare tanto forti
da raschiare il buio
come se avessimo un coccio
e la notte fosse cuoio.
C'e' un geco sul granito.
Il suo ventre oscilla
come acqua di fonte.
E' spaventato. E' attento.
Aspetta senza capire.
Come succede a noi
quando un saluto di colpo
si trasforma in addio

---


Che speri,
che ti riprometti, amica,
se torni per così cupo viaggio
fin qua
dove nel sole le burrasche
hanno una voce
altissima abbrunata,
di gelsomino odorano e di frane?
Mi trovo qui
a questa età che sai,
né giovane né vecchio,
attendo, guardo
questa vicissitudine sospesa;
non so più quel che volli
o mi fu imposto,
entri nei miei pensieri
e n'esci illesa.
Tutto l'altro che deve essere
è ancora,
il fiume scorre,
la campagna varia,
grandina, spiove,
qualche cane latra
esce la luna, niente si riscuote,
niente
dal lungo sonno avventuroso.

Mario Luzi

---

il vento
è un'aspra voce che ammonisce
per noi stuolo
che a volte trova pace
e asilo sopra questi rami secchi.
E la schiera
ripiglia il triste volo,
migra nel cuore dei monti,
viola scavato
nel viola inesauribile,
miniera senza fondo
dello spazio.
Il volo è lento, penetra a fatica
nell'azzurro che s'apre
oltre l'azzurro,
nel tempo ch'è di là dal tempo;
alcuni mandano grida acute
che precipitano
e nessuna parete ripercuote.
Che ci somiglia
è il moto delle cime nell'ora
- quasi non si può pensare
né dire -
quando su steli invisibili
tutt'intorno
una primavera strana
fiorisce in nuvole rade
che il vento
pasce in un cielo
o umido o bruciato
e la sorte della giornata è varia,
la grandine, la pioggia,
la schiarita.

Mario Luzi

---

Poco dopo si è qui come sai bene,
file d'anime lungo la cornice,
chi pronto al balzo,
chi quasi in catene.
Qualcuno sulla pagina del mare
traccia un segno di vita,
figge un punto.
Raramente
qualche gabbiano appare.

Mario Luzi
 
E’ pur nostro il disfarsi delle sere.
E per noi è la stria che dal mare
sale al parco e ferisce gli aloè.
Puoi condurmi per mano,
se tu fingi di crederti con me,
se ho la follia di seguirti lontano
e ciò che stringi, ciò che dici,
m’appare in tuo potere.
Fosse tua vita quella
che mi tiene sulle soglie
e potrei prestarti un volto,
vaneggiarti figura. Ma non è,
non è così. Il polipo che insinua
tentacoli d’inchiostro tra gli scogli
può servirsi di te.
Tu gli appartieni e non lo sai.
Sei lui, ti credi te.

Eugenio Montale

---

Sempre di nuovo,
benchè sappiamo
il paesaggio d'amore
e il breve cimitero
con i suoi tristi nomi
e il pauroso abisso silente,
dove per gli altri è la fine:
torniamo a coppie tuttavia
di nuovo tra gli antichi alberi,
ci posiamo sempre, di nuovo,
con i fiori contro il cielo.

Rainer Maria Rilke

---

Felicita’ raggiunta, si cammina
per te sul fil di lama.
Agli occhi sei barlume che vacilla,
al piede,
teso ghiaccio che s’incrina;
e dunque non ti tocchi
chi piu’ t’ama.
Se giungi sulle anime invase
di tristezza e le schiari,
il tuo mattino
e’ dolce e turbatore
come i nidi delle cimase.
Ma nulla
paga il pianto del bambino
a cui fugge il pallone tra le case.

Eugenio Montale

---

Il suo sguardo,
dopo tanto fissare,
e’ divenuto cosi’ stanco
che non puo’ accettare null’altro.
Per lei
e’ come se le sbarre
fossero migliaia,
e oltre le migliaia di sbarre:
nessun mondo.
Nel suo girare
in quel cerchio ristretto,
senza soste,
la sua potente falcata
diviene una danza rituale
attorno ad un centro,
dove una grande volonta’
si trova come paralizzata.
A volte,
le palpebre si sollevano in silenzio
ed una forma entra,
scivola attraverso
l’angusto silenzio tra le spalle,
raggiunge il cuore,
e muore.

