BIANCANEVE

Post N° 192


E’ TUTTO IL GIORNO CHE MI SPOSO….     E ADESSO NON CI VEDO PIÙ DALLA FAME!!!Venerdì pomeriggio io, mami  (che nel frattempo ha compiuti gli anni… AUGURI!!!
 
) e papi partiamo alla volta del negozio davanti al quale ho sognato, immaginato, bramato
 da quando ho avuto la percezione della ragione e ho scoperto quell’evento magico che si chiama MATRIMONIO.
Preparatissima: sono decenni che mi preparo all’evento
 , che valuto le fattezze del corpetto, la lunghezza dello strascico, l’eventualità di mettere un lungo velo o di lasciare i capelli sciolti , l’altezza del tacco, che subiva variazioni in base all’altezza dei vari candidati mariti in carica
, e l’ampiezza della gonna, soggetta invece alle diverse circonferenza del mio giro fianchi
…Ho le idee chiarissime, dopo settimane di click internettiani
 sono arci-convinta di aver trovato il modello creato apposta per me
, ne conosco nome e codice a barre, lo saprei riconoscere ad occhi chiusi accarezzandone il tessuto
, o ascoltando il fruscio quando è mosso dal vento
.Mami è già preoccupata, per tutto il viaggio: “Bianca, non lanciarti sul primo abito che provi, prendi in considerazione anche qualcosa di diverso, lascia aperte anche altre possibilità
… Ecco, quello lì a pag. 6758 del catalogo ! Prova anche quello!!
”.Arriviamo. Entro. Lo vedo
. Lo abbraccio in un’atmosfera da “C’è posta per te”
 quando alla facciate opposte della busta la mamma riconosce nello sconosciuto dall’altra parte il figlio mai visto senza nemmeno sentirlo proferire parola.
Già assaporo la soddisfazione per il guinnes del primato di sposa più decisa
, in un lampo mi scorrono davanti le scene del mio matrimonio, i fiori, l’entrata in chiesa, il principe che mi aspetta abbagliante e bellissimo
 all’altare, le nonne che piangono, i nanetti che mi sistemano lo strascico…. Ma prima che io possa fuggire nel mega camerino per la prova, ecco che mia mamma inizia a confabulare con la commessa. Riconosco quello sguardo
: è lo stesso che esibiva quando a sei anni voleva convincermi ad indossare delle orride gonnelline a pieghe scozzesi 
e, facendo leva sul mio fanciullesco imbarazzo, attuava piani di convincimento pubblici che potevano essere ignorati
. La tattica funziona, e rapidamente mi ritrovo con una quindicina di abiti da testare, la metà dei quali non avrei indossato nemmeno a carnevale
.INIZIA LO SHOW!!!
       Una commessa mi addobba con abiti, veli, accessori per i capelli, guanti, scarpe, tutto coordinato… e mi lancia sulla passerella
 allestita per il diletto dei parenti.Il MIO vestito è una favola… mi guardo nello specchio e ho un tuffo al cuore!!
E’ meglio di come l’avevo immaginato, l’istinto sarebbe quello di saltare, piangere e dire “E’ mio!!!! È Mio!!!! LO VOGLIO, VOGLIO QUESTO!!!”
Ma mi sono presa il pomeriggio libero… e tanto vale sfruttarlo!! Intanto il vestito rimane lì, al sicuro, al riparo da eventuali altre spose pazze (ormai la diagnosi, converrete anche voi, è conclamata….
) che se ne potrebbero perdutamente innamorare. Provo il secondo…. MI PIACE ANCHE QUESTO!!!!
Il terzo…. Forse troppo classico…ma lo adoro!!!!!
Il quarto… Ma dai!!! Che bello che è indossato!!! E quel velo?!?!? Lo voglio, è stupendo!!!
Provo anche questo che ha scelto mami? Wow!!! MAMMA CHE OCCHIO!!! Mi sembra cucito addosso…
E così il sesto, il settimo… arrivati a fine sfilata e alla fine della collezione, escluso un modello con dei pantaloni incorporati che faceva invidia all’abito da sposa di Lane di “Una mamma per amica”,
 è arrivato il momento di decidere
.Sì perchè data una rapida occhiata ai numerini (ma quanti sono?!?!?!
) sul cartellino, mi sa che più di un abito non mi potrò pemettere!!
Indecisa come Samantha
 di “Sex & The City” davanti ad un plotone di fustacchioni
, inizio con rammarico ad escludere qualcuna delle meraviglie sartoriali.Via uno, via un altro…
                                   Ne resterà soltanto uno, come Hilander. (???) Nel mio caso ne restano due
… che poi diventano quattro 
quando il giorno dopo la scena si ripete davanti ad altre due dozzine di abiti in altro negozio…Sarà una settimana di riflessione….
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
E di morsi alla lingua 
per resistere alla tentazione di ubriacare il Principe con minuziose descrizioni di organza, seta e ricami…                                PS: Devo dire che provare abitio da sposa fa bene all'autostima! Non c'è abito che faccia sembrare troppo paffuta, e al contrario i modelli indossati sul mio fisico "bello florido" (secondo la defizione della nonna del Principe
 ) sono più belli che addosso a quella svampita che entrata in negozio in jeans e maglietta mi faceva schiattare d'invidia
!!! Tiè!!!!