BIANCANEVE

PROPOSTE CONCRETE


Parliamo di politica.Qualunque sia lo schieramento in cui ci riconosciamo di più qualunque sia il quadratino che abbiamo crocettato nei vari richiami al voto, non so quanti di noi si possano ritenere soddisfatti e pienamente rappresentati da partito sostenuto. Al di là delle idee dei deputati, esseri umani, e perciò volubili e aventi il diritto di dire “Scusate, ho cambiato opinione”, la mia impressione è che ci sia un po’ di confusione tra ideali e bandiera per rappresentarli. Mi spiego meglio: storicamente, destra e sinistra erano due concetti sintetici e completamente in antitesi. Chi un giorno sentiva di condividere valori portati avanti da una o dall’altra parte, aveva la certezza di non dover cambiare preferenza politica nel corso della sua vita; un determinato approccio nei confronti del prossimo, della società, una certa strategia di governo rifletteva dei valori che sono innati nella persona, dipendentemente dalla sua sensibilità, dall’educazione che aveva ricevuto, dalla condizione sociale in cui si trovava, dall’idea di “meglio” in cui sperare. Oggi solo le ali più estreme dell’ampio ventaglio di proposte politiche mantengono una certa coerenza con l’ideologia sulla quale si sono fondate e, nel bene o nel male, continuano a muoversi verso obiettivi in qualche modo “scontati”, nel senso di “ovvio” per noi cittadini che affannosamente cerchiamo di capire il politichese. In mezzo,il CAOS: miriadi di piccoli partiti che fanno da satellite ad altri maggiori e più riconosciuti solo grazie a figure che la gente ritiene più carismatiche e degne di fiducia. Folle di deputati che rimescolati dalle transumanze pre-elettorali si ritrovano alla corte dei potenti della politica. Stelline della tv che sentono di poter dare molto al paese e, parcheggiate le loro macchine lussuose sulla prima isola pedonale trovata, zampettano con tacco 12 verso l’appuntamento con la politica attiva. Poco conta che le idee che questi politicanti hanno in testa trovino una reale coincidenza con quelle promosse dalla schieramento da cui si sono fatte adottare: è la politica, bellezza!!
Così ti ritrovi ad assistere a confronti televisivi tra un deputato di Forza Italia e uno di Rifondazione Comunista e, se non ci fosse una presentatrice a puntualizzare quale siano i rispettivi partiti di provenienza non sapresti distinguerli. Oppure vedi bloccate iniziative legislative dagli stessi membri del governo di cui fanno parte: che ci fate lì, vi siete persi nei meandri del parlamento??Tutto questo non fa che gettare nella sfiducia e nello sconcerto chi sta in cabina elettorale e non fosse per la fragilità delle pareti quasi quasi ci sbatterebbe forte la testa…. Ho una proposta, anzi due: TEST ATTITUDINALI: ogni aspirante politicante compili un piccolo test per capire a quale profilo psicologico- politico assomiglia di più. In base al punteggio sarà assegnato al partito più idoneo.BONUS CAMBIO-IDEA: ogni politico potrà cambiare schieramento politico, dopo l’assegnazione, dopo almeno una legislatura trascorsa nel partito assegnato.  A quel punto, su richiesta, potrà ricompilare il test (senza imbrogliare, metterei allo scopo Costanzo e la sua macchina della verità ad accertare la correttezza delle operazioni) e iniziare una nuova avventura politica. Il bonus è spendibile una sola volta: se cambia idea un’altra volta ancora, il politicante ha chiaramente problemi di sdoppiamento della personalità e psicolabilità: ergo, non mi sembra adatto a fare il politico. Per tutti gli altri problemi, auto blu, stipendi e indennità esagerati, parcheggi vietati e lifting pericolanti… non c’è nulla di originale da aggiungere.