Rainer Maria Rilke – La pantera

---

Gettava pesci vivi
a pellicani famelici.
Sono vita anche i pesci fu rilevato,
ma di gerararchia inferiore.
A quale gerarchia
apparteniamo noi
e in quali fauci…?
Qui tacque il teologo
e si asciugo’ il sudore.

Eugenio Montale
 

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MARIA LUISA SPAZIANI

Quelle labbra
ch'era peccato mordere
tanto infantili e tenere s'aprivano
(neve di sogno
non può il tempo sciogliere)
chiude un sigillo di divina cera.
Ma avete flauti eterni
come il mare,
o labbra più profonde della sera.

 

ANTONELLA ANEDDA

Dell'incedere a scatti di quell'uomo
che nella strada per Venaco
gridava dentro il sole
non s'e' mai detto nulla
nulla della camicia
strappata sulle ascelle
e dei piedi circondati di paglia
ne' della voce bruciata di francese.
Lo aspetto' l'inverno,
lo strinse nel ramo di una scala
lo spinse piano
col volto tra i vasi di gerani

---

Per trovare la ragione di un verbo
perché ancora
davvero non é tempo
e non sappiamo
se accorrere o fuggire.
Fai sera come fosse dicembre
sulle casse innalzate
sul cuneo del trasloco
dai forma al buio
mentre il cibo
s'infiamma alla parete.
Queste sono le notti
di pace occidentale
nei loro raggi vola
l'angustia delle biografie
gli acini scuri dei ritratti,
i cartigli dei nomi.
Ci difende di lato un'altra quiete
come un peso marino nella iuta
piegato a lungo, con disperazione.

---

Non esiste innocenza
in questa lingua
ascolta come si spezzano i discorsi
come anche qui sia guerra
diversa guerra
ma guerra - in un tempo assetato.
Per questo scrivo con riluttanza
con pochi sterpi di frase
stretti a una lingua usuale
quella di cui dispongo
per chiamare
laggiù perfino il buio
che scuote le campane.

 

PEDRO SALINAS

Non voglio che ti allontani,
dolore, ultima forma
di amare. Io mi sento vivere
quando tu mi fai male
non in te, né qui, più oltre:
sulla terra, nell'anno
da dove vieni
nell'amore con lei
e tutto ciò che fu.
In quella realtà
sommersa che nega se stessa
ed ostinatamente afferma
di non essere esistita mai,
d'essere stata nient'altro
che un mio pretesto per vivere.
Se tu non mi restassi,
dolore, irrefutabile,
io potrei anche crederlo;
ma mi rimani tu.
La tua verità mi assicura
che niente fu menzogna.
E fino a quando ti potrò sentire,
sarai per me, dolore,
la prova di un'altra vita
in cui non mi dolevi.
La grande prova, lontano,
che è esistita, che esiste,
che mi ha amato, sì,
che la sto amando ancora.

---

Quello che sei
mi distrae da quello che dici:
Lanci parole veloci,
pavesate di risa,
invitandomi
ad andare dove mi porteranno.
Non ti presto attenzione,
non le seguo: sto guardando
le labbra da cui sono nate.
Intanto guardi lontano.
Fissi lo sguardo laggiù,
non so in cosa, e già si precipita
a cercarlo la tua anima
affilata, come saetta.
Io non guardo dove guardi:
io ti vedo guardare.
E quando desideri qualcosa
non penso a quello che vuoi
nè lo invidio: è il meno.
Ciò che ami oggi, lo desideri;
domani lo dimenticherai
per un nuovo amore.
No. Ti aspetto
oltre qualsiasi fine o termine
in ciò che non deve succedere.
Io resto nel puro atto
del tuo desiderio, amandoti.
E non voglio altro
che vederti amare.

 

REINER MARIA RILKE

Niente è paragonabile.
Esiste forse cosa
che non sia tutta sola
con se stessa e indicibile?
Invano diamo nomi,
solo è dato accettare
e accordarci
che forse qua un lampo,
là uno sguardo ci abbia sfiorato,
come se proprio in questo
consistesse vivere la nostra vita.
Chi si oppone
perde la sua parte di mondo.
E chi troppo comprende
manca l’incontro con l’eterno.
A volte
in notti grandi come questa
siamo quasi fuori pericolo,
in leggere parti uguali
spartiti fra le stelle.
Immensa moltitudine

---

Sii paziente verso tutto ciò
che è irrisolto nel tuo cuore
e cerca di amare le domande,
che sono simili
a stanze chiuse a chiave
e a libri scritti in lingua straniera.
Non cercare ora le risposte
che non ti possone essere date
poichè non saresti capace
di convivere con esse.
E il punto è vivere ogni cosa.
Vivi le domande ora.
Forse ti sarà dato,
senza che tu te ne accorga,
di vivere fino al lontano giorno,
in cui avrai la risposta.

 
Che io debba ricevere il castigo
neppure si discute. Resta oscuro
se cio’ accada in futuro oppure ora
o se sia gia’ avvenuto
prima che io fossi.
Non ch’io intenda evocare
l’esecrabile fantasma
del peccato originale.
Il disastro fu prima dell’origine
se un prima e un dopo
hanno ancora un senso.

Eugenio Montale

---

Perfino adesso vedo un gesto nuziale
dopo l'immensa distanza
di questa estate lenta
nell'arco dei suoi steli amari
dopo gli anni che in avanti
hanno sbarrato l'amore
perche' non si perdesse
fino a perderlo attutito contro l'erba.
Oggi e' una notte di pioggia
possiamo traversarla
in due diversi bagliori senza luce
dire, toccando il gelido bordo
di un bicchiere,
che tanta lontananza
non e' stata un errore
se ha cinto e sciolto segretamente
ogni irreale desiderio.

Antonella Anedda


---

Mia vita,
a te non chiedo lineamenti
fissi, volti plausibili o possessi.
Nel tuo giro inquieto
ormai lo stesso sapore
han miele e assenzio.
Il cuore che ogni moto tiene a vile
raro è squassato da trasalimenti.
Così suona talvolta nel silenzio
della campagna un colpo di fucile.

Eugenio Montale

---

Volevo che
il mio amore non finisse
che resistesse intero
in disaccordo
perfino col ricordo
e ignorasse il corpo
che da me si scostava
che ne ignorasse
distanza e indifferenza
e fosse cosa mia
doppiamente intrecciata
cesta di giunco e aria,
cesta per acqua
forma che la mano conosce
e che la storia medita quando
– così di rado
per questo raramente sacra –
salva un bambino dal suo Nilo.
Così a volte
fanno canestri i pazzi
per il silenzio – credo –
che sale dagli spazi
per quella paglia
che le dita oscurano
per quel nodo terreno
di aria e di materia.

Antonella Anedda

---

Se ho scritto è per pensiero
perché ero in pensiero per la vita
per gli esseri felici
stretti nell'ombra della sera
per la sera che di colpo
crollava sulle nuche.
Scrivevo per la pietà del buio
per ogni creatura che indietreggia
con la schiena premuta
a una ringhiera
per l'attesa marina
- senza grido - infinita.
Scrivi, dico a me stessa
e scrivo io per avanzare
più sola nell'enigma
perché gli occhi mi allarmano
e mio è il silenzio dei passi,
mia la luce deserta
- da brughiera -
sulla terra del viale.
Scrivi perché nulla è difeso
e la parola bosco
trema più fragile del bosco,
senza rami né uccelli
perché solo il coraggio può scavare
in alto la pazienza
fino a togliere peso
al peso nero del prato.

Antonella Anedda
 
Questo tetto che affiora dalla notte
ci protegge piu' di una croce o un santo.
Ora che improvvisamente piove
e' benedetto.
In un'abside di plastica bagnata
splende una pianta di ortensie azzurro-fuoco

Antonella Anedda

---

...
Soffiero' su quel viso
mischiando i suoi gesti
a quelli di amori passati,
prendendo i ricordi migliori
le poche frasi di ognuno
fino a costruire il mio Golem
il mio amore brucera' altissimo e ignoto
lungo la cappa del camino.
...

Antonella Anedda


---

Vergine altera, mia compagna
t'arde un mistero negli occhi.
Non so se odio o amore
e' questa luce eterna
della tua nera faretra.
Con me verrai
finche' proietti un'ombra il corpo
e resti ai miei sandali arena.
La sete o l'acqua sei
sul mio cammino?
Dimmi, vergine altera,
mia compagna.

- Antonio Machado -

---

...
Pensi davvero che basti non avere colpe
per non essere puniti,
ma tu hai colpe.
L'aria e' piena di grida.
Sono attaccate ai muri,
basta sfregare leggermente.
Dai mattoni salgono respiri,
brandelli di parole.
...

Antonella Anedda
 

 

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